domenica 28 aprile 2013

I MALI DELLA TERRA

 “male olandese” o  “morbus italicus.”

Qualche tempo fa leggevo il trattato di un dotto prof italiano, il quale, bontà sua, sosteneva che l’Italia, è al quarto posto tra le Nazione produttrici di petrolio in Europa.

     Pieno di se e gonfio in petto, l’arguto divulgatore del sapere spiegava la provenienza del petrolio e ci riportava alla mente il “fuoco greco” e i primi lanciafiamme, infine, con far da dotto, il savio propagandista della sapienza, ci spiegava cosa successe 200 mila Anni fa e come si formarono i giacimenti petroliferi sul nostro Pianeta.

     Sperando in un nuovo italico miracolo economico mi son fatto savio e sono andato a vedere quanto producevano gli altri e quanto petrolio cava l’Italia fuori dai suoi buchi nell’acqua.


     La Norvegia è sui 30 milioni di barili al giorno.
     L’Inghilterra e sugli 1,6 milioni di barili al giorno.
     La produzione Italiana come quella della Germania si aggira sui 100.000 barili giornalieri, che ci portano a 15.800.000 mila litri sempre al dì, naturalmente.


     Guardate che  sono circa 16.000 tonnellate né, hai voglia di attendere di caricare un bestione con 500 mila tonnellate di petrolio con il tubo dell’acqua per annaffiare il giardino o sperare che le spese di tutta la baracca e le strutture necessarie si ammortizzino.

     Il cosiddetto “male olandese” indica lo stato economico di una Nazione, che avendo vissuto un’eternità di caccia pesca e rapina come hanno sempre vissuto gli olandesi e i frisiani; ora si viene a trovare un tesoro minerario nel suo sottosuolo e inizia una sfrenata corsa all’oro lasciando languire tutto il resto delle ricerche tecnologiche nazionali, se non in quella dei fiori e degli ortaggi e della Marijuana.


     Il male olandese porta anche ha produrre centinaia di tonnellate di fiori e ortaggi con grande dispendio energetico sovvenzionato, dove solo il 15% della produzione è commerciabile e realmente venduto con profitto, il resto, giacché in sostanza regalato dalle sovvenzioni, buttato.

     Questo ad esempio porta l’Olanda a non produrre Latte, dove la sua quota UE e fornita dalla Germania con gran diletto dei produttori tedeschi che oltre alle loro quote, producono anche quelle dell’Olanda.
 
     In altre parole il male olandese non è altro che la stagnazione tecnologica, dovuta alla pochezza del pensiero che si atrofizza difronte all’abbondanza.


     L’Impero Romano finì in pasto ai barbari appunto per questo incrocio di cose; l’abbondanza piovuta dal cielo o rubata e la convinzione che andasse sempre così.

     Il “male italiano” o “morbo italicus” come lo definisco io invece, non si basa sulla copiosità di beni e tesori minerari.

La stagnazione delle infrastrutture italiane non deriva dall’abbondanza di petrolio o di gas, bensì dalla criminalità organizzata italiana, quella con il colletto bianco intendo, non quella di quei quattro cretini che si sgozzano nei cessi di Posillipo per il controllo dei pizzi rionali.

Il morbo italicus o male italiano non è altro che è la manifestazione della sfacciata criminale mentalità di una casta di politici e funzionari di Stato italiani e i loro portaborse senza scrupoli, che pensa solo a rubare, legiferando per  arraffare beni mobili e immobili  schiavizzando un popolo di imbecilli, che sembra felice e contento di lasciarsi sfruttare. 

     In Italia siamo di fronte al fatto che una sfilza di Joint-Venture si prende le poche e misere risorse minerarie italiane a tasso zero, investendo zero, l’Italia però nel 2010 ha investito qualche cosa come quindici miliardi, per manco 16mila tonnellate di grezzo al dì.
 
     Andando avanti di questo passo il bel Paese prosciugherebbe in meno di due anni tutti i suoi giacimenti.
 
    Un barile son 159 litri, il peso specifico e di circa 0,915 kg, una tonnellata ha circa sei barili.

     Pertanto il “male italiano” al contrario del “male olandese” basato sulla stagnazione mentale dovuta all’abbondanza; è la criminalità organizzata che soffoca la giusta evoluzione tecnologica del settore energetico dell’Italia, derubandola legalmente.


     È perfettamente inutile tirar di numeri, quelli si giocano al lotto, fatto è che in questo caso il lume non vale la candela.

     In questo specifico caso prettamente italico però il concetto vale; eccome che per le Joint-Venture vale.

Il lume italiana in questi casi è giustificato perché, come nel caso dei fiori e ortaggi olandesi, la candela è regalata.

     L’Italia deve puntare sulle energie rinnovabili non sugli idrocarburi.

     Il risorse del futuro energetico italiano si trovano a portata di mano e sono il Sole il vento e l’acqua.
 
     La Germania in questo momento produce dal 18 al 23% del suo fabbisogno energetico con energie rinnovabili.

     Intere comunità rurali, come Feldheim un paese tedesco di un centinaio di anime a sud di Berlino ad esempio, si sono rese indipendenti dalla rete energetica nazionale.

     Feldheim ha una cinquantina di torri Eolie e pannelli solari (nella Germani settentrionale… te capì) e i costi energetici della comunità sono scesi del 25% rispetto ai costi nazionali.
 
     Oltre alla comunità di Feldheim in tutta la Germania diverse  cittadine in prevalenza agricole si stanno rendendo con modici investimenti privati dei cittadini stessi di qualche migliaio di Euro si stanno rendendo indipendenti dalle forniture energetiche nazionali.
 
     L’Italia deve investire in energie rinnovabili e non lasciarsi derubare e deridere da una manica di delinquenti industriali, in altre parole le condizioni e le disposizioni ministeriali in fatto di trivellazioni sul territorio italiano, sia sulla terra ferma sia in mare sono da rivedere.
 
     Una savia combinazione di energie idroelettriche, Eolie e fotovoltaiche coadiuvate con una buona politica di produzione energetica dai cosiddetti Termovalorizzatori, “dopo un’attenta raccolta differenziata dei rifiuti, urbani e domestici.” basterebbe a rendere l’Italia totalmente indipendente dai combustibili fossi e gassosi.
     
     Tutto questo è possibile, solo se l’Italia riuscirà a liberarsi dal suo “Morbus Italicus” vale a dire dalla criminalità organizzata dal colletto bianco o Nomenclatura del male, qual dir si voglia.