lunedì 20 marzo 2017

... E le stelle stanno a guardare.



L'odierna pagliacciata dei Ministri degli Internii presenti a  Roma in una magnifica giornata di Primavera romana; potrebbe anche benissimo definirsi come : Cannoniere contro gommoni e barconi.

Hanno parlato di tutto,  i Ministeri degli Interni europei di Germania, Austria, Francia e Slovenia  (ho dimenticato qualcuno) presenti all'ennesima pagliacciata europea ideata questa volta dal Ministro degli Interni Italiano di turno, lo psicologo Minetti. 

Gli ipocriti europei si sono dati pacche di compiacenza e elogio sulle spoalle per la propria finzione e hanno gettato nelle viscide fauci dei loro colleghi  della ruffianeria politica magrebina,  una manciata di milioni, poi di comune accordo hanno annunciato ai Popoli europei di avere quasi risolto il problema dei fuggiaschi e dei clandestini afro -arabi e magrebini.. 

L’ Italia darà alla Libia una decina (o giù di li) di Motovedette per la sua “Guardia Costiera”; inoltre si prenderà cura di addestrare i guardia costa libici, come se questi fossero appena scesi dai cammelli e dalle palme delle loro oasi e fossero un mucchio di ignoranti e illetterati. 

Dal canto loro,  i clandestini e fuggiaschi africani, verranno a sapere che la strada attraverso il Sahara alla Libia, è molto pericolosa. 

Sapranno che la loro eventuale permanenza  nei Lager di raccolta libici sarà molto lunga e dolorosa che patiranno la fame e la sete e che saranno sottoposti a soprusi e violenze di ogni genere da parte della polizia le delle autorità libiche. 

Infine, i clandestini afro -arabi verranno a sapere che il breve tragitto dalle spiagge della Libia fin un poche miglia  fuori in mare, dove poi saranno raccolti dalle imbarcazioni delle più disparate organizzazioni cosiddette umanitarie di Francia, Germania, Olanda  e Italia tutte indistintamente affiliate alla MOAS maltese e alla SOS Mediteranee, sarà molto pericoloso e che sarebbero nel immediato  pericolo di finire in pasto ai pesci. 

La parola d’ordine dell’odierna buffonata europea in questa Primavera romana avrebbe potuto benissimo essere: Intimorire e scoraggiare. 

I Ministri degli Interni europei presenti a Roma , davanti alle  telecamere dei loro Paesi hanno rassicurato i rispettivi Popoli che tutto l’umanamene possibile sarà fatto per arginare lo Tsunami umano che dall’Africa si riversa sull’Italia e che da li minaccia di dilagare in tutta l’Europa, minacciando la sicurezza interna  e di contaminare se non annientare la Cultura, gli usi  e costumi, il Folklore, nonché la Religione Cristiana  di tutta l’Europa 

Frettolosi, i Ministri degli interni di Germania, Francia, Austria, Sloveni e Croazia (ho dimenticato qualcuno?) si sono poi congedati dal loro collega  italiano, assicurandolo che l’Europa è reale e presente e che ha capito il problema dell’invasione afro –araba in Italia. 

La manciata di Milioni alla quale alludevo si traduce in un preventivo di 800 milioni di Euro che  l’Unione Europea intende stanziare dove l’Italia ne ha già stanziati  200. 

Ancora non si sa dove si detti 200 milioni siano finiti ne tanto meno, si capisce bene dove finiranno, caso mai si materializzassero, gli altri 600; comunque sia;  sembra proprio che  il Mare Nostrum sia un buco a fondo perso, non è vero? 

Dopo tutto questo fragor di milioni, di bei discorsi di circostanza, alle luci della ribalta politica europea in una magnifica giornata di Primavera romana, nessuno degli ipocriti dei vari Paesi europei ha detto, quanti fuggiaschi o clandestini o profughi chiamateli come vi pare e piace intende accogliere nel proprio Paese. 

La macabra lotteria della morte alimentata da metri cubi di dollari continua a girare dove;  o si è dalla parte dei morituri;  o da quella dei negrieri camuffati da MOAS e da ONG oppure da SOS Mediteranee. 

Così,  mentre il viscido marciume politico magrebino can la bava alla bocca, assieme alla criminalità organizzata e alla delinquenza politica italiana si divide il malloppo, i fuggiaschi o clandestini, comunque disperati,  noncuranti delle minacce e i muri di filo spinato europei, sfidano la morte e continuano a racimolare da chissà dove,   centinaia di chilogrammi di soldi  per raggiungere  in un immane esodo migratorio che ha assunto proporzioni bibliche; un inesistente Terra promessa; i Ministri degli Interni europei, felici di avere  con la loro demagogia, almeno per il momento, abbagliato  le genti europee,   se ne ritornano al paesello mentre l’Italia, come da copione, diventa sempre di più il letamaio o se preferite: La discarica abusiva di tutta la miseria afro –araba e magrebina in Europa …. E le stelle stanno a guardare

mercoledì 15 marzo 2017

MOAS La sporca tratta di esseri umani







Come Blackwater ed Emergency traghettano migranti in Italia
dicembre 7, 2016
Gefira 11/10/2016 – Newropeans

MOAS è l’acronimo di Stazione di aiuto ai migranti in mare aperto. Si tratta di un’organizzazione non governativa con sede a Malta che si è posto il compito di pattugliare il Mediterraneo e salvare persone in alto mare, recuperandole da gommoni, zattere e barche e trasbordarli  sul Phoenix, il peschereccio della MOAS, una nave completa di droni per sorvegliare le acque, traghettando i migranti per miglia, dalle coste libiche alla Sicilia. 

L’organizzazione è gestita da Chris Catrambone (35) e sua moglie Regina. 

Chris Catrambone, statunitense della Louisiana diplomato al college, gestiva un ristorante su un battello a vapore ed ha anche lavorato presso il Congresso degli Stati Uniti a Washington DC, prima di lavorare come investigatore assicurativo. 

In tale veste fu inviato nei luoghi più pericolosi del mondo, come ad esempio Iraq e Afghanistan. 

Dopo aver fatto abbastanza esperienza ed essere  accidentalmente sopravvissuto all’uragano Katrina in Louisiana nel 2005, l’anno dopo Chris Catrambone fondava il Tangiers Group, azienda globale specializzata in “Servizi di assicurazione, assistenza di emergenza, gestione delle calamità coordinandone la logistica e il proprio servizio di informazioni.

Inizialmente operava dagli Stati Uniti, ma per gestire meglio l’azienda in espansione trasferiva le attività prima in Italia  (dove incontrava la futura moglie) e poi a Malta. 

È qui che nel 2013 Chris Catrambone fondò la Migrant Offshore Aid Station (MOAS) per assistere la popolazione del terzo mondo ad attraversare il mare in cerca di una vita migliore. 

Catrambone e la moglie si dice che abbiano speso 8 milioni di dollari propri per tale fine, perché, come il fondatore della MOAS ha confessato, anche lui, una volta che perse la casa a causa di Katrina, capì la situazione degli altri.

Ian Ruggier è un membro del consiglio della MOAS. 

Questi un tempo fece scalpore a Malta con un piano volto a frenare i migranti in rivolta a Malta. 

Le unità di polizia circondarono la folla ed isolarono e colpirono i capi per evitare ulteriori dimostrazioni. 

Eppure qualcosa andò storto e fallì, con le organizzazioni pro-immigrati che fecero enorme clamore e i tribunali che se ne occuparono. 

Dopo 25 anni di servizio, Ian Ruggier ha trovato lavoro nella MOAS: incaricato di contenere i migranti ora è passato dalla loro parte: Saulo divenne Paolo... forse.

Ian Ruggier ora è l’uomo il cui compito è garantire che i migranti soccorsi o infiltrati in Europa non finiscano a Malta? 

Perché le barche della MOAS sono di stanza a Malta, da dove operanoe una volta caricati di immigrati, salpano dal Porto di La Valletta verso l’Italia per scaricarvi il carico umano. 

Robert Young Pelton è consulente strategico della MOAS, fondatore di Migrant Report  e proprietario della Dpx (Posti estremamente pericolosi) Gear, che vende coltelli da Guerra per chi si reca nelle zone di conflitto da cui, stranamente, provengono le persone che si suppone MOAS e Migrant Report dovrebbero aiutare. 

Come giornalista free-lance ha incontrato Eric Prince, il fondatore della Blackwater, la società militare privata statunitense (mercenari) impegnata in operazioni in Afghanistan e Iraq; per inciso, la Blackwater è stata impiegata anche in Louisiana, durante l’uragano Katrina: Chris Catrambone era capitato lì proprio in quel momento.

Robert Young Pelton ha incrociato Eric Prince su questioni finanziarie.

Ma tornando a Chris Catrambone. Un giovane laureato e dipendente, costituisce una società (Tangiers Group) che estende rapidamente le attività in oltre cinquanta Paesi, comportando profitti per milioni da potersi creare l’ente di beneficenza che si chiama MOAS. 

MOAS impiega uomini che contemporaneamente possono intervenire presso le aziende militari private o essere incaricati di frenare l’afflusso di persone che cercano di attraversare il Mediterraneo. 

Tale organizzazione non-governativa non è in concorrenza con i governi europei nel recupero dei migranti: piuttosto li integra, un riconoscimento per cui il suo fondatore riceve premi. 

Alcune domande sorgono: Come ha fatto il giovane Chris Catrambone ad accumulare tale fortuna, sul mercato delle assicurazioni? 

È il suo ente di carità è solo un’espressione delle proprie convinzioni personali?

 Persegue scopi politici? 

Il suo Tangiers Group opera nelle zone di guerra: è un puro caso? 

Lavorò presso il Congresso degli Stati Uniti a Washington DC. Alcuni suoi collaboratori spuntano nelle stesse zone pericolose dove opera Tangiers Group.
Anche qui un puro caso? 

Sembra che ci sia una stretta relazione tra MOAS, marina maltese e l' esercito statunitense. 

MOAS è guidata da un ufficiale di marina noto per il duro trattamento inflitto agli immigrati; poi promosso partner commerciale della Blackwater, ben nota per le azioni spietate contro i civili e di proprietà di una persona che ha fatto fortuna sfruttando le operazioni militari statunitensi in Afghanistan, Africa del Nord e Medio Oriente. 

Lo stesso denaro, in un modo o nell’altro, guadagnato creando caos in Africa e Medio Oriente, provocando la crisi dei rifugiati, viene ora usato per spedire migliaia di africani senza documenti nel cuore dell’Europa, causando problemi in Italia, Francia, Grecia e Germania.

 Non si può fare a meno di chiedersi se quelli della MOAS siano onesti salvatori o compiano la missione di destabilizzare ancora di più l’Europa. 

Robert Young Pelton in Afganistan nel 2001, durante l’invasione degli USA era circondato dai guerriglieri dell’Alleanza del Nord, il fronte di cui era leader il potente narcotrafficante afgano Ahmad Shah Masud, grande amico di Gino Strada. C’è un nesso?

Robert Young Pelton, è “consigliere strategico” dell’ente immigrazionista MOAS con cui Emergency di Gino Strada ha stretto forti legami

Riferimenti
1. Christopher Catrambone, My Story.
2. Come l’esercito ha sbagliato, Times of Malta, 19/12/2005, un ufficiale responsabile della disastrosa gestione delle proteste, Malta Today 16/11/2007.
3. Robert Young Pelton: Aid Station Migrant Offshore (MOAS) e la crisi dei rifugiati dalla Siria.
4. Migrant Report
5. Dpx Gear
6. MOAS, giovane eroe tra coloro onorati nel giorno della Repubblica, 13/12/2015 Malta Today 2015/12/13.
7. “Avevo un patrimonio netto di 10 milioni di dollari prima di compiere trent’anni. (…) Non sono cresciuto nel denaro o nel lusso. Ho costruito tutto quello che ho da zero, attraverso il duro lavoro e la dedizione. Ad un certo punto, ho cominciato a vedermi arrabbattarmi tra questioni sui soldi” Phoenix Rising.
Il sodalizio tra MOAS ed Emergency risale al 2011.
La MOAS usa droni da ricognizione di origine militare per le operazioni di ‘recupero’ di migranti.

lunedì 13 marzo 2017

MALAITALIA


Tolgono il figlio a due genitori perché la mamma over 50 secondo i giudici è troppo vecchia per accudire un bambino...
,,,
E come mai Vendola anche lui over 50 ha potuto comprare un bambino ???


 

C'è poco da dire e niente da discutere, finché voi in Italia, continuerete a votare e a sostenere l'attuale nomenclatura italiana del male; finché voi in Italia continuerete a sopportare i togati più corrotti, faziosi e politicizzati di tutta l'Unione Europea e a subirne le angherie. 

Finché voi in Italia continuerete a tollerare che le cosiddette forze dell'ordine italiane facciano da guardia del corpo a dei parlamentari e ministri mascalzoni e già condannati  ma ancora membri del Parlamento. 

finché voi Pendolari e Comari D’Italia accetterete un Parlamento ancora più numeroso di quello della Repubblica Federale di Germania, con relativo Senato e senatori a  vita. 

Finché voi fessacchiotten D’Italia  permetterete  che tutto questo succeda nel vostro buon nome,  nessuno di voi si deve meravigliare se la schiferia italiana, togata, o politica che sia, protetta da una banda di imboscati che osano chiamarsi Forze dell’Ordine, faccia qual cazzo che vuole. 

Allora succede che avvengono  inumani brutture come quella dove sì detta  schiferia italiana; porta via un bambino ad una mamma cinquantenne dicendo che è troppo vecchia per allevarlo ma allo stesso tempo; permette ad una vergognosa sporca checca come Nic Vendola  che nei panni di Presidente della Regione Puglia, si lasciava leccare un orecchio in pubblico da un altro sporcaccione come lui, di adottare un neonato. 

La Famiglia  che non è latro che il pilastro di ogni forma di vita umana non è sostenta dallo Stato Italiano. 

L’Italia invece di aiutare con un minimo di sostegno dignitoso di poche centinaia di Euro mensili a famiglie povere,  detiene la malpratica dell’affidamento coatto di minori a cosiddette Famiglie nido 

Allora succede che i vari dipartimenti comunali di  assistenza sociale con  il beneplacito dei vari Tribunali dei minori,  portino via i bambini a famiglie povere e li affidi a Famiglie nido al costo di minimo 200 Euro al giorno. 

Penso che in Europa sia veramente il caso di iniziare a chiedersi se la Repubblica Italiana, con tutti i suoi scandali, la sua criminalità organizzata, il suo altro grado di corruzione, sia politica sia sociale, con tutta quella marea di gente rossastra, socialmente mal- formatata e infida e milioni di cittadini paurosi della loro stessa ombra che non osano ribellarsi ai soprusi alle angherie, alle umiliazioni e al continuo saccheggio al quale sono sottoposti da una minuta banda di  mascalzoni anche porporati; abbia o abbia mai avuto le carte in regola per poter far parte dell’Unione Europea.

Io dico di no! 

Un Italia simile è un insulto agli ideali dell’Unione Europea. 

 

http://www.educabimbi.it/togliere-un-figlio-alla-madre-giudice-dei-minori/  

 

 

venerdì 3 marzo 2017

Desaparecidos


Noi abbiamo il dovere di aiutare e  di dare rifugio ai profughi, che sicuramente un giorno vorranno ritornare a casa loro.  

Dopo le porcate americane, francesi e inglesi nel Mediterraneo perpetrate con il silenzioso beneplacito della Cancelliera Merkel, è arrivato il momento che L’Italia chiuda i suoi Porti marittimi a tutte le navi con fuggiaschi afro –arabi e magrebini a bordo.

Il criminale  metodo parrocchiale della delinquenza politica italiana che ora trova il suo Zenit con la nomina di un losco figuro come Alfano a Ministro degli Esteri, deve terminare.

Il compito dei Pendolari e delle Comari d’Italia  è ora quello di saper scegliere i giusti politici alla guida del nostro Paese.

 L'unico problema italiano è che politici con la stoffa di Uomini di Stato in Italia non ne vedo.

Vedo solo individui più o meno equivoci e ambigui, abili tessitori di intrighi e mascalzonate varie che di questa misera tratta esseri umani ne hanno fatto una fonte di guadagno.

La delinquenza politica italiana attualmente al potere non sarà mai in grado di affrontare la criminalità politica  internazionale che ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero e che attualmente è solo capace di riempire l'Italia di delinquenti afro -arabi, magrebini e slavi.

Questo lo può e lo deve fare la popolazione italiana, eliminando tutta la melma politica e partitocratica italiana.

Altro modo per risanare l’Italia ai Pendolari e alle Comari D’Italia non è dato di avere.

Corrono voci che dietro a tutto questo traffico e tratta di schiavi ci sia anche un criminoso e disumano traffico di organi umani da trapiantato.

Queste gridi  si fanno sempre più  insistenti e se conformati, dimostrano quanto abbietti siano certi politici e organizzazioni di rastrellamento fuggiaschi africani lungo le coste libiche.

 

Questo articolo che riporto l’ho preso da qualche parte, non ricordo dove ma se confermato, be’ allora penso che l’iniquità umana abbia raggiunto un punto ben più raccapricciante degli esperimenti del Dottor Mengele durante il Terzo Reich.

Come funziona il business del traffico d'organi dei migranti


settembre 19, 2016 | 2:30 pm

Sugli smartphone dei migranti sbarcati sulle coste italiane non è difficile trovare foto drammatiche, che documentano un viaggio fatto di soprusi, privazioni e violenze.

Più raccapriccianti ancora sono le immagini diffuse da alcuni migranti sopravvissuti alla traversata in cui si vedono i cadaveri di adulti e bambini, solcati lungo tutto il torso da cuciture improvvisate, con i volti insanguinati.

Sono una delle tante testimonianze di quello che "assomiglia sempre di più a film dell'orrore," le conseguenze del traffico di organi praticato dalle bande criminali che gestiscono la tratta di esseri umani in nord Africa.

Le testimonianze raccontano di reni, fegati, cornee e cuori estratti da persone più o meno anestetizzate, spesso inconsapevoli, per rivenderli poi sul mercato nero degli organi — destinati ai cittadini dei paesi più ricchi, come Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita. Un giro d'affari globale che, secondo le stime della fondazione Global Financial Integrity riportate da Repubblica, frutta ai gruppi criminali fino a 1,4 miliardi di dollari l'anno.

Non sono nuove le segnalazioni di traffico d'organi che arrivano da persone passate dal nord Africa. È dal 2009 che don Mussie Zerai, presidente dell'agenzia Habeshia, raccoglie le testimonianze di migranti arrivati in Italia passando dai paesi in cui agiscono i trafficanti.

Stando ai racconti, in un primo momento l'ipotesi dell'espianto degli organi viene usata come una minaccia: i migranti vengono sequestrati e viene chiesto un riscatto a loro o ai familiari che vivono in Europa, Stati Uniti e Canada, pena l'espianto degli organi in caso di mancato pagamento del riscatto.

La zona in cui i trafficanti hanno avuto per anni libertà di azione è quella del Sinai, al confine tra Egitto e Israele. Nelle sabbie del deserto sono stati ritrovati numerosi cadaveri di migranti, provenienti soprattutto da Sudan, Etiopia ed Eritrea, spesso privi degli organi vitali e con delle vistose cicatrici.

"Testimoni raccontano che medici compiacenti venivano con dei camper attrezzati come ambulatori," spiega don Zerai a VICE News. "Lì facevano l'intervento, prelevavano gli organi, le persone venivano ricucite alla bell'e meglio e abbandonate, e nessuno si preoccupava se sopravvivessero o meno."

Stando alle testimonianze, i trafficanti arrivavano a chiedere anche 30.000 o 60.000 dollari come riscatto, e spesso il pagamento di queste ingenti somme di denaro non era sufficiente a garantire la salvezza e la libertà dei migranti.

"Alcune persone venivano vendute ad altri trafficanti, altri venivano comunque uccisi," dice don Zerai.

A partire dal 2011, grazie alle denunce fatte al governo egiziano da diverse organizzazioni che si occupano del traffico di migranti, una serie di operazioni ha contribuito a smantellare le reti di trafficanti che operavano nel Sinai, contribuendo a ridurre gli episodi di espianto di organi.

Ma stando ad alcune recenti testimonianze, sembra che queste pratiche siano state esportate in Libia.

Una prima importante segnalazione di traffico di organi arriva da Palermo, dove Nuredin Atta Wehabrebi, il primo trafficante divenuto collaboratore di giustizia in Italia, ha raccontato agli investigatori di questa pratica raccapricciante.

"Talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio che hanno effettuato via terra, né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare," avrebbe raccontato Wehabrebi agli inquirenti. "Mi è stato raccontato che queste persone vengono consegnate a degli egiziani, che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare questi egiziani vengono attrezzati per espiantare l'organo e trasportarlo in borse termiche."

Wehabrebi non sarebbe quindi stato coinvolto in prima persona nel traffico di organi, ma la sua testimonianza è ritenuta attendibile dalla Procura di Palermo in quanto l'uomo era in stretto contatto con alcuni tra i più importanti trafficanti della rete che opera in Libia, e in particolare con Ermias Ghermay e Fitiwi Abdrurazak che gli avrebbero riferito queste informazioni.

"L'attendibilità [di Wehabrebi] nasce dal fatto che era uno dei capi dell'organizzazione dei trafficanti, e fin dal 1998 era stato in Libia," ha spiegato a luglio durante una conferenza stampa Maurizio Scalia, Procuratore aggiunto di Palermo. "Coabitava con uno dei quattro principali trafficanti che agiscono a Tripoli e Bengasi, cioè Abdrurazak, eritreo. Ha parlato anche di Ermias, tuttora latitante, come uno dei principali trafficanti."

Rimane tuttavia difficile ottenere una conferma tangibile del traffico di organi, "anche in considerazione del fatto che questa attività, ove venisse svolta, è avvenuta in territorio libico durante il percorso dalla zona Sub-sahariana fino alla Libia," ha specificato Scalia.


Certo è che le dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia alle autorità italiane ha portato, a luglio scorso, all'arresto di 38 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria e di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, tutti aggravati dal carattere transnazionale dell'organizzazione criminale — rendendo Wehabrebi perlomeno un teste credibile.

Un'ulteriore riscontro è stato fornito nelle scorse settimane da un medico milanese, Paolo Calgaro, che lavora nel pronto soccorso dell'Ospedale San Carlo Borromeo.

Calgaro ha scritto in una lettera pubblicata dal quotidiano Avvenire che l'11 agosto ha visitato nel pronto soccorso dell'ospedale un uomo di 42 anni con passaporto sudanese, portato in ospedale dai gestori di un centro di accoglienza per migranti in transito.

I membri dell'associazione pensavano che fosse polmonite, ma quando il medico ha iniziato a effettuare la visita si è accorto di una cicatrice sul fianco sinistro dell'uomo.

Il sudanese ha allora raccontato a Calgaro di essere stato segregato in Libia dai trafficanti, e che "16 mesi fa è stato condotto in un isolato ambulatorio per eseguire prelievi ematici. Ma si è svegliato due giorni dopo con quella dolorosa ferita chirurgica sul fianco e la spiegazione che gli era stato prelevato, senza alcun consenso, il rene sinistro per darlo a un amico del padrone."

Il medico, che si è definito incredulo, ha quindi disposto un esame radiologico, che ha confermato il racconto del migrante. Avvenire ha constatato che l'uomo era davvero stato ospite del centro di accoglienza per transitanti, ma nel frattempo del sudanese si sono perse le tracce.

Questa è forse la testimonianza più forte di quanto sembra stia accadendo ai migranti in Libia, un ulteriore orrore a cui sono sottoposti coloro che tentano il viaggio verso l'Europa.

"Noi non abbiamo avuto notizie di queste persone sottoposte in Libia, almeno fino al 2015-2016, questa novità la stiamo apprendendo adesso," spiega don Zerai. "Però sicuramente dopo lo smantellamento [delle reti di trafficanti] del Sinai, so che molti di questi trafficanti si sono spostati verso il sud dell'Egitto e si sono infiltrati nel territorio libico, per cui potrebbe essere che quelli che lo facevano nel Sinai hanno iniziato a farlo in Libia, questo non mi stupisce," aggiunge.

Sicuramente, se confermati, i drammatici racconti dei migranti che hanno visto adulti e bambini morire a causa di questa pratica vanno ad aggiungersi a una serie infinita di soprusi - violenze, stupri, rapimenti, ricatti - già denunciati da ONG e associazioni.


"Questo ulteriore elemento," commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, "conferma un quadro complessivo di trattamento inumano da parte della catena del traffico che parte dal centro dell'Africa, arriva fino alle coste libiche e lì trova il suo picco di cattiveria e brutalità."

Il suo auspicio è che da parte di Amnesty International parta una ricerca più approfondita e specifica sul traffico d'organi in nord Africa, fenomeno su cui la ONG non si è ancora dedicata per mancanza di forze e risorse.

Secondo Noury, c'è bisogno di un intervento politico per cercare di affrontare la piaga del traffico d'organi, con un'evoluzione delle politiche immigratorie in favore di canali sicuri perché migranti e rifugiati possano raggiungere l'Europa.

"Dobbiamo avere delle politiche in tema di immigrazione che tolgano il destino e la vita e l'incolumità fisica di centinaia di migliaia di persone dalle mani della criminalità organizzata," dice a VICE News. "È evidente che fino a quando persone saranno costrette a stare nella precarietà più assoluta senza aiuti umanitari o a mettere la loro vita nelle mani di bande criminali, queste cose continueranno."

Sull'importanza di un'azione politica di contrasto al fenomeno è concordo don Zerai, che dopo anni di sollecitazioni alle istituzioni - dal Parlamento Italiano, a quello europeo, all'Interpol - chiede uno sforzo diplomatico da parte dei governi occidentali per fare pressione sui paesi in cui i trafficanti sono liberi di agire.

"È la politica che deve fare qualcosa, perché la magistratura ha una giurisdizione limitata," spiega a VICE News. "Bisogna seguire il flusso di denaro, si deve partire da lì, dai soldi che partono da Europa, Stati Uniti e Canada per pagare il riscatto dei sequestrati, per arrivare poi ai veri mandanti criminali. In questo senso non è che sia stato fatto molto: c'è stato qualche arresto qua e là, però la lotta da fare è molto lunga."
 
 

Tempo fa, in uno dei tanti Talk Show televisivi sentivo un politico bavarese dire che solamente in Germania sono spariti 50mila aspirati allo statuto di rifugiati politici in prevalenza minorenni o giovani uomini di sana e forte costituzione,

Anche in Italia si parla di decine di migliaia di fuggiaschi, soprattutto minorenni che mancano all’appello.

Questi “deesaparecidois” non posso essere tutti terroristi dormienti.