martedì 29 marzo 2022

ALEA JACTA EST

 

Strano e incredibile come i politici e i media americani ci avevano abituati alla violenza e alla distruzione di altri Paese nel nome della democrazia e della libertà. 

Strano, perché penso che siamo tutti uomini con i piedi per terra e la testa sala sulle spalle, capacissimi di intendere e di volere ed ora ci accorgiamo di aver difeso e tifato per la gente sbagliata che ci manipolava e dominava a piacere. 

Incredibile; perché non ce ne siamo accorti prima di essere preda di veri e propri clan di criminali americani residenti alla Casa Bianca. 

Sono stati gli eventi degli ultimi 10, 12 Anni nell’Est Europea, la criminale politica estera sia americana sia   di un Europa in balia della Cancelliera Merkel, ora a far pensare milioni di europei che in fin dei conti, non tutto quello che politicamente vi veniva dalla Russia era male e non tutto quello che da noi andava verso la Russia era bene. 

Le ragioni dell’inizio delle ostilità in Crimea le conosciamo tutti, delle persecuzioni degli ucraini filorussi nel Dombass, erano sempre coperte da silenzio mediatico occidentale, e se trapelava qualche cosa in occidente, ci dicevano che le forze ucraine combattevano terroristi e separatisti criminali ceceni e quant’altro di violento e sovversivo alla pace e alla libertà. 

Ja, è proprio così, gli americani con le loro penne biro, la gomma da masticare e statuette Oscar con la loro celluloide hollywoodiana e le loro idee di libertà e democrazia, ci hanno abituati a pensare e a credere nella dottrina del “God Bless America” e non capivamo che ci stavano incantando, come le Sirene sugli scogli, incantavano cantando gli antichi equipaggi dei velieri della Magna Grecia. 

Due Anni fa guardavamo increduli come in America sradicavano dai loro piedistalli monumenti e statue di Cristoforo Colombo, come i Talebani distrussero secolari statue di Budda in Afghanistan e non capivamo. 

Ora che abbiamo la guerra in casa e che sull’umanità incombe il pericolo di un annientamento totale molti di noi si accorgono di aver seguito il pifferaio sbagliato, ma per cambiare strada forse ora è troppo tardi, alea jacta est …

mercoledì 16 marzo 2022

Troppo grande per cadere.

 

... per questo era piuttosto difficile comunicare con l’equipaggio russo.

Solo in primo Ufficiale parlava bene l’inglese, d’altronde i due marinai in coperta erano ancora più taciturni e riservati dei frisiani e questo scoraggiava sul nascere un qualsiasi contato umano.

Ciò che in un certo qual modo mi preoccupava, era la loro innata tendenza a nascondere le cose a non cooperare o chiedere consiglio o aiuto.

Con il tempo mi accorsi che la loro era una vera e propria condizione mentale, il loro sgomento di farsi notare o di dover fare un qualsiasi rapporto di malfunzione di un qualsivoglia macchinario in coperta, mi sembrava innato e aveva un nonsoché di quasi patologico.

L’ennesima conferma del loro modo di lavorare la ebbi qualche Settimana prima della prevista consegna della nave ai nuovi proprietari.

Sulla coperta di lancio scialuppa e zattere di salvataggio, avevamo un verricello manuale per il carico delle provvisioni e materiale vario e quello era fuori uso e pertanto da cambiare.

Il Comandante, sicuro di sé diede prova di tutta la sua stupidità primordiale e invece di ordinare un nuovo verricello manuale di poche centinaia di Marchi diede ordine ai due marinai di riparare quello vecchio.

I due si misero subito all’opera con caparbia e tenacia, ma dopo un intero giorno lavorativo dopo aver riscaldato con la fiamma ossidrica il verricello, cercando di smuoverlo dovettero desistere; quell’aggeggio era talmente grippato e corroso dalla ruggine e dalla salinità che ormai era completamente da buttare.

L’indomani mattina i due ritornarono alla carica e bruciando i bulloni di tenuta tolsero il verricello dall’albero girevole e mi chiesero, assicurandomi che poi e avrebbero pulito e riassettato il tutto, se potevano lavorare nella mia officina dove c’era pure un piccolo tornio per piccoli lavori meccanici di ricondizionamento.

In un paio di giorni usando materiale di bordo e solo gli ingranaggi del vecchio verricello i due marinai ne costruirono uno nuovo.

Al tornio, dall’asse di una pompa usata che trovarono nella cassa del ferro vecchio si fecero pure nuove assi per gli ingranaggi.

A lavoro finito, la mia officina era di nuovo pulita e in ordine come prima.

» Vedi, «-mi disse Karl quando i due marinai orgogliosi e sicuri di aver fatto un buon lavoro e di aver dimostrato le loro capacità, ci presentarono il nuovo argano-» Questi due russi hanno lavorato per tre giorni, per costruire un argano che tra un paio di Settimane sarà di nuovo arrugginito e inservibile. Noi lo avremmo buttato a mare e ordinato uno nuovo e zincato. Capisci adesso quanto sono stupidi i russi?«

Concluse poi con far da sapientone.

Al ciò, preferii non rispondere.

# # #

La sera stessa, in mensa, dopo la solita frugale cena; ebbi l’occasione di parlare con loro.

Uno dei due masticava un poco di inglese così che ci si poteva capire e mi prevenne; quasi con umiltà mi chiese che cosa ne pensavo del loro lavoro ed io gli risposi che ne ero rimasto piacevolmente sorpreso.

Non potei però fare a meno di dirgli che i marinai tedeschi avrebbero gettato fuori bordo il vecchio argano e chiesto un nuovo.

Il più anziano dei due, quello che parlava un poco di inglese disse qualche cosa al suo collega, poi per un lungo minuto tacquero entrambi, scambiandosi infine piccole frasi veloci.

Mi sembrò per un momento che i due prendessero il coraggio a due mani e pesassero ogni singola sillaba di quello che dovevano dirmi.

Parlando sommesso mi sentii dire cose che non dimenticherò mai più.

» Vedi Chief, ringrazia il cielo che sei nato nell’Europa occidentale. Tu e tutti gli altri qui in occidente dovreste esultare gioivi e ogni giorno con umiltà pregare e ringraziare Dio che non avete dovuto vivere come abbiamo dovuto vivere noi in Russia. Pensa solo che noi in tutta la nostra vita non abbiamo mai visto tante buone cose da mangiare come le avete voi qui a bordo. Siate riconoscenti e grati e ringraziate il Signore della Sua generosità nei vostri confronti, perché voi avete tutto, noi al contrario non abbiamo nulla o quassi niente.  Nelle nostre fabbriche gli operai sono costretti a costruirsi i loro attrezzi, come un banale cacciavite ad esempio. Lavoriamo con ferrovecchio per tenere in funzione macchinari di ferrovecchio, non abbiamo altre possibilità. Noi non sappiamo fare ogni cosa, ma con quel poco che abbiamo sappiamo fare molto, per noi fu cosa di tutti giorni rifare quell’argano e siamo sicuri di aver un buon lavoro. «

Il marinaio russo non mi disse che questo e le sue spiegazioni mi presero del tutto impreparato.

Stavo lì seduto, con la mia tazza di caffè in mano e fumandomi una sigaretta mi guardavo questi due semplici marinai russi che sapevano maestramene lavorare al tornio e che con rottame e ferro, costruire un piccolo mulinello per sollevare pesi fino a cinquecento chili e non sapevo più che cosa rispondere o che pesci pigliare.

Karl e il suo inaudito sarcasmo e diniego verso il suo stesso equipaggio, si sbagliava e si sbagliava pure di grosso.

Davanti a me sedevano due uomini che con poco in poco tempo avevano fatto tanto.

Loro potevano con quasi niente fare molto più che noi, noi, gli agiati occidentali dell’usa e getta al quale interessava solo il tempo e il denaro facile.

Lì, parlando con loro mi accorsi che noi in occidente avevamo dimenticato come dialogare e comunicare.

Dovetti ammettere che noi avevamo dimenticato di aguzzare il nostro ingegno e proprio in questo punto vedevo la nostra vulnerabilità e allo stesso tempo la loro forza.

Noi occidentali, al contrario di loro, eravamo socialmente apatici, fautori sì del nostro benessere und allo stesso tempo; sì vincitori della nostra povertà postbellica ma anche vinti dalla nostra stessa effimera sicurezza e arrogante auto -compiacenza.

» Non avete torto, avete fatto un bel lavoro, in un Mese però il verricello sarà di nuovo bloccato dalla salsedine e dalla ruggine «Obiettai, ben sapendo che era stato Karl a ordinare loro di riparare l’argano.

» Un Mese Chief? Sai che cos`e in Russia un Mese per una macchinetta simile? Un Mese è una vita, e per noi un premio. «

» E poi, dopo quel Mese? «Chiesi incuriosito.

» Ach scordatelo Chief, oggi il verricello funziona se non succede qualche rivoluzione prima, ne riparleremo tra un mese. «Rispose l’anziano marinaio, sorridendo si alzarono entrambi e salutando se ne andarono a dormire.

# # #

Karl sbagliava, ma quale stupidita primordiale dei russi e dei latini; quei due non erano affatto stupidi.

La loro preparazione professionale era di gran lunga superiore a quella dei nostri marinai e questo alla faccia di tutte contorte teorie die superiorità Indo-germanica e della cosiddetta razza a Ariana.

Imparai con il tempo a conoscere altri marinai e Ufficiali russi e comincia a capire che tutti avevano non solo una buona base di preparazione professionale, ma anche la stessa mentalità.

Notai che lo stesso pragmatismo che caratterizzava l’equipaggio russo della Amrum era simile a quello di tutti gli altri equipaggi russi o ucraini che con l’andare del tempo imparai a conoscere.

Nessuno di loro intendeva farsi notare o dare nell’occhio, lavoravano caparbi e silenziosi, rispettando al minuto gli orari di lavoro e le pause.

Purtroppo, mi accorsi anche che piuttosto di informare di qualche malfunzione nei macchinari, preferivano riparare eventuali piccole avarie, senza informarmi di eventuali guasti e senza assumersi responsabilità personali.

Lavoravano e basta.

Tutto al contrario del nostro sistema di manutenzione e riparazione che prevede dettagliati rapporti, sia per le informazioni di bordo sia per l’ufficio tecnico dell’armatore.

I nostri colleghi russi pensavano in modo diverso.

Loro provenivano da una feroce e bestiale dittatura comunista, conoscevano solo la volontà dello Stato e quella del loro Commissario politico che gli imponeva di, a fare senza pensare ciò che veniva loro ordinato senza lamentarsi mai per non finire rinchiuso in un Gulag ai lavori forzati; come nemico del Popolo.

Capii con il tempo che questi uomini avevano sviluppato un modo di sopravvivere unico al mondo.

Capii che in Russia, la gente aveva non solo imparato con rottame a tenere macchinari da rottame in funzione ma aveva anche imparato a vivere con dignità, con quel poco che lo Sato le passava.

I russi che conobbi erano semplici e modesti, ma nel pensiero sotto diversi aspetti, avanguardisti e futuristi come gli americani.

Le necessità materiali e lo spirito di sopravvivenza forgiarono assieme le famiglie e le brigate di lavoro incitandole per potere continuare a esistere a sempre più grandi sforzi comuni.

La gioventù poi capì presto che senza brillanti risultai scolastici e ferrea disciplina di Partito non aveva possibilità di migliorare la propria condizione sociale.

Tutto questo fece sì che due semplici marinai russi diventassero dei provetti meccanici che erano in grado in grado di eseguire lavori di alta precisione con un tornio.

I nostri viziati marinai occidentali, non ne sarebbero stati capaci.

I nostri marinai non avevano mai avuto bisogno di doversi impegnare tanto per avere tutto appunto perché, quel tutto, loro lo avevano sempre avuto ed esattamente per questo il loro ingegno e la loro volontà di migliorare la propria esistenza si erano affievoliti.

È proprio vero, l’anziano marinaio russo aveva ragione, soprattutto gli indifferenti, i manzoniani, i servili e gli arroganti tra di noi qui in occidente, dovrebbero ringraziare Iddio di non essere nati in Russia.

Il superfluo dell’occidente aveva in gran parte assopito lo spirito di competizione nella gente e resa quasi automa e schiava del suo stesso benessere e così facendo aveva dato via a un latente decadenza di pensiero e di qualità di vita sociale.

Osservandoli, mi convinsi che in un Paese come la Russia, dove la popolazione riuscì a scrollarsi di dosso la feroce dittatura comunista, le virtù umane dettate loro solo dalla fede religiosa, dall’amore, dal buonsenso e dal rispetto per il prossimo, per quanto proibite dal regime comunista, avevano albergato nel loro animo, come partigiani della Vita.

Queste stesse preziose virtù umane ora emergevano lentamente dai loro cuori e affioravano, avide e vogliose di essere, alla luce del giorno, cacciando via la malefica dottrina comunista che per così lungo tempo aveva soggiogati intere popolazioni.

Mi parve anche che quasi in un equilibrio di forze poi, l’Europa occidentale decadeva, parallela e in ugual misura all’evoluzione di quella orientale.

Gli attuali sintomi di decadenza che si notano sia in Germania, sia nell’odierna Europa comunitaria sono il classico esempio di una latente degrado, mascherato in modo crudele dall’arrogante e malefica stupidita primordiale. © Franco Parpaiola (2010)

Brano tratto dal mio manoscritto “La motonave Amrum” di prossima pubblicazione con Amazon -Kindel.

 

 

Nota: 16 marzo 2022.

 

L’America e l’occidente della dottrina Merkel, temono  proprio questo: La tenacia, la forza intellettuale e la caparbia volontà della grande maggioranza della popolazione russa, di migliorare con lo studio e il lavoro la propria esistenza.

La forza della Russia è la capacità e la forza di volontà del suo popolo, è di questo che l’occidente corsaro e rapinatore di sostanze e materie prime altrui ha paura.