... per questo era piuttosto difficile comunicare con l’equipaggio russo.
Solo in primo Ufficiale parlava bene l’inglese, d’altronde i due marinai in
coperta erano ancora più taciturni e riservati dei frisiani e questo scoraggiava
sul nascere un qualsiasi contato umano.
Ciò che in un certo qual modo mi preoccupava, era la loro innata tendenza a
nascondere le cose a non cooperare o chiedere consiglio o aiuto.
Con il tempo mi accorsi che la loro era una vera e propria condizione
mentale, il loro sgomento di farsi notare o di dover fare un qualsiasi rapporto
di malfunzione di un qualsivoglia macchinario in coperta, mi sembrava innato e
aveva un nonsoché di quasi patologico.
L’ennesima conferma del loro modo di lavorare la ebbi qualche Settimana
prima della prevista consegna della nave ai nuovi proprietari.
Sulla coperta di lancio scialuppa e zattere di salvataggio, avevamo un
verricello manuale per il carico delle provvisioni e materiale vario e quello
era fuori uso e pertanto da cambiare.
Il Comandante, sicuro di sé diede prova di tutta la sua stupidità
primordiale e invece di ordinare un nuovo verricello manuale di poche centinaia
di Marchi diede ordine ai due marinai di riparare quello vecchio.
I due si misero subito all’opera con caparbia e tenacia, ma dopo un intero
giorno lavorativo dopo aver riscaldato con la fiamma ossidrica il verricello,
cercando di smuoverlo dovettero desistere; quell’aggeggio era talmente grippato
e corroso dalla ruggine e dalla salinità che ormai era completamente da
buttare.
L’indomani mattina i due ritornarono alla carica e bruciando i bulloni di
tenuta tolsero il verricello dall’albero girevole e mi chiesero, assicurandomi
che poi e avrebbero pulito e riassettato il tutto, se potevano lavorare nella
mia officina dove c’era pure un piccolo tornio per piccoli lavori meccanici di
ricondizionamento.
In un paio di giorni usando materiale di bordo e solo gli ingranaggi del
vecchio verricello i due marinai ne costruirono uno nuovo.
Al tornio, dall’asse di una pompa usata che trovarono nella cassa del ferro
vecchio si fecero pure nuove assi per gli ingranaggi.
A lavoro finito, la mia officina era di nuovo pulita e in ordine come
prima.
» Vedi, «-mi disse Karl quando i due marinai orgogliosi e sicuri di aver
fatto un buon lavoro e di aver dimostrato le loro capacità, ci presentarono il
nuovo argano-» Questi due russi hanno lavorato per tre giorni, per costruire un
argano che tra un paio di Settimane sarà di nuovo arrugginito e inservibile.
Noi lo avremmo buttato a mare e ordinato uno nuovo e zincato. Capisci adesso
quanto sono stupidi i russi?«
Concluse poi con far da sapientone.
Al ciò, preferii non rispondere.
# # #
La sera stessa, in mensa, dopo la solita frugale cena; ebbi l’occasione di
parlare con loro.
Uno dei due masticava un poco di inglese così che ci si poteva capire e mi
prevenne; quasi con umiltà mi chiese che cosa ne pensavo del loro lavoro ed io
gli risposi che ne ero rimasto piacevolmente sorpreso.
Non potei però fare a meno di dirgli che i marinai tedeschi avrebbero
gettato fuori bordo il vecchio argano e chiesto un nuovo.
Il più anziano dei due, quello che parlava un poco di inglese disse qualche
cosa al suo collega, poi per un lungo minuto tacquero entrambi, scambiandosi
infine piccole frasi veloci.
Mi sembrò per un momento che i due prendessero il coraggio a due mani e
pesassero ogni singola sillaba di quello che dovevano dirmi.
Parlando sommesso mi sentii dire cose che non dimenticherò mai più.
» Vedi Chief, ringrazia il cielo che sei nato nell’Europa occidentale. Tu e
tutti gli altri qui in occidente dovreste esultare gioivi e ogni giorno con
umiltà pregare e ringraziare Dio che non avete dovuto vivere come abbiamo
dovuto vivere noi in Russia. Pensa solo che noi in tutta la nostra vita non
abbiamo mai visto tante buone cose da mangiare come le avete voi qui a bordo.
Siate riconoscenti e grati e ringraziate il Signore della Sua generosità nei
vostri confronti, perché voi avete tutto, noi al contrario non abbiamo nulla o
quassi niente. Nelle nostre fabbriche
gli operai sono costretti a costruirsi i loro attrezzi, come un banale
cacciavite ad esempio. Lavoriamo con ferrovecchio per tenere in funzione
macchinari di ferrovecchio, non abbiamo altre possibilità. Noi non sappiamo
fare ogni cosa, ma con quel poco che abbiamo sappiamo fare molto, per noi fu
cosa di tutti giorni rifare quell’argano e siamo sicuri di aver un buon lavoro.
«
Il marinaio russo non mi disse che questo e le sue spiegazioni mi presero
del tutto impreparato.
Stavo lì seduto, con la mia tazza di caffè in mano e fumandomi una
sigaretta mi guardavo questi due semplici marinai russi che sapevano
maestramene lavorare al tornio e che con rottame e ferro, costruire un piccolo
mulinello per sollevare pesi fino a cinquecento chili e non sapevo più che cosa
rispondere o che pesci pigliare.
Karl e il suo inaudito sarcasmo e diniego verso il suo stesso equipaggio,
si sbagliava e si sbagliava pure di grosso.
Davanti a me sedevano due uomini che con poco in poco tempo avevano fatto
tanto.
Loro potevano con quasi niente fare molto più che noi, noi, gli agiati
occidentali dell’usa e getta al quale interessava solo il tempo e il denaro
facile.
Lì, parlando con loro mi accorsi che noi in occidente avevamo dimenticato
come dialogare e comunicare.
Dovetti ammettere che noi avevamo dimenticato di aguzzare il nostro ingegno
e proprio in questo punto vedevo la nostra vulnerabilità e allo stesso tempo la
loro forza.
Noi occidentali, al contrario di loro, eravamo socialmente apatici, fautori
sì del nostro benessere und allo stesso tempo; sì vincitori della nostra
povertà postbellica ma anche vinti dalla nostra stessa effimera sicurezza e
arrogante auto -compiacenza.
» Non avete torto, avete fatto un bel lavoro, in un Mese però il verricello
sarà di nuovo bloccato dalla salsedine e dalla ruggine «Obiettai, ben sapendo
che era stato Karl a ordinare loro di riparare l’argano.
» Un Mese Chief? Sai che cos`e in Russia un Mese per una macchinetta
simile? Un Mese è una vita, e per noi un premio. «
» E poi, dopo quel Mese? «Chiesi incuriosito.
» Ach scordatelo Chief, oggi il verricello funziona se non succede qualche rivoluzione
prima, ne riparleremo tra un mese. «Rispose l’anziano marinaio, sorridendo si
alzarono entrambi e salutando se ne andarono a dormire.
# # #
Karl sbagliava, ma quale stupidita primordiale dei russi e dei latini; quei
due non erano affatto stupidi.
La loro preparazione professionale era di gran lunga superiore a quella dei
nostri marinai e questo alla faccia di tutte contorte teorie die superiorità Indo-germanica
e della cosiddetta razza a Ariana.
Imparai con il tempo a conoscere altri marinai e Ufficiali russi e comincia
a capire che tutti avevano non solo una buona base di preparazione
professionale, ma anche la stessa mentalità.
Notai che lo stesso pragmatismo che caratterizzava l’equipaggio russo della
Amrum era simile a quello di tutti gli altri equipaggi russi o ucraini che con
l’andare del tempo imparai a conoscere.
Nessuno di loro intendeva farsi notare o dare nell’occhio, lavoravano
caparbi e silenziosi, rispettando al minuto gli orari di lavoro e le pause.
Purtroppo, mi accorsi anche che piuttosto di informare di qualche
malfunzione nei macchinari, preferivano riparare eventuali piccole avarie,
senza informarmi di eventuali guasti e senza assumersi responsabilità
personali.
Lavoravano e basta.
Tutto al contrario del nostro sistema di manutenzione e riparazione che
prevede dettagliati rapporti, sia per le informazioni di bordo sia per
l’ufficio tecnico dell’armatore.
I nostri colleghi russi pensavano in modo diverso.
Loro provenivano da una feroce e bestiale dittatura comunista, conoscevano
solo la volontà dello Stato e quella del loro Commissario politico che gli
imponeva di, a fare senza pensare ciò che veniva loro ordinato senza lamentarsi
mai per non finire rinchiuso in un Gulag ai lavori forzati; come nemico del
Popolo.
Capii con il tempo che questi uomini avevano sviluppato un modo di
sopravvivere unico al mondo.
Capii che in Russia, la gente aveva non solo imparato con rottame a tenere
macchinari da rottame in funzione ma aveva anche imparato a vivere con dignità,
con quel poco che lo Sato le passava.
I russi che conobbi erano semplici e modesti, ma nel pensiero sotto diversi
aspetti, avanguardisti e futuristi come gli americani.
Le necessità materiali e lo spirito di sopravvivenza forgiarono assieme le famiglie
e le brigate di lavoro incitandole per potere continuare a esistere a sempre
più grandi sforzi comuni.
La gioventù poi capì presto che senza brillanti risultai scolastici e
ferrea disciplina di Partito non aveva possibilità di migliorare la propria
condizione sociale.
Tutto questo fece sì che due semplici marinai russi diventassero dei
provetti meccanici che erano in grado in grado di eseguire lavori di alta
precisione con un tornio.
I nostri viziati marinai occidentali, non ne sarebbero stati capaci.
I nostri marinai non avevano mai avuto bisogno di doversi impegnare tanto
per avere tutto appunto perché, quel tutto, loro lo avevano sempre avuto ed
esattamente per questo il loro ingegno e la loro volontà di migliorare la
propria esistenza si erano affievoliti.
È proprio vero, l’anziano marinaio russo aveva ragione, soprattutto gli
indifferenti, i manzoniani, i servili e gli arroganti tra di noi qui in
occidente, dovrebbero ringraziare Iddio di non essere nati in Russia.
Il superfluo dell’occidente aveva in gran parte assopito lo spirito di
competizione nella gente e resa quasi automa e schiava del suo stesso benessere
e così facendo aveva dato via a un latente decadenza di pensiero e di qualità
di vita sociale.
Osservandoli, mi convinsi che in un Paese come la Russia, dove la
popolazione riuscì a scrollarsi di dosso la feroce dittatura comunista, le
virtù umane dettate loro solo dalla fede religiosa, dall’amore, dal buonsenso e
dal rispetto per il prossimo, per quanto proibite dal regime comunista, avevano
albergato nel loro animo, come partigiani della Vita.
Queste stesse preziose virtù umane ora emergevano lentamente dai loro cuori
e affioravano, avide e vogliose di essere, alla luce del giorno, cacciando via
la malefica dottrina comunista che per così lungo tempo aveva soggiogati intere
popolazioni.
Mi parve anche che quasi in un equilibrio di forze poi, l’Europa
occidentale decadeva, parallela e in ugual misura all’evoluzione di quella
orientale.
Gli attuali sintomi di decadenza che si notano sia in Germania, sia
nell’odierna Europa comunitaria sono il classico esempio di una latente
degrado, mascherato in modo crudele dall’arrogante e malefica stupidita
primordiale. © Franco Parpaiola (2010)
Brano tratto dal mio manoscritto “La motonave Amrum” di prossima
pubblicazione con Amazon -Kindel.
Nota: 16 marzo 2022.
L’America e l’occidente della dottrina Merkel, temono proprio questo: La tenacia, la forza
intellettuale e la caparbia volontà della grande maggioranza della popolazione
russa, di migliorare con lo studio e il lavoro la propria esistenza.
La forza della Russia è la capacità e la forza di volontà del suo popolo, è
di questo che l’occidente corsaro e rapinatore di sostanze e materie prime
altrui ha paura.
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