Il raduno mensile
dei nonnetti pubertanti all’ultimo giorno lavorativo del Mese questa volta è stato
più esplicito del solito.
Venerdì scorso
parlammo di rifugiati politici, quelli cioè che secondo la Carta delle Nazione
Unite sui diritti dell’Uomo; hanno veramente diritto allo statuto di
perseguitato politico.
Discutemmo anche il
fenomeno dei cosiddetti fuggiaschi clandestini, della criminalità africana, magrebina
e asiatica che sta invadendo l’Italia e se i confini dell’Italia verso Francia,
Svizzera e Austria non fossero ermeticamente chiusi dilagherebbero in tutta l’Europa.
Tralasciammo i
confini dell’Italia con la Slovenia e la Croazia, perché in quest’ultimi due
Paesi; se non in ferie, non ci vuole andare nessuno.
Parlammo del
Trattato di Dublino, dell’equa divisone di rifugiati politici e dei gravi problemi sociali ed economici che l’Italia praticamente
lasciata sola e isolata dal resto dell’Europa, deve attualmente affrontare.
I miei amici ed
io sappiamo esattamente che le operazioni di salvataggio delle cosiddette Ong nel Mediterraneo
sono interventi al limite della tratta di esseri umani, come sappiamo anche che
l’intera menzogna di “salvataggio” ha qualche cosa di demoniaco e di perfido e
criminale cinismo.
Le disposizione
che regolano il comportamento delle imbarcazioni coinvolte nel salvataggio di naufraghi in mare sono chiare ed esplicite,
semplici e lineari.
Tali disposizioni
impongono ai soccorritori di trasportare i naufraghi nel porto più vicino.
In questo caso il
porto più vicino alle coste libiche sarebbe Zarzis in Tunisia o La Valletta a
Malta che distano rispettivamente 65 e 105 miglia marine circa dai punti di
raccolta dei cosiddetti “naufraghi” lungo le coste e libiche e non ha circa 225
miglia come lo è distante dal luogo del
recupero il primo porto della Sicilia.
Noi sappiamo che
le imbarcazioni Ong in teoria svolgono azioni di salvataggio in mare, come siamo anche a conoscenza del fatto
che i loro salvataggi sono la conseguenza di procurati naufragi, con perdite di
vite umane che, alla luce dei fatti; si
possono benissimo definire delle vere e
proprie causate stragi.
Le imbarcazioni
Ong sono in realtà imbarcazioni da diporto registrate nei loro Paesi di origine,
come la Sea Watch II, ad esempio, registrata presso il Tribunale civile di Amburgo in
Germania ma battente bandiera panamense.
Queste
imbarcazioni non hanno nessuna copertura assicurativa e tanto meno sono
certificate da una delle tante società di classificazione navali, e dichiarate idonee a trasportare
passeggeri e tanto meno sono rintracciabili nei imbarcazioni da diporto nei
vari registri internazionali, come non si trova traccia del loro rapporto annuo
di bilancio finanziario con un chiaro resoconto delle loro entrate e uscite´.
Le imbarcazione
Ong sono per esclusivo uso e diletto dei membri della associazione Sea Watch II
e.V, ne più ne meno che questo; quando poi si trovano in un luogo di naufragio è
loro dovere soccorrere i naufraghi e non essendo naturalmente in grado di ricevere
a bordo centinaia di naufraghi si vedono costrette a chiedere l’intervento di
unità navali con più adeguate possibilità di soccorso.
Un circolo
vizioso simile, perfettamente legale non
può essere che studiato a tavolino da chi consce alla perfezione tutte le sfaccettature
delle disposizioni IMO che regolano il comportamento delle imbarcazioni in
mare.
Le Ong per conto
di chicchessia poi, con il pretesto di salvare vite umane in mare non fanno
altro che contribuire in modo sostanziale
a trasbordare decine di migliaia di criminali e mascalzoni africani di ogni
fattispecie in Italia.
Gli unici al
Mondo che possono fermare le Ong almeno quelle registrate presso un Tribunale
della Germania sono i Procuratori o Pubblici Ministeri della Germania e nessun
altro.
Sappiamo però che finché nei bilanci annui delle Ong non esiste traccia di operazioni illecite o
di deviamento o impiego di fondi provenienti da donazioni o che ci siano
fondati sospettati di guadagni illeciti da parte di suddette Ong; anche i
Pubblici Ministeri hanno le mani legate.
Sappiamo chi sono
i membri del Gruppo dei Tangerini, che finanziano e assicurano “internos”
queste operazioni di presunto naufragio e salvataggio, come sappiamo chi sono e
che cosa fecero e tutt’ora fanno certi membri della Blackwater da dentro il
Gruppo dei Tangerini.
Sappiamo anche
che attraverso le sue varie associazioni finanziarie e pedine politiche, Soros
stesso e invischiato in questo turpe mercato di esseri umani dove circolano
metri cubici di dollari che di gran lunga superano i Pil dei Paesi ballatici
messi insieme e ci chiediamo che cosa avesse poi da dire ai mascalzoni politici
attualmente al governo durante il suo recente incontro a Roma.
Sappiamo anche
che la criminalità politica italiana grazie ai clandestini ha saccheggiato ai
contribuenti italiani qualche cosa come 5 miliardi di Euro.
Sappiamo però
anche che in questa palude di interessi politici e finanziari anche europei, l’unico
vero e realistico modo per fermare le Ong, è quello di affondarle.
È di questo, che
l’ultimo giorno lavorativo del Mese la Gang dei nonnetti perturbanti formata
anche da un giurista in pensione da uno sbirro e altri due bucanieri della
Birra sottoscritto incluso, ha parlato.
Siamo venuti alla
conclusione che questo machiavellico nodo giuridico di Gordiano cosi come ideato
e presentato dal Gruppo dei Tangerini si
possa sciogliere solo con un colpo netto di spada spezzandolo e contemporaneamente
affondando le Ong in mare.
Altra soluzione
non esiste, a meno che naturalmente gli italiani stessi sfidando gli imboscati nelle forze del ordine, che per ben che loro vada li prenderebbe solo a manganellate, non darebbero alle fiamme i vari pazzi del potere legislativo ed esecutivo italiano meglio definibili come i Palazzi delle vergogna con tanto di inquilini dentro.
For the Record:
Esistono due rimorchiatori MERGEZ entrambi in
servizio. in Libia. IMO 9991001 ISM Manager UNKNOWN since 01/07/2005
0309935 Ship manager/Commercial manager CAPIECI SPA
Via Giuseppe Garibaldi 112, 80121 Messina ME, Italy. during 2005
0309935 Registered owner CAPIECI SPA Via Giuseppe
Garibaldi 112, 80121 Messina ME, Italy. during 2005
Come Blackwater ed Emergency traghettano migranti
in Italia
Regina e Chris Catrambone
MOAS è l’acronimo di Stazione di aiuto ai migranti in mare aperto. Si
tratta di un’organizzazione non governativa con sede a Malta che si è posto il
compito di pattugliare il Mediterraneo e salvare persone in alto mare,
recuperandole da gommoni, zattere e barche sul Phoenix, il peschereccio
della MOAS, una nave completa di droni per sorvegliare le acque, traghettando i
migranti per miglia, dalle coste libiche alla Sicilia. L’organizzazione è
gestita da Chris Catrambone (35) e sua moglie Regina. Chris Catrambone,
statunitense della Louisiana diplomato al college, gestiva un ristorante su un
battello a vapore ed ha lavorato presso il Congresso degli Stati Uniti a
Washington DC, prima di lavorare come investigatore assicurativo. In tale veste
fu inviato nei luoghi più pericolosi del mondo, come ad esempio Iraq e
Afghanistan. Dopo aver fatto abbastanza esperienza, e accidentalmente
sopravvissuto all’uragano Katrina in Louisiana nel 2005, l’anno dopo
Chris Catrambone fondava il Tangiers Group, azienda globale
specializzata in “Servizi di assicurazione, assistenza di emergenza,
gestione dei sinistri sul campo ed intelligence“(1)). Inizialmente operava
dagli Stati Uniti, ma per gestire meglio l’azienda in espansione trasferiva le
attività in Italia (dove incontrava la futura moglie) e poi a Malta. È qui che
nel 2013 Chris Catrambone fondò la Migrant Offshore Aid Station
(MOAS) per assistere la popolazione del terzo mondo ad attraversare il mare in
cerca di una vita migliore. Catrambone e la moglie si dice che abbiano speso 8
milioni di dolari propri per tale fine, perché, come il fondatore della MOAS ha
confessato, anche lui, una volta che perse la casa a causa di Katrina,
capì la situazione degli altri.
Ian Ruggier è un membro del consiglio della MOAS. Questi un tempo fece
scalpore a Malta con un piano volto a frenare i migranti in rivolta a Malta. Le
unità di polizia circondarono la folla, ed isolarono e colpirono i capi per
evitare ulteriori dimostrazioni. Eppure qualcosa andò storto e fallì, con le
organizzazioni pro-immigrati che fecero enorme clamore e i tribunali che se ne
occuparono (2). Dopo 25 anni di servizio, Ian Ruggier ha trovato lavoro nella
MOAS: incaricato di contenere i migranti ora è passato dalla loro parte: Saulo
divenne Paolo. Forse.
Ma che succede se Ian Ruggier è soltanto l’uomo il cui compito è garantire che i migranti soccorsi o infiltrati in Europa non finiscano a Malta? Perché le barche della MOAS sono di stanza a Malta, da dove operano. Una volta caricati di immigrati, salpano dal porto di La Valletta verso l’Italia per scaricarvi il carico umano. Robert Young Pelton è consulente strategico della MOAS (3), fondatore di Migrant Report (4) e proprietario della Dpx (Posti estremamente pericolosi) Gear, che vende coltelli da guerra (5) per chi si reca nelle zone di conflitto da cui, stranamente, provengono le persone che si suppone MOAS e Migrant Report dovrebbero aiutare. Come giornalista free-lance ha incontrato Eric Prince, il fondatore della Blackwater, la società militare privata statunitense (mercenari) impegnata in operazioni in Afghanistan e Iraq; per inciso, la Blackwater è stata impiegata anche in Louisiana, durante l’uragano Katrina: Chris Catrambone era capitato lì proprio in quel momento. Robert Young Pelton ha incrociato Eric Prince su questioni finanziarie.
Ma tornando a Chris Catrambone. Un giovane laureato e dipendente, costituisce una società (Tangiers Group) che estende rapidamente le attività in oltre cinquanta Paesi, comportando profitti per milioni da potersi creare l’ente di beneficenza che si chiama MOAS. MOAS impiega uomini che contemporaneamente possono intervenire presso le aziende militari private o essere incaricati di frenare l’afflusso di persone che cercano di attraversare il Mediterraneo. Tale organizzazione non-governativa non è in concorrenza con i governi europei nel recupero dei migranti: piuttosto li integra, un riconoscimento per cui il suo fondatore riceve premi. (6)
Alcune domande sorgono. Come ha fatto Chris Catrambone ad accumulare tale
fortuna, così giovane, sul mercato delle assicurazioni? (7) È il suo ente di
carità è solo un’espressione delle proprie convinzioni personali? Persegue
scopi politici? Il suo Tangiers Group opera nelle zone di guerra: è un
puro caso? Lavorò presso il Congresso degli Stati Uniti a Washington DC. Alcuni
suoi collaboratori spuntano nelle stesse zone pericolose dove opera Tangiers
Group. Anche qui un puro caso? Sembra che ci sia una stretta relazione tra
MOAS, marina maltese ed esercito statunitense. MOAS è guidata da un ufficiale
di marina noto per il duro trattamento inflitto agli immigrati; fu promosso
partner commerciale della Blackwater, ben nota per le azioni spietate
contro i civili e di proprietà di una persona che ha fatto fortuna sfruttando
le operazioni militari statunitensi in Afghanistan, Africa del Nord e Medio
Oriente. Lo stesso denaro, in un modo o nell’altro, guadagnato creando caos in
Africa e Medio Oriente, provocando la crisi dei rifugiati, viene ora usato per
spedire migliaia di africani senza documenti nel cuore dell’Europa, causando
problemi in Italia, Francia, Grecia e Germania. Non si può fare a meno di
chiedersi se quelli della MOAS siano onesti salvatori o compiano la missione di
destabilizzare ancora di più l’Europa.
Ma che succede se Ian Ruggier è soltanto l’uomo il cui compito è garantire che i migranti soccorsi o infiltrati in Europa non finiscano a Malta? Perché le barche della MOAS sono di stanza a Malta, da dove operano. Una volta caricati di immigrati, salpano dal porto di La Valletta verso l’Italia per scaricarvi il carico umano. Robert Young Pelton è consulente strategico della MOAS (3), fondatore di Migrant Report (4) e proprietario della Dpx (Posti estremamente pericolosi) Gear, che vende coltelli da guerra (5) per chi si reca nelle zone di conflitto da cui, stranamente, provengono le persone che si suppone MOAS e Migrant Report dovrebbero aiutare. Come giornalista free-lance ha incontrato Eric Prince, il fondatore della Blackwater, la società militare privata statunitense (mercenari) impegnata in operazioni in Afghanistan e Iraq; per inciso, la Blackwater è stata impiegata anche in Louisiana, durante l’uragano Katrina: Chris Catrambone era capitato lì proprio in quel momento. Robert Young Pelton ha incrociato Eric Prince su questioni finanziarie.
Ma tornando a Chris Catrambone. Un giovane laureato e dipendente, costituisce una società (Tangiers Group) che estende rapidamente le attività in oltre cinquanta Paesi, comportando profitti per milioni da potersi creare l’ente di beneficenza che si chiama MOAS. MOAS impiega uomini che contemporaneamente possono intervenire presso le aziende militari private o essere incaricati di frenare l’afflusso di persone che cercano di attraversare il Mediterraneo. Tale organizzazione non-governativa non è in concorrenza con i governi europei nel recupero dei migranti: piuttosto li integra, un riconoscimento per cui il suo fondatore riceve premi. (6)
Nessun commento:
Posta un commento