Cari
connazionali: La competizione, sia sul Lavoro sia nella vita sociale di tutti i
giorni, è una cosa, il plebeismo è un'altra.
Sia dalla vostra sia
dalla mia parte del Brennero, di plebei ignoranti opportunisti e malefici ne abbiamo fin troppi.
La grossolanità e
la cattiveria del plebeismo si possono coltivare, concimare e annaffiare; accudirli allo stesso modo che una provetta ortolana coltiva il proprio orto o un
capace giardiniere i suoi fiori.
Il plebeismo non
ha un’appartenenza o una definizione di rango o casata sociale ben definita,
l’Urdummeheit, vale a dire, l’idiozia innata e primordiale, non ha confini, non
ha volto, è astratta, ed è intrinsecamente un valore personale, uno stato
mentale come può essere la parte più misera e malvagia dell’essere umano.
Il plebeismo una
volta che ha attecchito e ha preso possesso di un società, è peggio della gramigna
che si è insediata ed ha attecchito in un orto fertile o in un giardino
fiorito, non te ne liberi mai più, se non estirpandola.
Quando l’indole
plebea si concima con il veleno della calunnia, detto anche spin giornalistico,
debitamente dosato da abili e malefici untori e stregoni della notizia e la si annaffia
con la forza mediatica del tornaconto politico e ci si aggiunge anche passioni
e aspirazioni di potere di sciuscia e bibitari vari, triviali
e scurrili figuri senza alcun
ritegno e rispetto personale, ai quali, se aggiungiamo anche il sacrilego
comportamento del clero e la devastante potenza delle varie lobby, meglio
conosciute come mafie, e ancor meglio definite come criminalità politica organizzata,
allora vedremo che sarà molto difficile potersi sottrarre al potere malefico,
al fascino irreale di un cocktail sociale simile, confezionato e dosato su
misura a seconda delle necessità dai pochi, per esclusivo e solo uso e consumo dei beoti.
Tutto questo
porta inevitabilmente a malefiche incomprensioni sociali, a screzi tra la gente
di diverse nazionalità, alimenta dubbi e paure nascoste, incute timore verso lo
sconosciuto e straniero, annaffia avversioni, che se ben coltivate e
indirizzate, come dicevo prima, da abili untori e fattucchieri delle novità più
o meno contorte, possono trasformarsi in una forza sociale negativa micidiale e
pericolosa, difficilmente controllabile.
Dividi et Impera,
dicevano i cesari e senatori romani, ciò valeva allora, tanto quanto lo vale oggi ed avrà il suo valore nei
millenni a venire, in altre parole dai ad una scimmia una chiave in mano e
quella si stente la padrona dello Zoo.
In questo Mondo
ci sono tante scimmie, ma ci sono anche tante chiavi, l’insieme si chiama irrazionalità
politica e sociale che inevitabilmente porta a guerre e distruzioni.
Oggi più che mai,
nel macrocosmo dell’informazione mediatica e della comunicazione istantanea in
un patetico Mondo fatto di apparenze e menzogne, di convinzioni di comodo e
mancanza di un saldo senso di responsabilità collettiva, dove ognuno cerca con
il minimo impiego di ottenere il massimo, il succo del vecchio detto romano, si
manifesta in modo alquanto doloroso in tutta la sua isterica crudeltà e sciocca
cattiveria.
La fonte degli
screzi tra gli Spaghetti ed i Currywurst , in generale, la si deve cercare
proprio lì, nel detto Dividi et Impera, nel modo moderno di applicare veleni,
distruggendo senza uccidere.
In un microcosmo
navale come quello nel quale ho vissuto praticamente tutta la mia vita
lavorativa, tutto ciò non è possibile, il veleno della calunnia, le dicerie di
tornaconto, gli interessi personali del singolo, la mentalità plebea della massa,
la gramigna sociale, la politica, la criminalità organizzata, il clero, tutto
ciò non attecchisce, e se, l’estirpiamo subito senza pietà alcuna.
L’effimero
insipido piacere della calunnia, quello della stupida arroganza e senso di
superiorità, da noi, a casa nostra, la fuori in mare su di una nave non può
esistere, prima o poi tutto ciò si tradurrebbe in un disastro navale con la
perdita della nave e forse anche di tutto il fottuto equipaggio che è stato
cosi fesso da lasciarsi avvelenare dalla gramigna asociale.
Anche a Bremen
c’è tanta plebe, difatti i miei vecchi colleghi ed io ne parliamo in
continuazione.
Durante le nostre
sedute mensili al banco della birra; analizziamo i fatti con la nostra
mentalità di Gente di Mare, e le nostre valutazioni del presente e previsioni
per il futuro sono nere.
Vediamo che
l’erosione del buonsenso umano e in continuo aumento, e che i suoi frutti si
seccano al Sole o non sono mai sbocciati e che l’orto e il giardino si sono
quasi deidrati, lasciando il posto all’arida sabbia dell'ottusità collettiva e
degli Interessi e tornaconto di parte mascherati dal paravento dell'ipocrisia.
In Italia dovreste
fare come facciamo noi Gente di Mare in pensione: non vi curate più di
loro, guardateli bene, teneteli d’occhio,
ragionateci sopra, combatteteli senza pietà e senza indecisione dove li
trovate e come li vedete, dove li vedete.
Ricordatevi che
quelli non sono altro che palloni gonfiati molto vulnerabili, colpiteli senza
compassione.
Solo così
rimarrete voi stessi e manterrete la vostra mente libera di spaziare senza
paura.
Salutönen.