Altri, ancora,
sono pronti a giurare che un prossimo periodo di rigidi inverni, sia imminente.
Personalmente
concordo con quest’ultimi, mi è però difficile accettare la predizione sul
prossimo futuro, dove secondo certuni, il ghiaccio comincerà a ricoprire
l’emisfero settentrionale e meridionale del Pianeta lasciando libera solo la
fascia tra i tropici.
In questo momento
il Passaggio a Nordovest è aperto; lo è almeno d’Estate e secondo le previsioni
dell’ufficio di ricerche marittime statunitense, prossimamente dovrebbe essere completamente
libero dal ghiaccio, almeno durante il periodo estivo.
Oltre al
Passaggio verso ovest, via le acque territoriali canadesi, ne esiste un altro ed
è quello lungo le coste polari della Russia, detto "Passaggio a Nord."
Entrambe le rotte, a detta degli esperti, saranno completamente libere al traffico navale in
poco più che un decennio.
Già diversi anni
fa una petroliera russa, assistita da due rimorchiatori rompighiaccio, salpata da
Vladivostok, dimostrò con una traversata di sole due settimane attraverso il
mare di Okhotsk, com'era possibile trasportare petrolio
nell’oceano Pacifico dall'isola di Sakhalinsk, passando anche d’Inverno, al largo dell’Isola di
Wrangel, subito dopo la Stretto di Bering, .
La Finlandia, ha
pure iniziato a trasportare petrolio via mare dalla penisola di Yamal che si trova a
metà strada della rotta a Nord della Russia.
Quest'anno poi lo
Stretto di Bering era libero dal ghiaccio anche d’Inverno; gli esperti dicono che questa situazione si
protrarrà ancora per i decenni a venire.
Durante l’ultimo
centenario, il ghiaccio polare ha perso il 25% della sua consistenza e verso il
2050, almeno durante l’Estate, il polo Nord sarà completamente libero dai banchi di ghiaccio.
A prescindere dai
problemi di sicurezza nazionale che un’apertura di quei mari comporta, l’orso
bianco sta perdendo il suo habitat ed è già stato avvistato a Capo Nord in
Norvegia, mentre gli eschimesi si vedono costretti a cambiare le loro abitudini
e dieta, per mancanza di foche.
L’impatto
commerciale che questa situazione comporterà per tutto il trasporto marittimo
globale e in special modo per i canali di Panama e Suez, è più che evidente.
Tutto questo
però, a prescindere dall’ovvio scioglimento delle due calotte polari, dipenderà
in gran parte dal comportamento della corrente del Golfo, che contrariamente a
quello che la sua denominazione suggerisce, non scaturisce dal Golfo del
Messico, come tutti noi credevano da sempre, bensì come le rivelazioni satellitari hanno
dimostrato, trova la sua origine principale nell’oceano Indiano e Pacifico.
La corrente del
Golfo non è unica e, non è la sola.
La corrente del
Golfo è incorporata in un complesso sistema di correnti che come immani fiumi solcano gli oceani facendo la gimcana
tra Continenti.
Un ramo di questo
complesso incrocio di fiumi marini è appunto denominato “Corrente del Golfo”, questo,
si stacca alla corrente principale nell’oceano Atlantico e passando lungo la
costa orientale sudamericana si riscalda ancora di più e unendosi alle correnti della
Florida e delle Bahamas da vita a quella corrente atlantica d’acqua calda,
denominata appunto: La corrente del Golfo.
Scorrendo lungo
la costa orientale nordamericana questo ramo, s’incanala verso Nord e nelle
vicinanze della Carolina del Nord, all’altezza di Capo Hatteras gira verso
Nordest, in quel punto, la sua larghezza non è più, di 150 Km come al inizio del suo cammino, bensì di
soli 50 e trasporta alla velocità di due metri al secondo, circa 100 milioni di metri³ d’acqua calda al
secondo.
Prima di
raggiungere le coste nordeuropee, la corrente si divide di nuovo in tre rami, uno
riprende la via verso Sudovest e va a raggiungere il mar dei Sargassi a Est
della Florida, un altro va direttamente verso Est e si unisce alla corrente
delle Canarie, il terzo tira via dritto e questa è la parte Nordatlantica della
corrente del Golfo.
Durante il suo
tragitto verso l’Antartico, la corrente del Golfo si raffredda e anche a causa
della sua evaporazione il suo peso specifico. rispetto all’acqua di mare che la
circonda, è inferiore a quella del Nord-atlantico.
Pertantpo, il peso
specifico dell’acqua salta e la sua bassa temperatura nella zona polare, la fa
sprofondare negli abissi marini.
Da questo momento
tra Spitzbergen e la Groenlandia si forma la cascata più grande del Pianeta.
In sette tronconi
da 15 Km di larghezza l’uno, appunto le cosiddette Chimneys, circa diciassette milioni di m³ d’acqua
al secondo, sprofondano giù fino a 4000 metri di profondità negli abissi dell'oceano Artico.
La quantità
d’acqua di questa immane cascata e pari a quindici volte la portata di tutti i
fiumi del Pianeta chiamato Terra, dove tra l’altro vive una ridicola bestia che
osa chiamarsi Homo sapiens, sapiens.
È proprio questa
caduta che genera il risucchio necessario a mantenere la corrente del
Golfo in movimento anche nelle regioni polari.
Già da diversi anni ormai gli scienziati e gli istituti di ricerca marina tengono sotto
stretta osservazione la corrente del Golfo, infatti, il pericolo che con lo
sciogliersi dei ghiacciai il peso specifico dell’acqua di questa corrente
diminuisca e l’effetto sifone delle cascate venga a diminuire potrebbe
veramente dare inizio alla fine del clima mite europeo.
In questo periodo
però non ci sono indicazioni tali che fanno pensare, un imminente violento
cambiamento simile.
Gli attuali
sbalzi di temperatura della corrente sono a detta degli scienziati
oceanografici presso l’Istituto IFM Geomar, da ritenersi normali e si basano su
osservazioni e studi iniziati nel 1980 e terminati nel 2008; allo stesso tempo
però, dimostrano che la corrente del Golfo nel passato centenario si è
surriscaldata di + 1,2°C e l’oceano Atlantico di + 0.2°C.
Una delle
conseguenze di questo surriscaldamento ha senz’altro anche un effetto negativo
sull’assorbimento del CO2 da parte degli oceani, che diminuisce in proporzione
all’aumento della temperatura dell’acqua.
In questo momento,
nei vari Istituti di ricerca marittima ci sono diversi programmi di simulazioni
in corso, dove con dei super-computer si cerca di leggere il futuro meteorologico
del Pianeta.
L’unica cosa
certa fin ora è che il livello degli oceani è in aumento e che diverse isole del
Pacifico, come alcune Isole del Kiribati, sulla fascia oraria dei 180°, sono
diventate inabitabili proprio a causa del alzamento del livello marino.
Gli esperti però
concordano sul fatto che potrebbe essere proprio l’effetto serra del Pianeta a
preservare e salvare l’umanità da un'altra era glaciale.
Tutti gli esperti
sembrano optare, per una piccola e parziale era glaciale, una sorta di
raffreddore planetario insomma.
Comunque sia,
visto l’andazzo degli ultimi Anni e la velocità con la quale si sciolgono i
ghiacciai della calotta polare, della Groenlandia assieme al permafrost della tundra siberiana
e canadese, che sciogliendosi libera grandi quantità di metano imprigionato nel terreno dell’Alaska
e i ghiacciai europei e non solo, consiglio caldamente ai posteri di munirsi di
calze di lana e pullover pesanti, non si sa mai…
Dicono anche che
per la fine di questo centennio, la temperatura aumenterà dagli 0,8 gradi
centigradi, fino a raggiungere eventuali valori tra i +4° e i + 4,8°.
Veramente buone
queste previsioni con uno scarto di soli +4°C non vi pare?
Che tristezza.
Sembra veramente
che i luminari del Sole e della Pioggia si dimentichino che nel solo mese di
Agosto del 2003, per un aumento della temperatura media, di soli +1,6° creparono 35.000 persone.
Questo naturalmente successe
in una o due Settimane, dove quasi 15.000 dei decessi per colpi di calore,
avvennero in Francia; vi ricordate?
Ora mi chiedo chi
su questo Pianeta, sarà ancora in Vita se veramente la temperatura media della
Terra dovesse, realmente aumentare, oltre i +2°C, immaginiamoci poi al disopra
dei +4°C.
In uno scenario
simile tutte le grandi Città della Terra sarebbero sommerse dai mari e dagli oceani, come lo sarebbe la
gran parte delle zone industriali del Pianeta, compresi i terreni agricoli. l
Il Pianeta sarebbe in preda a violenti incendi e quei quattro gatti che in un Mondo simile potrebbero essere ancora in vita, non solo non sarebbero in grado di spegnere ma di sicuro comincerebbero a rimpiangere i morti.
Il Pianeta sarebbe in preda a violenti incendi e quei quattro gatti che in un Mondo simile potrebbero essere ancora in vita, non solo non sarebbero in grado di spegnere ma di sicuro comincerebbero a rimpiangere i morti.
http://www.klimabuero-polarmeer.de/fileadmin/user_upload/Pictures/Downloads/Die_polare_Perspektive-d.pdf
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