L’italica passionaria.
La maggior parte degli italiani
sdegna la verità degli altri, figuriamoci poi le Donne italiane.
Le verità degli altri, le tante
verità di tutti gli altri per molte Donne italiane non contano e sono subito
classificate come invidia, goffa e malaugurata critica e archiviate come
distorsione dei fatti, come dicerie e cafonate barbariche.
Gli italici eroi, tutti uguali e
uniformi nel loro pensiero in infallibilità, in questo discorso non c’entrano,
quelli fan solo casino secondo il sapiente dettato delle loro passionarie,
Le moderne “Anita” invece, si
dividono in tante sottospecie e sono sparpagliate in tutto il territorio del
bel Paese,
Sono quelle le peggiori distortici delle
italiche piaghe e verità.
Sono le passionarie, discendenti
da Elena di Troia e seguaci di Anita Garibaldi; da qui il sinonimo “garibaldina”
o “passionaria” sia di destra sia di sinistra.
Sono le “passionarie” le rosse e
le nere, le neutrali, le indipendenti,
le belle, le brutte, le giovani, le vecchie, le dritte, le storte, le zoppe
und: Le zitelle con prole ben avanti e stagionate negli … “anta”, a cui bisogna stare attenti, quest’ultime
poi, sono le peggiori di tutta la banda delle patriottiche passionarie battiate
del beli e pertanto sono da tenera a bada come un serpente velenoso o la peste
bubbonica.
La vulnerabilità delle Società italiana
è palese a tutti ma per togliere l’italico carro dal pantano in cui si trova; ci
vogliono ben più che frasi fatte e squilli di tromba.
L’unico modo per salvaguardarne
la Storia e la Cultura e quello consolidarne le infrastrutture ma per far
questo ci vuole rispetto degli altri, considerazione delle necessità e dei
diritti del prossimo und soprattutto, avere il coraggio di essere sinceri,
verso se stessi.
Una passionaria non avrà mai il
coraggio, ammesso ma non concesso che lo abbia, di usare il proprio cervello, la razionalità
del pensiero le è aliena, in linea di massima la fanatica ragiona con le
chiappe ma solo per sostenere le proprie verità, mai per approfondire un
pensiero o concetto di cose e fatti, specialmente se qusti sono in contrasto
con il proprio basso orizzonte.
La Storia dell’Umanità, da Elena
di Troia in qua, ci insegna proprio questo: Le passionarie ragionano con le
chiappe.
Nel corso dei millenni, le
discendenti di Elena di Troia, avrebbero dovuto imparare a usare il cervello, a
essere razionali, nix, non hanno capito un belin e battono fino al inverosimile
sempre la stessa solfa: Le chiappe über alles und occhio a quando passa il
carro del vincitore …!
La caratteristica che porta le
passionarie a considerarsi qualche cosa di speciale e di eletto e non, come una
goccia d’acqua in mezzo all’oceano, sia pure con le sue ben definite
caratteristiche che la distinguono da tutte le altre, ma anche parte indelebile
della grande Onda in un oceano di Onde, ha del tragicomico e del narcisismo
unico al mondo.
La loro, è una malattia
patologica proveniente dalla disfunzione menatale che scaturisce dalla
prospettiva del rospo che voleva diventare un bue o del bue che voleva
diventare un elefante, o di quella dello spaccapietre che voleva diventare una
montagna.
Alla base di questa cretinaggine,
troviamo la loro presuntuosità, vale a dire, l’assoluta certezza di aver
ragione e di essere superiore agli altri.
Oramai la Società Italiana nel
corso dei secoli è stata debitamente avvisata dalla Storia su cosa significa
arrivare troppo tardi; non essere pronti alle sfide dell’evoluzione sociale
significa sprofondare nel caos, dove ognuno, con il cuore in gola, corre come
il cane che si morde la coda o l’asino che insegue la carota appesa davanti al
suo naso fino al completo esaurimento delle proprie forze.
Mentre per gli antichi greci gli “idiotes”
erano persone uniche, semplici ma speciali, per gli antichi romani, infetti già
allora dal virus del narcisismo e da quel senso d’irrazionale superiorità che prima
li rese pigri e letargici e poi vulnerabili alle invasioni di altre civiltà,
sicuramente meno colte, gentili e raffinate, magari forse rozze al paragone, ma
dannatamente micidiali e distruttrici, gli “idiotes” diventarono dei semplici idioti.
Fu proprio a causa della loro
idiozia in versione latina che i romani furono semplicemente inghiottiti dalla
Storia e tutto quello che di loro è rimasto son quattro ruderi a testimonianza
della loro saggezza e capacità e splendori dei tempi antecedenti, la loro
idiozia.
Mentre per gli antichi greci
“idiotes” significava essere qualche cosa di speciale e positivo, più tardi per
l’antica romana, l’idiota, quasi a disdegno della Cultura altrui, era sinonimo d’ignoranza,
di cafonaggine, d’inferiorità, di barbarie.
Italico disprezzo per il sapere e
la capacita altrui si evidenzia proprio in questa interpretazione del termine
“idiotes”, positivo nella Magna Grecia, negativo, nell’antica Roma.
L’intransigenza del pensiero è
qualche cosa di spaventoso, di allucinante e di un’arroganza tale da
allontanare qualsiasi forma di dialogo e svolgimento costruttivo del pensiero
in sé.
La matrice dell’italico pensiero
è presto detta, se non sei italiano, non sai, se vivi all’estero, non puoi
sapere, e se sei, chi sei, chi ti credi di essere?
Il “chi sei” o la forma ancor più
negativa e spregevole, “chi ti credi di essere” nasce dal culto del narcisismo,
che portò alla scomparsa dell’impero romano e che porterà alla dissoluzione
della cultura Italiana e alla sua immersione con quella islamica e dei vugumbrà,
rendendo l’Italia, il cesso de Mondo; questo scempio della Storia e della
Cultura Italina, grazie alle passionarie, quali discendenti da Elena di Troia, è
in pieno svolgimento.
Il Mondo, le genti di questo Pianeta,
non si fida più dell’Italia politica, vedono la demagogia delle passionarie, conoscono
l’alto grado di faziosità della magistratura italiana, risentono nauseati della
corruzione dei politici italiani, ne registrano le loro ruberie e porcate varie
e la loro falsità e disonestà innata.
Il Mondo vede queste cose e
cercando di accaparrarsi quello che ancora è rimasto di buono nel bel Paese;
alla vista di tanto malaffare gli gira le spalle disgustato..
La decadenza del Popolo Italiano si
nota anche tra i meridionali che ripudiano la Storia D’Italia e invocando il
cosiddetto Regno delle Due Sicilie, questi ultimi esemplari d’italico acume, nemmeno
si accorgono che invocano di nuovo il colonialismo e il giogo straniero in
Italia, solo perché sono una massa opportunisti.
In Italia è in corso una
fulminante fusione di cultura mediterranea intesa come cristiana fondata sulla
Bibbia con quella afro-beduina che difficilmente finirà in maniera pacifica.
Dove, e questo sia ben chiaro, non ci saranno né
vinti né vincitori bensì solo decandeza e degrado per tutti..
Il tutto, nel meridione si
rendere dolorosamente palese, dall’arrabbiata reazione d’insofferenza delle
elleniche passionarie nostrane che laggiù, si chiamano brigantesse.
Aggiungiamoci i vari
raggruppamenti di clan criminali che “attanagliano” la Società italiana, tanto
per usare termini teatrali di eccelse e lungimiranti tesi che come funghi
spuntano oggigiorno dal sottobosco in cerca di applausi e consensi e lucri
commerciali e il disastro sia dal lato umano
che materiale, è fatto.
Il narcisismo dell’italico pensare
biasimando il resto del mondo e le sue molteplici verità; della propria
decadenza, sfodera il meglio di se nel rifiuto delle verità altrui e si rinchiude nel suo guscio pieno di
presunzioni e di cliché verso Dio e verso i Popoli della Terra e con sdegno e
sufficienza, nel suo ponderato e arguto
elucubrato pensiero, sempre basato sul tornaconto personale, scaglia i suoi
anatemi a destra e a manca.
Und su tutto questo, troneggiano
le brigantesse o passionarie che siano che sempre ecomunque, tutte figlie di
Elena di Troia e seguaci di Anita Garibaldi sono.
Spesso, ascoltando le varie
interviste televisive, dei vari “idiotes” ad esempio, oppure quelle che i
piccoli opportunisti politici, come i vari Leoluca Orlando o Buttiglione,
concedevano alle varie iene della tv tedesca, a aspidi velenose e mortali al
morso, come la Sandra Maischberger o a sentire quelle altre belve dei
Muppet-Show come l’Anne Will, o la Maybritt Illner, mi domandavo di che cosa si dette eccelsi
italiche menti stessero parlando.
Ci volle un poco prima che
riuscissi a capire che in fin dei cont,i costoro, abilmente teleguidati dalle
feline (magari ora un po’ sdentate e spelacchiate) della tv Tedesca come senza
dubbio lo sono la Maischberger, la Will e la Illner non conversavano, non
discutevano, non facevano il punto delle loro tesi filosofiche o opinioni
politiche, bensì sotto le sapienti sferzate di quelle fantastiche passionarie,
in modo maestrale e capace davano solamente sfoggio della loro primordiale e
innata “Urdummheit” o idiozia primordiale, versione antica Roma!
Le seguaci di Elena di Troia
tedesche si sono evolute, sono diventate intelligenti e hanno imparato a usare
il cervello, come l’homo sapiens la ruota, battiate finché, si vuole, ma con
più finezza e tatto.
Le passionarie tedesche son così
provette e capaci, più subdole e meno rozze delle italiane ed è un vero piacere
lasciarle fare … intelligenti non direi, solo migliori.
Also sprach Zarathustra: „Alles am Weibe ist ein Rätsel, und Alles am Weibe hat Eine Lösung: sie heißt Schwangerschaft.
Der Mann ist für das Weib ein Mittel: der Zweck ist immer das Kind.
„Ein Spielzeug sei das Weib, rein und fein, dem Edelsteine gleich, bestrahlt von den Tugenden einer Welt, welche noch nicht da ist.
Der Strahl eines Sternes glänze in eurer Liebe! Eure Hoffnung heiße: ‚möge ich den Übermenschen gebären.
Zum Dank bekommt er vom alten Weiblein eine „kleine“, aber oft missverstandene „Wahrheit“ geschenkt:
„Du gehst zu Frauen? Vergiss die Peitsche nicht!
... und se la frusta non basta, è lecito provare a dar loro un paio di mazzate in testa.
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