NOI diciamo NO FRACKING
Dalla pagina di Facebook della prof, Maria Rita D’Orsogna libera
traduzione del articolo pubblico su “Sience”www.siencemag.org 11
Aprile 2014.
I terremoti in Emilia Romagna probabilmente dovuti alle trivellazioni petrolifere.
Secondo l’opinione di un pool internazionale di geologi; alcuni dei
terremoti che hanno colpito l’Italia settentrionale durante il 2012 potrebbero
essere la diretta conseguenza delle estrazioni locali d’idrocarburi.
La ben attesa relazione, che ha a tutt’oggi, non è ancora accessibile al
grande pubblico.
La relazione, commissionata a un pool di scienziati nella scia del terremoto
che nell’Emilia Romagna fece 27 vittime e ne ferì diverse centinaia; poterebbe
avere delle pesanti ripercussioni, sia di carattere politiche sia economico.
Diversi studi in altre Nazioni, dove si suppongo collegamenti tra i
terremoti e le estrazioni di gas idrocarburi da sottosuolo, per rassicurare la
popolazione furono eseguite diverse ricerche, lasciando sì, opinioni
divergenti, ma non veramente ostili alle ricerche e sfruttamento minerario, la
paura di terremoti causati dall’uomo, in Italia ha incontrato una forte
opposizione contro le ricerche petrolifere.
L’Anno scorso il presidente dell’Emilia Romana, Vasco Errani aveva
annunciato che le ricerche petrolifere nella Regione erano sospese finche la
commissione d’inchiesta incaricata, non avesse comunicato il suo rapporto.
Fonti ben informate dicono che la relazione era stata presenta, , alla
Regione come minimo un mese fa ma che i politici, sia a livello regionale sia
nazionale, sono restii a renderla di dominio pubblico.
In base alla relazione, il presidente della Regione, nonostante le continue
pressioni e richieste di rievocare il divieto, potrebbe ora vedersi costretto a
interdire ogni nuova ricerca e successiva ed estrazione nel sottosuolo regionale.
La commissione denominata ICHESE fu istituita verso la fine del 2012 e le
fu affidato il compito di investigare possibili intrecci tra l’estrazione
d’idrocarburi e gas, con terremoto di magnitudine 5,9 il 20 di Maggio del 2012
e quello di 5,8 nove giorni dopo.
La commissione ICHESE è formata da un geologo italiano e due stranieri,
incluso il presidente della commissione che è Petre Styles, dell’Università di
Keele nel Regno Unito, e da Franco Terlittese un ingegnere del Ministero di
sviluppo economico italiano.
Nel suo rapporto trasmesso nel Febbraio del 2014, la ICHESE condanna lo
sfruttamento del giacimento di 3,7 bilioni di m³ di Gas naturale in prossimità
dell’anomalia geologica in prossimità della cittadina di Rivara nella valle del
fiume Po’, che avrebbe dovuto iniziare pochi giorni dopo il terremoto.
La commissione indica anche un'altra zona, a rischio, quella di Cavone, di
proprietà della Gas Plus.
“Sience” ha visualizzato il resoconto finale di ICHSE che conclude dicendo,
che non si può escludere un connesso tra le attività petrolifere e l’epicentro
del terremoto a soli 20 Km dal luogo. (Cavone ndr)
Gli esperti spiegano che gli interventi umani in quel luogo non potevano da
soli causare gli eventi tellurici ma che considera possibile che nella
prossimità dell’anomalia geologica in quella zona l’iniezione di liquidi per
facilitare l’estrazione (Fracking) stessa, può avere alterato lo stress
nell’anomalia già vicina al punto di
rottura e che la sua alterazione da parte dell’uomo, per quanto minima essa
fosse, possa essere stata sufficiente a causarne l’evento tellurico del 29
Maggio.
La commissione arriva a questa conclusione, in conformità all’estrazione
dal giacimento di Cavone del Aprile 2011 e al aumento in quella zona delle
attività sismiche prima del maggio 2012.
La commissione sostiene che esiste un link tra la configurazione fisica
delle rocce e il dinamismo naturale del giacimento stesso.
Styles si è rifiutato di rispondere alle domande sulla relazione e Gas Plus
ha fatto sapere che non può rilasciare commenti in merito.
Un geologo che non vuole essere nominato, argomentava che altri fattori
escludono un legame, tra l’estrazione di idrocarburi e gas e il terremoto del
20 Maggio anche in considerazione delle piccole quantità di 500 barili al
giorno di produzione. (cinquecento barili al giorno al prezzo, diciamo di 100
US$ al barile, fan 50.000 US$, elemosina; pazzesco, questo e un vero e proprio
saccheggio a costo zero, da parte di predoni nostrani, ai danni di un’intera
Regione e dell’Italia, ndr. Bremen Aprile 2014)
Geofrey Abers dell’università di Colunbia però replica e avverte che questi
fattori non escludono un possibile intreccio degli eventi.
Tre movimenti tellurici tra i 4,5 e il 5 della scala a Denver (Colorado
USA) nel 1967 furono attribuiti a sostanze chimiche immesse nel sottosuolo,
anche se le operazioni di estrazione erano state interrotte tre Anni prima in
un giacimento distante 20 Km dall’epicentro del terremoto.
Altri tre terremoti che colpirono l’Oklahoma nel Novembre del 2011 furono, con
molta primalità causati da acqua immessa nel giacimento, la quale, anche se di
poca quantità, aumento nel sottosuolo la pressione nel punto giusto, causando
tutta una sequenza di sismi.
Diversi geologhi italiani hanno espresso il timore che i riecheggiamenti
politici del rapporto impediscano e intralcino una razionale e aperta
discussione, sui rischi sismici dell’estrazione d’idrocarburi e gas dal
sottosuolo.
Simili obiezioni furono fatte circolare dopo il terremoto al L’Aquila che
causò 300 vittime, cinque Anni fa.
In seguito, all’evento sismico dell’Aquila, sette esperti in geofisica, furono
condannati a sei Anni di reclusione per avere minimizzato i rischi prima del
terremoto principale; diversi scienziati. anche se non tutti, vedono in quella
sentenza l’incapacità del grande pubblico e della magistratura di concepire in
questi casi le incertezze della scienza.
In un prossimo futuro ci sarà il processo di appello.
L’articolo originale e firmato da Edwin Carudge.
wwwsiencemag.org.
Ulteriori, chiare ed eloquenti spiegazioni le troviamo direttamente sulla
bacheca della prof. Maria Rita D’Orsogna docente di Fisica e Matematica applicata presso l'Università della California USA, su Facebook.
Trivelle.
Monday, July 29, 2013
Peter Styles e la commissione terremoti Emilia.
Peter Styles, Shale Gas Europe, consorzio finanziato da
Chevron, Shell, Halliburton, Cuadrilla, Statoil, Total.
Esce in questi giorni un testo della commissione nominata dalla Protezione
Civile che dice di voler fare "chiarezza sulle cause e sui falsi
miti" collegati al terremoto dell'Emilia del Maggio 2012.
In particolare si afferma che
"Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, con decreto n. 5930 11
dicembre 2012 e s.m.i., ha individuato esperti di altissimo livello
internazionale, non coinvolti in attività e consulenze riguardanti il
territorio emiliano-romagnolo, quali componenti di questa Commissione."
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile si chiama Franco Gabrielli e
questa commissione tecnico-scientifica è stata "al lavoro su eventuali
relazioni tra terremoto ed esplorazioni per la ricerca di idrocarburi" in
Emilia Romagna per circa un anno.
Subito mi suonano strane le parole "non coinvolti in attività e
consulenze riguardanti il territorio emiliano-romagnolo."
Perche' hanno specificato "il territorio emiliano-romagnolo?"
E se ne hanno in altri territori?
E se ne hanno a livello nazionale?
E se ne hanno a livello europeo?
Ma andiamo con calma.
Il presidente di tale commissione si chiama Peter Styles: professore di
geofisica applicata e ambientale della Keele 4 University del Regno Unito.
Ma chi e' questo Peter Styles?
Beh, iniziamo con il dire che l'Università Keele 4 ha autorizzato la
costruzione di un pozzo di gas non convenzionale da Coal Bed Methane alla ditta
Igas SUL PROPRIO CAMPUS, senza che nessuno, incluso il professor Styles, si
lamentasse o facesse niente. Gli unici a protestare furono quelli del campo
golf che confinava con l’Università!
Anzi, lo stesso Peter Styles pare essere perfettamente d'accordo con il
progetto e intervistato da Oilbarrel.com, sito dedicato agli investitori
petroliferi dice, tutto orgoglioso.
“There’s a huge resource of gas under our feet. The coal here lies in
very thick sequences, and it’s one of the gassiest coals by reputation.”
C’è un’enorme risorsa di gas sotto i nostri piedi. Il carbone è qui posto
in sequenze molto spesso ed è uno delle rocce carbonifere più gassose.
La cosa più scandalosa, per me almeno, e' che tale Peter Styles, presidente
della commissione, fa parte del "Shale Gas Europe expert advisory
panel" cioè del pannello di esperti della "Shale Gas Europe".
Eccolo qui, direttamente sul loro sito:
A leggere il tutto, pare quasi quasi che questo Styles sia una persona
indipendente e libera e che questa Shale Gas Europe sia consigliata da
innocenti "esperti" accademici.
E invece.
Invece continuando a cliccare si scopre che la "Shale Gas Europe"
altro non è che un consorzio per promuovere l'immagine positiva del fracking in
Europa.
Chi lo finanzia?
Chevron, Shell, Halliburton, Cuadrilla, Statoil, Total.
Eccoli:
Ora, tutto è possibile, ma nutro forti dubbi dell’imparzialità del
Professor Peter Styles e come me, tutti dovrebbero. Anche se lui è integerrimo,
credo che il suo conflitto di interessi sia veramente palese.
Uno che è direttamente collegato a sei grandi nomi dell'industria
petrolifera non può essere adeguato a presiedere una commissione che in teoria
dovrebbe guardare tutti gli eventi in modo disinteressato e pulito.
E gli altri?
Beh, eccoli.
2. Paolo Gasparini:
Professore emerito di Geofisica dell’Università “Federico II” di Napoli.
Qui il suo curriculum: vanta varie consulenze per Agip, Snam, Texaco, Unocal e
per la Turkish Petroleum Corporation, TPAO, tutte ditte petrolifere.
3. Ernst Huenges:
Direttore dell’International Centre for Geothermal Research al German
Research Centre for Geosciences (GFZ, Postdam, Germania). Il GFZ anche se cerca di sembrare
un ente indipedente e finanziato dal governo tedesco, e' in realta'
sponsorizzato da Bayerngas, ENI, Exxon Mobil, Forest Oil, GDF Suez, Lundin,
Marathon Oil, Petrobras, Petrochina, PetroSA, Repsol, RWE-DEA, Schlumberger,
Statoil, Total, Vermilion Energy Trust, Wintershall AG.
Lo dicono loro stessi: GFZ sta per GeoForschungsZentrum e qui ringraziano i
petrolieri per i fondi accordatici.
Indirizzo: Helmholtz-Zentrum
Postsdamm
Deutsche GeoForschungsZentrum
– GFZ
Telegrafenberg
D.14473 Potsdam, Germany
Finanziamenti dall’industria:
Comunichiamo con gratitudine che i nostri finanziamenti ci arrivano
dall’Industria coinvolta. La cooperazione di queste società industriali
garantisce anche l’accesso a importanti campioni a informazioni geologiche
necessarie alle nostre ricerche.
I nostri attuali sostenitori sono:
Bayergas, ENI, Exon Mobil, Forets Oil, GDF Suez, Lundin, Repsol,
RWE-DEA, Schlumberger, Statoil, Total, Vermilon, Energiy Trust, Wintershell AG.
Paolo Scandone:
professore ordinario di Geologia strutturale, in quiescenza,
dell’Università di Pisa. Il gruppo di Stratigrafia, Tettonica e Sismotettonica
di cui era a capo assieme ad Etta Patacca è stato finanziato da: Enterprise
Oil, ENI e British Gas.
Stanislaw Lasocki
Professore di Scienze della Terra; capo del Dipartimento di Sismologia e
Fisica della Terra presso l'Istituto di Geofisica, Accademia delle Scienze,
Varsavia, Polonia e direttore del Triggered and Induced Seismicity. Working
group, per studiare la sismicità indotta. E’ l’unico per cui non paiono esserci
collegamenti diretti con l'industria del petrolio e del gas.
Franco Terlizzese
Direttore generale per le risorse minerarie ed energetiche del Dipartimento
per l’Energia del Ministero dello Sviluppo Economico. Il suo ufficio fu creato
nel 2009, e al convegno di Assomineraria di quell'anno disse i due obiettivi
primari del suo ufficio erano di snellire le procedure burocratiche per lo
sfruttamento degli idrocarburi e ripartire con gli studi ambientali nell’Alto
Adriatico, dove la subsidenza indotta dalle trivelle ha causato non pochi
problemi in passato.
In tempi piu' recenti al Sole 24 ore ha dichiarato:
"il problema è che in Italia non si fanno pozzi esplorativi, necessari
per uno sviluppo oculato dei giacimenti. È necessario spingere le compagnie
petrolifere a investire in ricerca per creare un patrimonio di conoscenza che
l'Italia e in particolare la Basilicata ci auguriamo riescano a ottenere"
Credo che sia chiaro in che direzione vada.
E cosa altro poteva concludere una commissione il cui presidente e i cui
membri sembrano avere per la maggior parte legami con l’industria del petrolio
e del gas pur essendo "esperti di altissimo livello internazionale non
coinvolti in attività e consulenze riguardanti il territorio
emiliano-romagnolo"?
Ma è ovvio: che è tuttapposto.
E, infatti, il rapporto degli esperti di altissimo livello internazionale
non coinvolti in attività e consulenze riguardanti il territorio
emiliano-romagnolo afferma che gli idrocarburi in superficie ci sono sempre
stati, che la reinizione di acqua salata nel sottosuolo è utile per ridurre la
subsidenza, che i terremoti del 2012 sono accaduti in zone già interessati da
eventi sismici in passato.
Nessun dubbio, nessuna domanda, nessun proponimento per il futuro: se
continuare o no a trivellare l’Emilia - e lo stivale tutto - o se, alla fine, è
sempre cosa è niente.
Qui termina l’articolo della professoressa Maria Rita D’Orsogna, penso che tutti
noi le dobbiamo essere grati per fornirci tutte queste preziose informazioni
che ci aiutano a formare una nostra opinione, su quanto scrivono in merito i
soliti giornalisti ben informati che senza nemmeno ringraziare o citarla usano
le sue informazioni per scrivere i loro articoli, facendoli passare per loro
proprie ricerche.
Questi acrobati del punto e virgola manco si accorgono che la loro
preparazione scientifica, non permette loro di pubblicare certi articoli,
pertanto sarebbero molto più credibili se avessero la compiacenza e il buon
senso di indicare la fonte delle loro informazioni, che no è altro che la
pagina su Facebook della prof. Matia Rita D’Orsogna.
https://www.facebook.com/dorsogna?fref=ts