martedì 1 aprile 2014

Cinque minuti di Mare





                         Foto di Franco Parpaiola.

 Il cielo sfocato e nebuloso.

Un tiepido piede nel mare freddo.

Lei conosce i flutti del mare e consapevole delle maree.

Ci fu un tempo, dove, come ossessionata, cercava la costa la dove l’acqua era scomparsa, per poi magari desiderare l’acqua dovunque; oppure, in un mare burrascoso e selvaggio, desiderare un mare calmo del tutto opposto ai suoi sensi.

Da bambina guardava il mare sommergere ogni cosa.

Ogni cosa?

Pure le case?

A quei tempi pensava che il mare si prendesse pure quelle ma in un batter d’occhio, chiamato dalla Luna, quello spariva.

Tutte le strade erano sommerse.

Le macchine dimenticate sul lungomare erano sommerse dalle onde e i cartelli stradali indicavano ai pescatori la via del porto.

Le onde battevano incessanti contro glia argini.

Il soffio del vento echeggiava ma il mare non si dimenticava mai di sparire.

Sedeva silenziosa cercando di non muoversi.

Immobile come l’uccellino sul suo davanzale.

Lei e l’uccellino si guardavano intensamente e solo quando lei girò la testa, lui sparì.

Lui è come il mare, pensò, anche quello si può vedere andare e  venire, lentamente, impercettibile e, solo quando si distoglie lo sguardo e non si guarda per un poco, ci si accorge dei cambiamenti e si percepisce la velocita delle trasformazioni nel tempo e della Luna madre del mare che puntualmente, se lo verrà a prendere, quasi fosse il suo figlio prodigo.

Stava li attenta e immobile e ammirava attonita.

 Nel profondo del suo spirito lasciò la spiaggia dietro a sé, ammirandolo con l’intensità di chi per a prima volta vede il mare.

Qualcuno potrebbe dire che lei conosce il mare ma ciò non sarebbe vero.

Chi può pretendere di conoscere il mare?

In quel tratto di spiaggia, le onde bagnavano i suoi piedi; questo le ricordò della sua infanzia tra le cercatrici di vongole e così; come la possente onda di sempre, fluiva dolce e tranquilla la rendeva parte del Pacifico e partecipe dell’Atlantico; il suo pensiero si distorse e si ricordò del suo primo bacio.
 
Mai si sarebbe potuta immaginare che il suo primo bacio fosse così puramente sublime.
 
Come si può capire la nobiltà delle cose quando non si possiedono più?

Come poteva lei parlare di mare, di quel mare che poco prima abitava e apparteneva a un'altra spiaggia, di un mare che poco prima era un’onda?

Si ricordo della sua infanzia, a quel tempo aveva ascoltato tante leggende di dove andava il mare, ma erano tutte vaghe, inverosimili e nessuno, le dissi mai con chiarezza che cosa si celasse dietro l’orizzonte.

Nessuno le aveva mai svelato che le bastava toccare il mare per diventare parte delle più lontane Terre e, tanto meno non era riuscita a capire come mai il mare non cade dalla terra come l’acqua da un bicchiere capovolto, cade sul pavimento e sparisce.

Alla fine la smise di pensare agli altri e di rispondere ai propri quesiti; in effetti, li ignorò lasciandoli affondare nel mare fino al punto di non averne più nostalgia, proprio perché ne era parte.

Il controsenso era la presenza del Porto, non il mare in se stesso, dove non erano più i vecchi lupi di mare che tenevano vive le leggende del mare, bensì altri.

Allora lei smise di andare per mare e cerco invece di navigare il torace di un Uomo, come un tempo, i marinai attraversavano i mari sconosciuti.

Forse alla fine era lei stessa che non voleva più ascoltare leggende di mare, o forse non era lei a sperare, ma erano le leggende stesse che attendevano di essere raccontate.
 
Si ricordò di un bel mito di tempi passati, di quando le dicevano che Sirene sott’acqua erano trasparenti e poiché nessuno poteva negarlo, forse era anche vero.
 
Questa era un quesito al quale non poteva sottrarsi.

Sentiva che la Gente si confessava e le sembra bizzarro come parlare con il Mare.

Come mai aveva smesso di farlo?

Decise che ne aveva abbastanza di smettere.

Nel frattempo l’acqua avere raggiunto il suo grembo.

Guardo un'altra volta il mare, cercando di qualche cosa di più che il mare; poi chiuse gli occhi e assimilando l’immagine e portandola con sé, s’incamminò sicura per la sua strada.

Testo originale in lingua tedesca di Sabine van Lessen.
http.//www.wortforschung.de
Traduzione autorizzata sia in lingua Italiana sia Inglese, eseguita da Franco Parpaiola.
Diese Meeresprosa wurde für die Staten-Island-Fähre in New York geschrieben.
Sie ist dort für 4 Jahrzehnte* (ab 2005) mit Werken von 100 anderen Schriftstellern
während der Überfahrt zu hören.
Diese Arbeit ist ein Teil aus dem weltweit ersten satellitengesteuerten Gesamtkunstwerk
(von W. Klotz) „Le Milieu du Monde


































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