QUOTE: Il Presidente Renzi ha occupato tutti i possibili spazi dell’informazione nazionale prima e durante il voto di domenica – anche nelle ore del silenzio ex lege – diffondendo annunci di nuove iniziative. Tra queste è stata presentata con abituale enfasi una proposta per rilanciare la visione federalista dell’Unione. Palazzo Chigi l’avrebbe “elaborata per molti mesi”. Vi avrebbero messo mano esperti di questioni europee come il sottosegretario Gozi che molti ricordano per la sua insistenza nel voler rimandare e far processare in India i nostri Marò.
QUOTE: Il Presidente Renzi ha occupato tutti i possibili spazi dell’informazione nazionale prima e durante il voto di domenica – anche nelle ore del silenzio ex lege – diffondendo annunci di nuove iniziative. Tra queste è stata presentata con abituale enfasi una proposta per rilanciare la visione federalista dell’Unione. Palazzo Chigi l’avrebbe “elaborata per molti mesi”. Vi avrebbero messo mano esperti di questioni europee come il sottosegretario Gozi che molti ricordano per la sua insistenza nel voler rimandare e far processare in India i nostri Marò.
La proposta italiana a Bruxelles cade nel momento sbagliato e
rivela, al di là di qualche buona intenzione, uno smaccato velleitarismo.
Davvero sorprendente se è vero che la sua gestazione è stata lunga e perfino
sofferta. In realtà, quella che dovrebbe apparire come una nuova, decisiva
“strategia per l’Europa” concepita dal “brain trust” della Presidenza del
Consiglio, è stata manifestamente impostata e costruita sulla base delle
“notevoli affermazioni” ottenute dall’Italia a Bruxelles grazie al Governo
Renzi dopo la nomina di Juncker:
a) in economia, le misure di rilancio del “pacchetto Juncker” che si
sono però rivelate essenzialmente un riutilizzo di fondi già allocati,
con impatto marginale sulla crescita. Maggior effetto sta avendo, pur
con gli squilibri che essa comporta, l’ espansione monetaria (Quantitative
Easing) operata dalla Bce. L’Istituto di Francoforte consolida la sua
“Governance” dell’Eurozona;
b) in politica estera, il decisivo rilancio della Pesc avrebbe dovuto
coincidere, nell’ottica del Presidente del Consiglio, con l’arrivo a Bruxelles
di Federica Mogherini. Sta invece accadendo il contrario. Brucia in
questi giorni la definizione di Le Monde,che ha pur sempre provato a
valorizzare l’Alto Rappresentante italiano:secondo il quotidiano francese Frank-Walter
Steynmeier “fa pochissimo caso” alla Mogherini. Mentre la principale
crisi – in Ucraina – resta monopolio franco-tedesco, e quelle in MO -
Siria, Iraq, Yemen - rimangono fuori dal radar Ue e sono terreno
soprattutto di iniziative francesi;
c) sui temi cruciali per la sicurezza Europea, come immigrazione,
diritto d’asilo e Libia, la risposta data dagli ultimi Consigli
Europei è stata subito reclamizzata dal Governo come un grande
successo per l’Italia. Dopo le polemiche dei partners europei che vedevano in
Mare Nostrum una calamita micidiale per i trafficanti dell’immigrazione
clandestina, il fallimento di Triton, le tragedie in mare, il radicarsi
di Isis a Derna e Sirte avevano prodotto, nella valutazione di Renzi e
Mogherini, una “svolta storica” nelle politiche dell’Ue, con il recepimento di
tutte le principali richieste italiane. La realtà è stata ben diversa.
L’atteggiamento dei nostri principali partners si è mostrato assai meno
collaborativo e solidale perché ancorato a loro priorità e interessi nazionali;
smentendo le rosee anticipazioni dell’informazione governativa.
La “visione” prospettata ai nostri Partners con il documento sulla “ever
closer Union“appare astratta e fuori tempo ove si considerino alcuni
fondamentali aspetti politici nei principali Paesi Eu. La proposta rischia così
di essere strumentalizzata a danno di quella stessa “visione federalista”
che viene auspicata a Palazzo Chigi . Ammesso che a Londra, Parigi, Berlino,
Madrid e Varsavia l’Italia conservi ancora qualche credibilità dopo che gli “impresentabili”
messi in lista dal partito di governo hanno vinto le elezioni regionali proprio
dove molti finanziamenti europei si disperdono in realtà malavitose. Tra i
dati politici sottovalutati o ignorati nel presentare in questo momento le
nostre idee di impronta federalista in Europa,vi sono le ultime elezioni in
Gran Bretagna, le sensibilità esistenti in Francia, e le fibrillazioni
tedesche.
Cameron ha conseguito una vittoria elettorale
senza precedenti per i Conservatori, con l’impegno – già mantenuto – di indire
entro i prossimi diciotto mesi un referendum sul quesito “La Gran Bretagna deve
restare membro dell’Ue?”. Se la risposta sarà negativa, e il decennale del “no”
francese e olandese (29/5/2005) alla Costituzione Europea suona come monito
alla massima prudenza, l’Unione andrà completamente ripensata. Ma anche un
“si'” implicherà un grosso sforzo di adattamento. Il Governo
Conservatore dovrà fare i conti con le pressioni per “rimpatriare” una fetta
importante di poteri che ora appartengono alle istanze comunitarie; per
l’abrogare l’Human Rights Act del ’98 che antepone la Corte Europea dei
Diritti Umani alla giustizia britannica; per limitare voti a maggioranza e
“cooperazioni rafforzate” ritenute sfavorevoli agli interessi di Londra nella
Politica estera e di sicurezza dell’Unione; per impedire – in linea con quanto
fatto dai governi laburisti o di coalizione anche dopo il Trattato di Lisbona –
che alla Difesa Atlantica si sovrapponga una strutturata Difesa Europea.
Proporre che l'”Europa a due velocità” possa estendersi dalla sfera
economico-monetaria a quella della politica estera e di sicurezza, lasciando
magari fuori – in un “modello a due velocità“- la Gran Bretagna, la Polonia,
i Paesi Baltici, il Portogallo, l’Olanda e altri rappresenta non soltanto una
semplificazione accademica con scarso riscontro nelle prevalenti posizioni
politiche di quei Paesi.
La proposta è intempestiva per i riflessi negativi che può avere sugli
orientamenti dell’opinione pubblica verso l’Europa. Non è un caso se il
“no” francese al referendum del 2005 continua a suggerire al cancelliere Merkel
una linea molto pragmatica, evitando ai politici tedeschi di porsi
domande alle quali non hanno convenienza a rispondere. Si spiega cosi la
cautela del Cancelliere quando cripticamente dichiara che è “dovere
della sua generazione completare l’unione economica e monetaria e di costruire
passo passo un’unione politica”. Di fatto, è sempre la governace
“intergovernativa”, assai più di un deciso rafforzamento “federalista”
delle istituzioni europee, che piace a Berlino.
In Francia i condizionamenti del Front National sulle posizioni
europee dell’opposizione sono sempre più evidenti, e perfettamente
comprensibili dopo l’ulteriore successo di Marine Le Pen alle elezioni
dipartimentali. Nel mondo socialista francese esistono spazi di manovra assai
limitati per rilanciare una “visione europea” d’impronta federalista. Hollande
non può certo dimenticare la sua personale sconfitta e la sua lunga traversata
del deserto dopo quel 29 maggio 2005, quando il suo sostegno al grande progetto
di una “Costituzione Europea” era stato contrastato duramente da due uomini
chiave dell’attuale Governo, Manuel Valls e Laurent Fabius. La solidità del
legame tra Parigi e Berlino, dimostrato sin dall’ottobre 2012 quando il nuovo
Presidente francese aveva rinunciato a contestare veramente il Fiscal
Compact, spiega la condivisione franco tedesca di una linea pragmatica e
prudente. Solo noi italiani diamo troppo spesso la sensazione di non capire. UNQUOTE
Questo quanto cui dice l'illustre rappresentante dell'Italia all'estero.
Qualcuno dovrebbe dire all'illustre ambasciatore che per quanto Matteo
Renzi come capo del Governo della Nazione cattocomunista più corrotta e mafiosa
dell'occidente non può essere tenuto responsabile di tutte le magagne del
Mondo.
La corruzione italiana ad esempio è anche colpa degli illustri ambasciatori,
come lo è degli italiani corrotti e corruttori che siano, und di quelli che pur
sapendo, stanno zitti per puro interesse.
La Ashton non era meglio della Mogherini, anzi peggio, solo che nessuno ne
parlava.
Quante parole ha perso la Ashton per la clandestinità?
La Moghereni almeno ha portato la questione in Europa.
Ancora, non ci è dato di sapere da quale cappello da prestigiatore politico,
l’illustre ambasciatore abbia trovato la sensazione che l’UE considerasse l’operazione
Mare Nostrum; addirittura una calamita micidiale.
Qui vi ricordo che la Malström; l’allora commissario europeo all’emigrazione
aveva più volte imposto all’Italia di fare di più e, che il Ministro di Stato
bavarese Joachin Herrmann da bravo bifolco bavarese demagogo e opportunista; accusava
addirittura gli italiani di lasciar morire gli asilanti nel Mediterraneo.
La scoperta dell’acqua calda poi il dotto Ambasciatore la fa, dicendo che
la BCE si è consolidata come istituto indipendente.
La BCE, è nata come istituito indipendente.
L’Illustre rappresentante della Repubblica Popolare Mafiosa e Cattocomunista
Italina all’estero poi, dimentica di dire che il caso dei nostri due Fucilieri
di Marina detenuti con false accuse in India, è l’esempio vivente della sua
stessa incapacità politica e dell’opportunismo (leggi vigliaccheria) dei vertici
delle Forze Armate italiane e del traditore nostrano per eccellenza che
risponde al nome di Giorgio Napolitano.
Infine, sia ben chiaro che tra la Francia e la Germania sin dai tempi dei
Merkozy e prima ancora, durante gli accordi del duo Kohl-Mitterrand passando
per la dottrina Chirac e a malo modo finendo con Sarkozy; non esiste alcuna
linea pragmatica e prudente.
Se di pragmaticissimo si può parlare, allora facciamolo annoverando pure degli
interessi dei Merkozy che in realtà. sono lontani anni luce tra di loro.
Gli interessi della Francia culminati con la distruzione della Libia e tendenti
a accaparrassi le risorse minerarie del Mali e assicurarsi un forte “Pied a
Terre” in Africa tendono solo a fare affari, all’ombra della Germania.
Gli interessi della Germania, da me auspicabili, invece, tendono a
controllare finanziariamente e socialmente L’Unione Europea.
Le Monde poi non è che la voce di una puttana chiamata Francia.
Dove rimane la Repubblica Popolare Mafiosa e Cattocomunista Italiana in
tutto questo?
Tutti sanno che la Repubblica Italiana è mafiosa e cattocomunista, che si comporta
di conseguenza cercando di darsi un barlume di machiavellica arte diplomatica e
saper politico, lo stesso lo fanno i suoi ambasciatori; nessuno però si fida di
lei.
L’Europa illustri Signori ha de facto abolito Schengen, ha chiuso i confini
e rimanda indietro la delinquenza afro-araba della famigerata Cecile Kyenge che
cerca di lasciare L‘Italia.
Anzi guardate vi aiuta a raccattarli in giro per il Mediterraneo e a
migliaia ve li scodella nel Bel Paese dei Balocchi.
Una decina di Anni fa sul Blog di Marcello Foa “Il cuore del Mondo” dove, stando ai fatti odierni: Il culo del Mondo; sarebbe
stato un termine più appropriato; scrissi che L’Italia sarebbe diventata la
pattumiera dell’Europa, bene, illustri Signori; ci siamo.
Attribuire tutto questo marciume a Matteo Renzi; è da ipocriti, sarebbe come
attribuire a Schettino tutti i mali della Marina Mercantile Italiana e del Registro
Navale Italiano.
Sono tutti figli dello stesso male: La Repubblica Mafiosa Cattocomunista
Italiana.
Okay? Okay!
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