martedì 22 ottobre 2019

Città di Monopoli-Bari



https://www.sudestonline.it/2019/10/22/ambientesalute/monopoli-qualita-dellaria-qualita-dellaria-e-superficialita-della-politica/?fbclid=IwAR25znWMcu03Eu4LaEHedDdWrIPg33O6WTEJBXHc4O3RlTOctLmlEQVPG-U



Dunque il Sindaco di Monopoli, chiede l’intervento di ARPA e della Regione Puglia per verificare la veridicità delle lamentele dei suoi cittadini sul grado d’inquinamento dell’aria cittadina.

Chiedere l’intervento di organi competenti e dell’autorità regionale è suo dovere, secondo me però, qui, in questo specifico caso, nella persona del Sindaco di Monopoli, io vedo un dannato Ponzio Pilato che si lava le sue fottute manacce e si nasconde dietro il dito dell’italica ipocrisia e meschinità più vile e viscida che ultimamente corre rampante tra i responsabili della salute e della sicurezza pubblica cittadina.

Purtroppo questo trend di scarica barile e confabulazione dei fatti succede anche in tutta la fottuta Repubblica Italiana e i risultati si vedono.

Cazzo, certo che è il sacrosanto dovere di un primo cittadino ordinare gli accertamenti del caso, in questo caso però l’attuale situazione e i tassi di inquinamento atmosferico già prelevati dall’ARPA stessa e dalle centraline di controllo della Regione Puglia,  costringono il Sindaco di Monopoli a fermare l’inceneritore della Ital Green Energy in via Baione nella zona industriale posta a monte di Monopoli e non a giocare a scarica barile.

Allo stesso tempo, l’attuale situazione impone ai “togati” di Monopoli di porre i sigilli all’impianto stesso e di aprire un fascicolo contro la Ital Green Energy per grave inquinamento atmosferico continuo e attentato alla salute pubblica con l’aggravante di eventuale omicidio colposo per decessi dovuti a tale inquinamento.

Ricordo che già nel Gennaio del 2003 il Sindaco di allora, mandò i suoi rambetti municipali in Via Baione intimando di fermare l’impianto a causa delle proteste dei cittadini. quando cioè per la prima volta un paio di giorni prima io stesso appiccia quella fottuta caldera.

A quel tempo c’era solo la puzza emanata dall’essiccatore della sansa che faceva incazzare i cittadini, il problema delle polveri fini nelle funi della fornace, ancora non si era manifestato, quello si presentò quando iniziammo a produrre energia elettrica e pertanto elevai la potenza della caldaia al 100%.

Fu allora e solo allora, vale a dire a metà Gennaio del 2003 che mi accorsi che il sistema di filtraggio delle polveri fini nei fumi della fornace era inadeguato e chiesi le stesse modifiche che descrivo nel mio libro; “La storia di un inceneritore” La morte veglia su Monopoli, non prima.

La prima volta che a Monopoli però si parlò di polveri fine fu il 15 Giugno del 2006 dopo che “La Repubblica” pubblicò il seguente articolo.

Sequestrato impianto di emissione
La Repubblica — 15 giugno 2006   pagina 6   sezione: BARI
«L’impianto per l’emissione dei fumi era stato modificato rispetto al progetto approvato dagli organismi di controllo. C’erano tubazioni aggiuntive poste all’interno del circuito di scarico, tali teoricamente da consentire l’immissione diretta dei gas nell’ambiente, aggirando i filtri». Sulla base di queste motivazioni - rimandate al mittente dai diretti interessati - i carabinieri del Nucleo operativo ecologico hanno posto sotto sequestro preventivo un eco-impianto per la produzione di energia elettrica da biomasse e da rifiuti biologici, la centrale della Ital green energy srl del gruppo Casa olearia italiana spa, struttura di 15mila metri quadrati a Baione di Monopoli. L’impianto, in attesa di altri accertamenti tecnici e di ulteriori verifiche, per ora continua a funzionare. È stata concessa la «facoltà d’uso», legata al rispetto delle prescrizioni date ai responsabili. L' indagine conclusa con il blitz e con i sigilli, spiega il tenente Gennario Badolati, è stata avviata sulla base di un allarme lanciato dall' Anppana, associazione con compiti di polizia ecozoofila. Secondo gli 007 dell’ambiente, la eco-centrale creava «un alto tasso di inquinamento prodotto dall' emissione di ceneri, polveri e fumi di provenienza incerta». Così i militari sono andati a vedere. Quando si sono presentati, l'impianto non era in funzione. Ma aveva qualche tubo "anomalo" posticcio, che non figurava nei disegni originali e nei nulla osta. Così è scattato il sequestro cautelativo. E al responsabile della gestione della centrale, rimasta aperta, è stata contestata la violazione del nuovissimo codice ambientale, per le varianti non autorizzate al circuito di scarico dei gas. Un comunicato della Ital green energy srl, confermando che l’impianto resta in marcia, precisa che la eco-centrale «ha ottenuto recentemente la certificazione Iso 14001», in una strategia di «impegno per il continuo miglioramento delle prestazioni ambientali». Tutte le analisi, quelle di routine e quelle periodiche, «sono a completa disposizione delle autorità». Per produrre corrente elettrica, immessa sulla rete ordinaria, l’eco-centrale utilizza scarti della lavorazione del legno non trattato, legname ricavato dalla manutenzione del verde urbano, sansa vergine derivata dalla lavorazione delle olive nei frantoi e sansa esausta eliminata dagli oleifici. In particolare, sfrutta i residui di lavorazione della Casa olearia spa, ciò che in due raffinerie rimane di 800 tonnellate al giorno di olio grezzo di oliva e di semi. Secondo le schede di costruzione, i biocombustibili alimentano una caldaia a griglia mobile e il vapore prodotto aziona le pale di una turbina: l’impianto così fatto dovrebbe immettere nell' aria solo vapore acqueo.

Questo è ciò che successe nel lontano 2006.

Dove cazzo sono finiti ora gli 007 e i rambetti municipali del solerte Sindaco in carica, assieme ai Carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) non ci è dato di sapere … Gone with the Wind I suppose.

  Solo in Italia sono possibili criminali porcate simili, dove i responsabili del bene comune, se ne fottono della salute pubblica e della sicurezza della popolazione e la magistratura più faziosa, politicizzata e corrotta di tutta la fottuta Unione Europea, difende e sostiene la criminalità politica e industriale italiana.
Cazzo!















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