giovedì 31 dicembre 2020

Anno Domini MM

 


Brano tratto dal mio Manoscritto: Le quattro sorelle.

Correva l’Anno del Signore 1999 e mancavano poche ore a Capodanno.

Noi, quelli della Motonave Henny, eravamo nel bel mezzo del mare Cantabrico in navigazione verso Casablanca. 

Il mare quella sera era tranquillo e la vigilia di Capodanno si presentava come una delle tante che passai in mare: Qualche stretta di mano, un augurio di buon auspicio, un piccolo brindisi e una lunga suonata del tifone della nave per salutare l’Anno nuovo e poi tutto ritornava nella stessa pragmatica efficienza di prima.

Come ogni Anno, dopo il cambio dei turni di sorveglianza e di navigazione sul ponte nautico, l’equipaggio andava a dormire o s’intratteneva ancora un poco in mensa a parlare del più e del meno. 

Quella sera però era speciale: Qualcuno, da qualche parte del Mondo; aveva messo in giro la voce che allo scoccare della mezzanotte, quando i Computer cambiavano data, dal 31 Dicembre 1999 al 1° gennaio 2000 non essendo in grado di riconoscere gli Zeri, i macinini elaboratori di dati; avrebbero potuto spegnersi da soli, causando gravi danni un po’ a tutti. 

L’arguto scienziato vedeva le luci del Mondo spegnersi, aerei cadere dal cielo, navi andare alla deriva e finire sugli scogli, i sistemi di difesa dei Paesi andare in Tilt e l’umanità ritornare con arco e frecce nelle caverne. 

Il nostro Comandante era il classico oriundo dell’ex DDR, uomo di Partito, timoroso dei suoi superiori, ligio al dovere e all'obbedienza, inculcatagli da una feroce dittatura Comunista.

Uno dei nostri ispettori nautici era un mezzo burlone, uno scanzonato figlio di puttana che quando si trattava di rompere i coglioni alla gente era sempre in prima fila. 

Bene, quello stronzo d’ispettore il pomeriggio di quel fatidico 31 dicembre 1999 non trovò niente di meglio da fare che mandare una Telex circolare a tutte le navi della flotta chiedendo ai Signori Comandanti e Direttori di Macchina la massima attenzione al cambio di guardia della mezzanotte nel caso che i Computer di bordo dovessero veramente spegnersi e di istituire pronti interventi manuali, sia sul ponte nautico sia in sala controllo. 

Il  Comandante, che di Computer ne capiva ben poco, Telex alla mano dichiarò lo stato di allerta nave. 

Quando arrivai sul ponte di navigazione, il Comandante mi porse la fatidica Telex e iniziò una tirata di stronzate sula sicurezza della nave e pericolosità dei Computer, con un sussiego di mal pronunciati aggettivismi inglesi da far impallidire il più indulgente Computer freak del Mondo. 

L’Argonauta di turno volle sapere se noi in Macchina avevamo la possibilità di controllare manualmente i motori ed io annui e lo rassicurai che non avremmo avuto problemi. 

Compiaciuto, l’arguto navigatore, si rivolse allora ai suoi due Ufficiali di coperta, uno tedesco e l’altro del Kiribati e anche quelli riposero che erano pronti ad affrontare ogni evenienza. 

La cosa cominciava a diventare ridicola e non avevo certo l’intenzione di starmene lì a sentire le stronzate del babbeo che giocava a fare il Comandate. 

»Il problema sarà che in caso di un totale Back Out e Shut Down di tutti i sistemi, la nave non sarebbe più governabile e fuori controllo o come si suol dire “ Not under Command.” Come voi ben sapete Signori miei, queste navi moderne e ultra computerizzate non hanno più un timone manuale. Io da parte mia, posso benissimo lavorare in manuale, ma voi Signori nautici, come farete a tenere la rotta?« Chiesi così nel mucchio, mentre mi versavo un caffè. 

Fossi stato zitto, il Comandante ammutolì di botto e i suoi due eroi si guardarono in faccia sbigottiti. 

»Vedete,« -continuai implacabile- »Tutto quello che abbiamo per mantenere la rotta è il Joy Stick, e la manopola sulla bussola giroscopica, ma quelli sono dispositivi elettronici che senza corrente elettrica non funzionano.« Precisai impassibile. 

»In emergenza dovremo allora usare i paranchi attaccandoli alla barra del timone giù in timoneria e comunicare con i Walky –Talky.« Suggerì il giovane Kiribati non certo avvezzo a navi sofisticate e computerizzate come la nostra Henny. 

Quella sera in alto mare lontano dalla costa e da altre navi, nel caso che allo scoccar della mezzanotte i computer di bordo ci rispedissero all’età della pietra, il Comandante istituì una guardia di emergenza in timoneria con l’ordine di sistemate i paranchi di emergenza alla barra del timone. 

»Chief, rimanga per cortesia sul ponte io vado un momento in timoneria con i miei Ufficiali voglio assicurarmi che sistemino i paranchi in modo adeguato.« Disse il Comandante mentre si accingeva a lasciare il ponte di navigazione. 

Rimasto solo, con il nostro telefono satellitare chiamai il mio amico Comandante che sapevo in navigazione nell’oceano Pacifico, per augurargli un buon Anno. 

Nell’oceano Pacifico, Capodanno era già passato e la data nei Computer di bordo era 1° gennaio 2000. Augurandogli agni bene gli chiesi se anche loro avessero ricevuto la Telex dell’Ispettore, poi gli spiegai la situazione da noi e ci facemmo due risate. 

La breve cerimonia di saluto del nuovo Anno a bordo della Henny in navigazione nel Cantabrico, avvenne pochi minuti dopo la mezzanotte, quando sui Computer di Bordo apparve la data 1° gennaio 2000 e la nave imperterrita della data, continuava a la sua traversata verso Casablanca; con le costanti 14,5 miglia orarie. 

Reciprocamente ci augurammo tutto il bene del Mondo e quant'altro e andammo a nanna lasciando il giovane Ufficiale nautico delle isole Kiribati, solo di guardia sul ponte.

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