mercoledì 28 luglio 2021

ERASMUS KINDER


  • ASIN ‏ : ‎ B0988MW44D
  • Herausgeber ‏ : ‎ Independently published (29. Juni 2021)
  • Sprache ‏ : ‎ Italienisch
  • Taschenbuch ‏ : ‎ 46 Seiten
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8528545219
  • Abmessungen ‏ : ‎ 10.16 x 0.28 x 15.24 cm


Erasmus Kinder  

Prefazione.

Amore o solitudine?

Giovane donna italiana lontana da casa cerca la sicurezza e tranquillità che le dava la sua famiglia e così se ne crea una sua propria in una realtà sociale a lei sconosciuta e spesso diffidente se non addirittura ostile al  forestiero.

Marito straniero: macho o compagno sincero, oppure maschilista dominate, premunito e complessato?

Esiste il razzismo amoroso o è l’amore tra persone di differenti nazionalità che svela in noi il razzista che ignoravamo o che mai credevamo di essere?

I figli e le figlie di Erasmus sono studenti, specialisti e scienziati delle più svariate facoltà, provenienti da ogni parte del mondo dove almeno qui in Germania ad esempio, le unioni tra giovani  donne italiane e uomini  tedeschi, sono molto più numerose che quelle tra giovani italiani e donne tedesche o altri gruppi etnici europei.

Grazie al programma Erasmus, in un fantasmagorico caleidoscopio di culture, folklori e idiomi, la gioventù e la scolaresca europea si incontra, si unisce e impara a conoscersi studiando.

È così che la gioventù inizia a comprendere il valore della tolleranza reciproca e del dialogo e getta le basi per una nuova Europa senza  nazionalismi. 

I figli e le figlie di Erasmus. 

Un po’ spaesata, quasi furtiva, Mara scese dall’aereo che l’aveva portata via  Roma, da Catania  a Brema e seguendo il flusso degli altri passeggeri, si incammino verso il Pullman che l’attendeva accanto al velivolo per portarla al terminal degli arrivi.

Conosceva la Germania dai suoi diversi viaggi-studio fatti durante le ferie assieme ai suoi commilitoni liceali e universitari.

Quelli però erano sempre stati viaggi estivi, quasi delle scampagnate giovanili, che ben poco avevano a che vedere con dei veri e propri escursioni di studio e di lavoro.

Le sue prime esperienze ed impressioni durante quelle escursioni all’estero, erano vaghe.

In Germania, però aveva percepito  un Paese efficiente e sobrio, che si distanziava mille miglia dalla quotidianità italiana e da tutto quello che  aveva appreso durante le lezioni di storia contemporanea, alle scuole medie e al liceo.

Già allora da ragazza vivace e impaziente di imparare e conoscere il mondo, si era resa conto che la realtà e qualità della vita in Germania era alquanto diversa e spesso positiva che il “modus vivendi et operandi” italiano, questa però era la prima volta che viaggiava in Germania da sola.

Mara parlava perfettamente l’inglese e il francese, masticava un po’ di greco antico e il latino era quasi la sua seconda made lingua, ma non parlava e non capiva una beata minchia della lingua tedesca.

Scendendo dall’aereo quel primo pomeriggio di una giornata umida e freddolosa, tipica degli autunni  di Bremen, si sentì un po’ spaesata, quasi fuori posto, e il grigiore di quel giorno di ottobre che la circondava le fece subito rimpiangere la bella giornata calda e soleggiata che aveva lasciato a Catania qualche ora prima.

Lei, giovane scienziata siciliana, laureata in scienze naturali questa volta, grazie ad una borsa di studio vinta all’università di Brema, era arrivata in Germania per restarci un anno,

Vedendo quel cielo grigio e cupo avrebbe voluto far subito dietrofront e tornarsene nella sua soleggiata Sicilia e lasciare quei luoghi, umidi e bui.

Stoica e determinata  com’era di scoprire, studiare e cimentarsi in ricerche scientifiche in questo nuovo mondo, decisa alzò il bavero della  giacca e stringendosi le spalle, quasi rannicchiandosi in sé stessa, seguì, con un  miscuglio di rassegnazione ma anche di grande curiosità e vogliosa intraprendenza, gli altri passeggeri sul Bus.

 Sapeva che al terminal degli arrivi ad attenderla c’era la sua amica romana, laureata in lettere, germanistica e storia medioevale tedesca, che come lei aveva vinto una borsa di studio all’università di Brema e questo fatto la rincuorava di non poco, perciò trinandosi dietro la sua capiente valigia, Mara, ancora un po’ spaesata,  quasi morbosamente assaporato l’incognito al quale andava incontro usci dalla zona arrivi dell’aeroporto.

Guardando speranzosa tra le decine di persone che attendevano chi quello chi quell’altro, tra quel grigio muro di gente imbacuccata in giacche a vento quasi uniformi nella fattura e nel colore, blu o verde scuro, scorse la sua amica che piccolina e tracagnotta com’era, si sbracciava e saltellava sorridente e felice, per farsi notare.

Quasi correndosi incontro le due ragazze si abbracciarono commosse e felici di rivedersi e tenendosi per mano come se avessero paura di perdersi, si avviarono verso l’uscita del terminal e si diressero alla fermata del tram che in una ventina di minuti, attraversando tutta la città, le avrebbe portate direttamente all’Università.

Lo studio avrebbe occupato le loro giornate universitarie, come la comunità studentesca italiana di Bremen, avrebbe influenzato il loro tempo libero.

La sicurezza del gregge avrebbe influenzato le sue serate e fine settimana, ma le avrebbe anche impedito di apprendere i primi rudimenti di una lingua piena di tranelli grammaticali a volte incoerenti e in netto contrasto tra loro, esattamente l‘opposto e non certamente logici e coerenti,  come la lingua italiana, francese, latina o greca che sia.

# # #

Può l’amore superare barriere ideologiche o creare uno status quo famigliare, o una tregua indeterminata nel tempo?

L’amore, è forse un antidoto, un placebo aldilà della paura dell’isolamento sociale?

Dove si trova l’amore, forse là dove termina la solitudine e inizia l’amicizia, è là che si trova l’amore?

La prima generazione di “Fremdarbeiter” proprio qui in Germania non pensava certo a questo, quando cominciò ad integrarsi nella vita sociale di una nazione distrutta da una guerra voluta da fanatici nazisti, come lo era dopo la sua proclamazione, la Repubblica Federale di Germania nel 1948.

I “Fremdarbeiter” erano giovani, sani e lavoratori ed erano soli; le donne tedesche come le loro colleghe di mezza Europa erano giovani, molte erano vedove e sole, magari con prole e vecchi genitori a cui accudire.

Eppure si incontrarono e iniziarono a comprendersi.

In quegli anni le ore di lavoro erano massacranti, si lavorava sei giorni la Settimana otto ore al giorno e si lavorava sodo.

A quei tempi non esisteva il Web; l’Internet come  i telefonini erano cose sconosciute,  non ancora inventate. 

Le poche ore del sabato sera, erano quelle dove gli uomini del Sud al difuori dei luoghi di lavoro, incontravano la gente del luogo, tra loro c’era tanta diffidenza allora, eppure si incontrarono, si parlarono, impararono a conoscersi e assieme, costruirono una nuova Germania e una nuova Europa.

Le famiglie miste del dopoguerra, magari anche senza il tanto declamato amore, specialmente qui in Germania forgiarono nuove generazioni di italo -tedeschi e nuovi europei.

Sia per gli uni, sia per gli altri formare una famiglia era anche un modo per non sentirsi soli, questo ieri, oggi invece in due ore al massimo con un aereo si sorvola l’Europa e la solitudine sparisce.

Oggi costa quasi di più andare in Taxi dal centro di Bremen all’aeroporto che acquistare un biglietto d’aereo fin giù in Sicilia.

Oggi la solitudine dovuta alla lontananza non esiste più, tuttavia sotto certi aspetti tra i popoli esiste ancora la diffidenza, qualche volta anche l’intolleranza, come esistono tante nefandezze politiche e sociali ben alimentate e ben dosate da politici  e da interessi partitocratici nonché da famigerate associazioni culturali di mutuo interesse

Comunque sia, sembra  che ai figli di Erasmus europei tutto questo  interessi ben poco, loro appartengono ad un'altra specie di cittadini europei, molto più evoluti e studiati del “Fremdarbeiter” o lavoratore straniero  o delle “Trümmerfrauen.”

Le cosiddette Trümmerfrauen, ovvero donne delle macerie, erano quelle che  dopo la seconda guerra mondiale in mancanza di uomini, decimati da una guerra nazista barbara e criminale,  sgomberavano le strade  e le citta della Germania dalle macerie delle case bombardate e distrutte dagli Alleati.

 Le donne a quel tempo ripulivano a mano  anche ogni singolo mattone con i quali poi i muratori friulani e abruzzesi, lombardi e veneti, comunque  italiani, emigranti di prima generazione, ricostruirono le prime fabbriche e case della Germania.

È da qui, è da loro, dalla prima generazione dei Fremdarbeiter e dalle Trümmerfrauen che nacque la nuova Germania e di conseguenza la nuova Europa, non certo dalle vuote sterili chiacchere di cosiddetti sociologhi e umanisti vari.

La nuova Germania e la nuova Europa, come a suo tempo la Fenice, sono nate dalle ceneri di una Germania e di un’Europa malsana e malefica entrambe portatrici di morte e distruzione.

Fu la caparbia volontà dei primi Fremdarbeiter e delle Trümmerfrauen di conoscerai e capirsi a far germogliare la nuova Europa.

Il nuovo ordine europeo nacque tra le macerie della Germania e sulle impalcature che i muratori italiani per primi, eressero per costruire le case con i mattoni ripuliti a mano dalle Trümmerfrauen.

Nessuno si deve mai scordare di questo.

# # #

Oggigiorno nel nuovo millennio i figli e le figlie di Erasmus nipoti e pronipoti dei Fremdarbeiter e delle Trümmerfrauen,   si dedicano allo studio, al dialogo intereuropeo, vogliono comprendere, valutare, assimilare nuove verità sociali e culturali, vogliono sapere, conoscere, creare e professare nuovi orizzonti, ed  è proprio lì, nel fertile terreno della scienza e della logica che nasce, lontana da diffidenze, da cinismi e ben studiate ipocrisie,  una nuova Europa basata sulla tolleranza, la compressione reciproca e l’amore, il tutto coronato da una sfilza di marmocchi e monelli sani e belli che continueranno a loro tempo a forgiare un Europa sempre più unita e forte e creano tra mille difficoltà politiche di nefaste politiche estere coronate da interessi partitocratici ed economici vari,  un Nuovo Ordine Mondiale

Fine?


 

Dal mio libro “La storia di un  inceneritore, La morte veglia su Monopoli”

Herausgeber : Independently published (13. Mai 2017)

Sprache : Italienisch

Taschenbuch : 249 Seiten

ISBN-10 : 1521285063

ISBN-13 : 978-1521285060

 

… e così, mentre ex commissari politici italiani al servizio di Stalin e del partito comunista sovietico, cercavano di instaurare in Italia una sottospecie di dittatura comunista, la gente semplice della strada, sia tedesca sia italiana si mise all’opera per rimettere in sesto le infrastrutture distrutte dalla loro stessa scellerata scempiaggine.

All’inizio, sia gli italiani sia i tedeschi superstiti, cominciarono a rimettere di nuovo in piedi la Germania.

Lavorando con diligenza e caparbietà in meno di dieci anni, gli italiani e i tedeschi riuscirono a ricostruire tutte le infrastrutture della nuova Repubblica Federale di Germania, cominciando dalle fabbriche e strade, dalle ferrovie alle autostrade e dai porti marittimi.

Aiutate da volonterosi e capaci uomini del sud italiano ai quali, poi vista la ciclopica impresa, si aggiunsero gli spagnoli, i portoghesi, i greci e i turchi, le diligenti donne tedesche, durante il dopo lavoro scodellarono pure un nuovo Popolo.

Era un popolo sano e forte quello che nacque in Germania a quei tempi, spuntando dalle ceneri come la mitica Fenice, ripudiando ogni velleità bellica, da quegli anni in poi il nuovo popolo tedesco giurò di vivere sempre in pace con il mondo intero, rigettando ogni forma di aggressione e guerra di conquista futura.

Lavorarono e progredirono così dinamici e lesti che in manco di una decade, la Germania ridivenne, questa volta con soli fini di pace e progresso, nuovamente il punto di riferimento nel mondo della tecnica, delle capacità innovative del lavoro e della ricerca scientifica.

Il sapere e le capacità tecniche tedesche erano di nuovo riconosciuti come punto di riferimento da tutti e il mondo guardava nuovamente con ammirazione questo Popolo che, dal tanto male che fece, ora progrediva, e con lui, l’intera Europa.

Dalla Germania degli anni cinquanta partirono i primi impulsi per una ripresa economica di tutta l’Europa che rapidamente portò lavoro e benessere a tutti i popoli occidentali.

Tutto funzionava e progrediva a meraviglia, la nuova Germania e la novella Europa, quasi come due sorelle gemelle crescevano e prosperavano nel tempo, influenzando  con la loro voglia di sapere e di fare, e questa volta in modo positivo, il Mondo intero.

Tutto a posto allora?

Nix tuto bene, tutto Scheiße Kamaraden.

Gli anni delle vacche grasse finirono presto, non certo perché ci fu un’altra crisi tipo anni venti, no, le cose non andarono esattamente così, nix crisi tipo anni venti, i bei tempi finirono presto a causa di un imprevisto che nessuno si aspettava o avrebbe mai potuto prevedere.

Il declino della Germania iniziò verso la fine degli anni sessanta, appena cinque o sei lustri dopo la fine della seconda guerra mondiale  con l’apparizione di un prototipo di Homo Sapiens germanicus a molti di noi del tutto sconosciuto.

Nessuno sa ormai dire con sicurezza da dove lo sconosciuto venisse, chi l’avesse creato o di chi fosse figlio, di sicuro si sa solamente che, improvvisamente costui bussò alla porta della Storia portandosi appresso tanti mentecatti come lui.

L’arrivo dello sconosciuto diede il via all’attuale decadenza.

Da quel giorno, tutti i valori e virtù accumulati iniziarono a vacillare e a degenerare e la Germania cominciò a perdersi di nuovo per strada.

Il nuovo arrivato si dimostrò presto un vero maestro del lamento e un deplorevole, capace e abile menestrello della mala sorte.

Bugiardo, cinico e intrigante, furtivo e codardo, questo fariseo dell’umanità era venuto dal nulla e niente aveva a che fare o veder con tutti i buoni propositi tedeschi dell’immediato dopoguerra ma era arrivato per restare e la Germania non fu più la stessa.

Come un cancro con molte putride metastasi, questo prototipo dal basso orizzonte si mise all’opera e infestò, con il suo comportamento, non solo la Germania e il mondo intero, ma anche la vera aria che noi tutti si respira.

Sembra veramente che il ritorno dei lavoratori mediterranei e delle loro famiglie create in Germania insieme alla loro prole nei loro Paesi di origine, coincida con l’apparizione del nuovo prototipo di Homo Sapiens germanicus.

Le malelingue, invece, assicurano che in effetti, costui non fosse mai scomparso, insinuando anche che fosse sempre esistito nel sottobosco delle strutture sociali tedesche, pronto a rispuntare come un fungo velenoso non appena e ogni qualvolta si presentasse l’occasione propizia …

 

 

 

 


1 commento:

hagleaullah ha detto...

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