- ASIN : B0988MW44D
- Herausgeber : Independently published (29. Juni 2021)
- Sprache : Italienisch
- Taschenbuch : 46 Seiten
- ISBN-13 : 979-8528545219
- Abmessungen : 10.16 x 0.28 x 15.24 cm
Erasmus Kinder
Prefazione.
Amore o solitudine?
Giovane donna italiana lontana da casa cerca la sicurezza
e tranquillità che le dava la sua famiglia e così se ne crea una sua propria in
una realtà sociale a lei sconosciuta e spesso diffidente se non addirittura
ostile al forestiero.
Marito straniero: macho o compagno sincero, oppure
maschilista dominate, premunito e complessato?
Esiste il razzismo amoroso o è l’amore tra persone di
differenti nazionalità che svela in noi il razzista che ignoravamo o che mai
credevamo di essere?
I figli e le figlie di Erasmus sono studenti, specialisti
e scienziati delle più svariate facoltà, provenienti da ogni parte del mondo
dove almeno qui in Germania ad esempio, le unioni tra giovani donne italiane e uomini tedeschi, sono molto più numerose che quelle
tra giovani italiani e donne tedesche o altri gruppi etnici europei.
Grazie al programma Erasmus, in un fantasmagorico
caleidoscopio di culture, folklori e idiomi, la gioventù e la scolaresca
europea si incontra, si unisce e impara a conoscersi studiando.
È così che la gioventù inizia a comprendere il valore
della tolleranza reciproca e del dialogo e getta le basi per una nuova Europa
senza nazionalismi.
I figli e le figlie di Erasmus.
Un po’ spaesata, quasi
furtiva, Mara scese dall’aereo che l’aveva portata via Roma, da Catania a Brema e seguendo il flusso degli altri
passeggeri, si incammino verso il Pullman che l’attendeva accanto al velivolo
per portarla al terminal degli arrivi.
Conosceva la Germania dai suoi
diversi viaggi-studio fatti durante le ferie assieme ai suoi commilitoni liceali
e universitari.
Quelli però erano sempre stati
viaggi estivi, quasi delle scampagnate giovanili, che ben poco avevano a che
vedere con dei veri e propri escursioni di studio e di lavoro.
Le sue prime esperienze ed
impressioni durante quelle escursioni all’estero, erano vaghe.
In Germania, però aveva
percepito un Paese efficiente e sobrio,
che si distanziava mille miglia dalla quotidianità italiana e da tutto quello
che aveva appreso durante le lezioni di
storia contemporanea, alle scuole medie e al liceo.
Già allora da ragazza vivace e
impaziente di imparare e conoscere il mondo, si era resa conto che la realtà e
qualità della vita in Germania era alquanto diversa e spesso positiva che il
“modus vivendi et operandi” italiano, questa però era la prima volta che
viaggiava in Germania da sola.
Mara parlava perfettamente
l’inglese e il francese, masticava un po’ di greco antico e il latino era quasi
la sua seconda made lingua, ma non parlava e non capiva una beata minchia della
lingua tedesca.
Scendendo dall’aereo quel
primo pomeriggio di una giornata umida e freddolosa, tipica degli autunni di Bremen, si sentì un po’ spaesata, quasi
fuori posto, e il grigiore di quel giorno di ottobre che la circondava le fece
subito rimpiangere la bella giornata calda e soleggiata che aveva lasciato a
Catania qualche ora prima.
Lei, giovane scienziata
siciliana, laureata in scienze naturali questa volta, grazie ad una borsa di
studio vinta all’università di Brema, era arrivata in Germania per restarci un
anno,
Vedendo quel cielo grigio e
cupo avrebbe voluto far subito dietrofront e tornarsene nella sua soleggiata
Sicilia e lasciare quei luoghi, umidi e bui.
Stoica e determinata com’era di scoprire, studiare e cimentarsi in
ricerche scientifiche in questo nuovo mondo, decisa alzò il bavero della giacca e stringendosi le spalle, quasi
rannicchiandosi in sé stessa, seguì, con un
miscuglio di rassegnazione ma anche di grande curiosità e vogliosa
intraprendenza, gli altri passeggeri sul Bus.
Sapeva che al terminal degli arrivi ad
attenderla c’era la sua amica romana, laureata in lettere, germanistica e
storia medioevale tedesca, che come lei aveva vinto una borsa di studio
all’università di Brema e questo fatto la rincuorava di non poco, perciò
trinandosi dietro la sua capiente valigia, Mara, ancora un po’ spaesata, quasi morbosamente assaporato l’incognito al
quale andava incontro usci dalla zona arrivi dell’aeroporto.
Guardando speranzosa tra le
decine di persone che attendevano chi quello chi quell’altro, tra quel grigio
muro di gente imbacuccata in giacche a vento quasi uniformi nella fattura e nel
colore, blu o verde scuro, scorse la sua amica che piccolina e tracagnotta
com’era, si sbracciava e saltellava sorridente e felice, per farsi notare.
Quasi correndosi incontro le
due ragazze si abbracciarono commosse e felici di rivedersi e tenendosi per
mano come se avessero paura di perdersi, si avviarono verso l’uscita del
terminal e si diressero alla fermata del tram che in una ventina di minuti,
attraversando tutta la città, le avrebbe portate direttamente all’Università.
Lo studio avrebbe occupato le
loro giornate universitarie, come la comunità studentesca italiana di Bremen,
avrebbe influenzato il loro tempo libero.
La sicurezza del gregge
avrebbe influenzato le sue serate e fine settimana, ma le avrebbe anche
impedito di apprendere i primi rudimenti di una lingua piena di tranelli
grammaticali a volte incoerenti e in netto contrasto tra loro, esattamente
l‘opposto e non certamente logici e coerenti,
come la lingua italiana, francese, latina o greca che sia.
# # #
Può l’amore superare barriere
ideologiche o creare uno status quo famigliare, o una tregua indeterminata nel
tempo?
L’amore, è forse un antidoto,
un placebo aldilà della paura dell’isolamento sociale?
Dove si trova l’amore, forse là
dove termina la solitudine e inizia l’amicizia, è là che si trova l’amore?
La prima generazione di
“Fremdarbeiter” proprio qui in Germania non pensava certo a questo, quando
cominciò ad integrarsi nella vita sociale di una nazione distrutta da una
guerra voluta da fanatici nazisti, come lo era dopo la sua proclamazione, la
Repubblica Federale di Germania nel 1948.
I “Fremdarbeiter” erano
giovani, sani e lavoratori ed erano soli; le donne tedesche come le loro
colleghe di mezza Europa erano giovani, molte erano vedove e sole, magari con
prole e vecchi genitori a cui accudire.
Eppure si incontrarono e
iniziarono a comprendersi.
In quegli anni le ore di
lavoro erano massacranti, si lavorava sei giorni la Settimana otto ore al
giorno e si lavorava sodo.
A quei tempi non esisteva il
Web; l’Internet come i telefonini erano
cose sconosciute, non ancora
inventate.
Le poche ore del sabato sera,
erano quelle dove gli uomini del Sud al difuori dei luoghi di lavoro,
incontravano la gente del luogo, tra loro c’era tanta diffidenza allora, eppure
si incontrarono, si parlarono, impararono a conoscersi e assieme, costruirono
una nuova Germania e una nuova Europa.
Le famiglie miste del
dopoguerra, magari anche senza il tanto declamato amore, specialmente qui in
Germania forgiarono nuove generazioni di italo -tedeschi e nuovi europei.
Sia per gli uni, sia per gli
altri formare una famiglia era anche un modo per non sentirsi soli, questo
ieri, oggi invece in due ore al massimo con un aereo si sorvola l’Europa e la
solitudine sparisce.
Oggi costa quasi di più andare
in Taxi dal centro di Bremen all’aeroporto che acquistare un biglietto d’aereo
fin giù in Sicilia.
Oggi la solitudine dovuta alla
lontananza non esiste più, tuttavia sotto certi aspetti tra i popoli esiste
ancora la diffidenza, qualche volta anche l’intolleranza, come esistono tante
nefandezze politiche e sociali ben alimentate e ben dosate da politici e da interessi partitocratici nonché da
famigerate associazioni culturali di mutuo interesse
Comunque sia, sembra che ai figli di Erasmus europei tutto
questo interessi ben poco, loro
appartengono ad un'altra specie di cittadini europei, molto più evoluti e
studiati del “Fremdarbeiter” o lavoratore straniero o delle “Trümmerfrauen.”
Le cosiddette Trümmerfrauen,
ovvero donne delle macerie, erano quelle che
dopo la seconda guerra mondiale in mancanza di uomini, decimati da una
guerra nazista barbara e criminale,
sgomberavano le strade e le citta
della Germania dalle macerie delle case bombardate e distrutte dagli Alleati.
Le donne a quel tempo ripulivano a mano anche ogni singolo mattone con i quali poi i
muratori friulani e abruzzesi, lombardi e veneti, comunque italiani, emigranti di prima generazione,
ricostruirono le prime fabbriche e case della Germania.
È da qui, è da loro, dalla
prima generazione dei Fremdarbeiter e dalle Trümmerfrauen che nacque la nuova
Germania e di conseguenza la nuova Europa, non certo dalle vuote sterili
chiacchere di cosiddetti sociologhi e umanisti vari.
La nuova Germania e la nuova
Europa, come a suo tempo la Fenice, sono nate dalle ceneri di una Germania e di
un’Europa malsana e malefica entrambe portatrici di morte e distruzione.
Fu la caparbia volontà dei
primi Fremdarbeiter e delle Trümmerfrauen di conoscerai e capirsi a far
germogliare la nuova Europa.
Il nuovo ordine europeo nacque
tra le macerie della Germania e sulle impalcature che i muratori italiani per
primi, eressero per costruire le case con i mattoni ripuliti a mano dalle
Trümmerfrauen.
Nessuno si deve mai scordare
di questo.
# # #
Oggigiorno nel nuovo millennio
i figli e le figlie di Erasmus nipoti e pronipoti dei Fremdarbeiter e delle
Trümmerfrauen, si dedicano allo studio,
al dialogo intereuropeo, vogliono comprendere, valutare, assimilare nuove
verità sociali e culturali, vogliono sapere, conoscere, creare e professare
nuovi orizzonti, ed è proprio lì, nel
fertile terreno della scienza e della logica che nasce, lontana da diffidenze,
da cinismi e ben studiate ipocrisie, una
nuova Europa basata sulla tolleranza, la compressione reciproca e l’amore, il
tutto coronato da una sfilza di marmocchi e monelli sani e belli che
continueranno a loro tempo a forgiare un Europa sempre più unita e forte e
creano tra mille difficoltà politiche di nefaste politiche estere coronate da
interessi partitocratici ed economici vari,
un Nuovo Ordine Mondiale
Fine?
Dal mio libro “La storia di un inceneritore, La morte veglia su Monopoli”
Herausgeber
:
Independently published (13. Mai 2017)
Sprache
:
Italienisch
Taschenbuch
:
249 Seiten
ISBN-10
:
1521285063
ISBN-13
:
978-1521285060
… e così, mentre ex commissari politici italiani al
servizio di Stalin e del partito comunista sovietico, cercavano di instaurare
in Italia una sottospecie di dittatura comunista, la gente semplice della
strada, sia tedesca sia italiana si mise all’opera per rimettere in sesto le
infrastrutture distrutte dalla loro stessa scellerata scempiaggine.
All’inizio, sia gli italiani sia i tedeschi superstiti,
cominciarono a rimettere di nuovo in piedi la Germania.
Lavorando con diligenza e caparbietà in meno di dieci
anni, gli italiani e i tedeschi riuscirono a ricostruire tutte le
infrastrutture della nuova Repubblica Federale di Germania, cominciando dalle fabbriche
e strade, dalle ferrovie alle autostrade e dai porti marittimi.
Aiutate da volonterosi e capaci uomini del sud italiano
ai quali, poi vista la ciclopica impresa, si aggiunsero gli spagnoli, i
portoghesi, i greci e i turchi, le diligenti donne tedesche, durante il dopo
lavoro scodellarono pure un nuovo Popolo.
Era un popolo sano e forte quello che nacque in Germania
a quei tempi, spuntando dalle ceneri come la mitica Fenice, ripudiando ogni
velleità bellica, da quegli anni in poi il nuovo popolo tedesco giurò di vivere
sempre in pace con il mondo intero, rigettando ogni forma di aggressione e
guerra di conquista futura.
Lavorarono e progredirono così dinamici e lesti che in
manco di una decade, la Germania ridivenne, questa volta con soli fini di pace
e progresso, nuovamente il punto di riferimento nel mondo della tecnica, delle
capacità innovative del lavoro e della ricerca scientifica.
Il sapere e le capacità tecniche tedesche erano di nuovo
riconosciuti come punto di riferimento da tutti e il mondo guardava nuovamente
con ammirazione questo Popolo che, dal tanto male che fece, ora progrediva, e
con lui, l’intera Europa.
Dalla Germania degli anni cinquanta partirono i primi
impulsi per una ripresa economica di tutta l’Europa che rapidamente portò lavoro
e benessere a tutti i popoli occidentali.
Tutto funzionava e progrediva a meraviglia, la nuova
Germania e la novella Europa, quasi come due sorelle gemelle crescevano e
prosperavano nel tempo, influenzando con
la loro voglia di sapere e di fare, e questa volta in modo positivo, il Mondo
intero.
Tutto a posto allora?
Nix tuto bene, tutto Scheiße Kamaraden.
Gli anni delle vacche grasse finirono presto, non certo
perché ci fu un’altra crisi tipo anni venti, no, le cose non andarono
esattamente così, nix crisi tipo anni venti, i bei tempi finirono presto a
causa di un imprevisto che nessuno si aspettava o avrebbe mai potuto prevedere.
Il declino della Germania iniziò verso la fine degli anni
sessanta, appena cinque o sei lustri dopo la fine della seconda guerra
mondiale con l’apparizione di un
prototipo di Homo Sapiens germanicus a molti di noi del tutto sconosciuto.
Nessuno sa ormai dire con sicurezza da dove lo
sconosciuto venisse, chi l’avesse creato o di chi fosse figlio, di sicuro si sa
solamente che, improvvisamente costui bussò alla porta della Storia portandosi
appresso tanti mentecatti come lui.
L’arrivo dello sconosciuto diede il via all’attuale
decadenza.
Da quel giorno, tutti i valori e virtù accumulati
iniziarono a vacillare e a degenerare e la Germania cominciò a perdersi di
nuovo per strada.
Il nuovo arrivato si dimostrò presto un vero maestro del
lamento e un deplorevole, capace e abile menestrello della mala sorte.
Bugiardo, cinico e intrigante, furtivo e codardo, questo
fariseo dell’umanità era venuto dal nulla e niente aveva a che fare o veder con
tutti i buoni propositi tedeschi dell’immediato dopoguerra ma era arrivato per
restare e la Germania non fu più la stessa.
Come un cancro con molte putride metastasi, questo
prototipo dal basso orizzonte si mise all’opera e infestò, con il suo
comportamento, non solo la Germania e il mondo intero, ma anche la vera aria
che noi tutti si respira.
Sembra veramente che il ritorno dei lavoratori
mediterranei e delle loro famiglie create in Germania insieme alla loro prole
nei loro Paesi di origine, coincida con l’apparizione del nuovo prototipo di
Homo Sapiens germanicus.
Le malelingue, invece, assicurano che in effetti, costui
non fosse mai scomparso, insinuando anche che fosse sempre esistito nel
sottobosco delle strutture sociali tedesche, pronto a rispuntare come un fungo
velenoso non appena e ogni qualvolta si presentasse l’occasione propizia …
1 commento:
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