Lo spin
giornalistico è un micidiale Boomerang politico e sociale.
Gli esempi di
manipolazione mediatica delle masse a fini e scopo politici, ormai non si
contano più.
Il “Divide et Impera” dei romani fa ancora oggi testo, solo che
oggi si chiama anche mobbing, Staalking , calunnia, machiavellismo o spin
politico e giornalistico.
Un esempio di
spin politico co un micidiale effetto bumerang, lo vediamo nella falsificazione
del testo di un telegramma pervenuto al Cancelliere Bismark da Parigi che diede
il via alla guerra contro la Francia del 1870 -1871.
A Joseph Goebbels
nel 1939 dopo aver plasmato gli animi
della popolazione tedesca umiliata e impoverita dai trattati di
Versailles, bastò far uccidere degli
agenti di polizia tedesca e mettere un
paio in uniformi polacche per simulare un sanguinoso attentano polacco ad un
posto di blocco tedesco al confine con la Polonia.
In un infuocato
discorso patriottico poi il Ministro della propaganda nazista chiese al popolo
se voleva la guerra e il popolo bue compatto urlo: Guerra, Guerra , Guerra!
Sappiamo com’è
andata a finire.
In Italia poi
abbiamo l’esempio delle porcate politiche e mediatiche di Giorgio Napolitano,
già Presidente della Repubblica,
traditore del Popolo Italiano, intrigante corrotto e corruttore politico
e voltagabbana per eccellenza.
Il togato Antonio
Di Pietro con la sua operazione “Mani Pulite” sferrò un tremendo attacco alla
corruzione e alla delinquenza politica,
ma per puri interessi politici perseguitò anche Benedetto Craxi, l’unico vero
statista che poteva contrastare le porcate del Giorgio Napolitano e compagnucci
mascalzoni vari.
Furono, in
seguito Giorgio Napolitano e il Partito Comunista Italiano camuffato in diverse
frazioni sinistroidi, sostenuto e coadiuvato dalla magistratura più faziosa,
politicizzata e corrotta del Continente europeo capitanata dal Ilda la sporca e
da un pool di togati sparsi un poco in tutta l’Italia a perseguitare in una vergognosa caccia
all’Uomo a perseguitare Silvio Berlusconi, a indurlo alle dimissioni da Capo
del Governo e a impossessarsi dell’Italia iniziando il più grande saccheggio di
un Popolo e una Nazione mai visto prima in Europa.
La viscida
vigliaccheria sinistroide italiana ora abituata a sguazzare nel bengodi com’è,
sente puzza di bruciato, per mille e una ragione e la popolazione italiana sembra finalmente
incline a liberarsi dei suoi sinistri aguzzini e del Centrosinistra e tende a
voltar pagina votando in prevalenza verso il Centrodestra.
I sinistri
italiani per far fronte all’avanzata del Centrodestra ora hanno rispolverato il
Fascismo e vedendo fascisti in ogni angolo di strada e contrada italiana, hanno
sguinzagliato i loro untori a snidare fascisti e simboli fascisti, un po’
dappertutto sul territorio nazionale.
Appunto per
questo, il lustro e ben pasciuto Fiano il fariseo sinistro parlamentare
sinistroide, intende addirittura abbattere la tomba di Famiglia della Famiglia
Mussolini.
Senza nemmeno
sapere di che cosa stia parlando e senza nemmeno accorgersi che per esaudire il
suo malnato e nefasto desiderio di un’Italia multietnica e liberale di sinistra,
bisognerebbe distruggere la Cultura Italiana e la buona metà dei Palazzi
costruiti durante il fascismo;
incita i suoi seguaci alla distruzione
di tutto ciò che nel bel Paese, possa ricordare il Ventennio Fasciata.
Questo in Italia,
ma come la mettiamo con la Germania?
Dove sta andando
questa Germania dei Merkozy und ei Merkhollà, ora accusata dagli italiani di aver indotto e ordinato a
Giorgio Napolitano di sbarazzarsi di Silvio Berlusconi?
Mai nella Storia
di questa Europa postbellica lo spin –mediatico e politico, ha dato un
risultato cosi devastante sia per la Nazione stessa sia per l’Unione Europea
come le ultime elezioni federali della Germania.
La cocente
perdita di voti dei Partiti tradizionali come la CDU/CSU e la SPD, a favore di
un oscuro movimento di estrema Destra come la Afd, scaturito da un malvolente e
irresponsabile politica antieuropea, nata nella contorta mente di un economo di
terza o quarta fila a spezzo la schiena politica della Germania.
Indirettamente ben sostenuto da interessi
politici di una banda d’irresponsabili bifolchi bavaresi della CSU e di una
stampa che dipingeva quadri apocalittici di degrado e indebolimento economico e
strutturale della Germania, le ultime elezioni federali, hanno portato
l’estrema Destra a entrare di prepotenza con ben 94 seggi nel Bundestag.
L’arroganza e
ottusità politica tedesca che credeva di potere dettare Legge in Europa,
pensando solo a se stessa e ai propri interessi nazionali e partitocratici ha
avuto l’effetto Bumerang ovvero ha causato il classico ritorno di fiamma sulla
Germania stessa.
L’Elettorato
tedesco questa volta non ha seguito il Tandem CDU/CSU si è allontanato dalla
Socialdemocrazia della SPD ed è corso ad alimentare le file dell’AfD ovvero
l’Alternativa per la Germania.
Alternativa per
che cosa?
L’alternativa
contro chi ha gridato troppo al Lupo europeo che intendeva sbranare il Gregge
tedesco, questo è tutto, non è successo che questo: Oltre il 12,5%
dell’Elettorato tedesco questa volta ha
creduto ai media che in modo costante dal mattino con l’inizio del programma TV
Morgen –Magazin, fino a notte fonda con
i vari Talk Show lo martellava di incombenti pericoli economici provenienti dal
Bacino mediterraneo, ha disertato i Partiti tradizionali e votano la Afd come
ancora di salvezza; rendendo così
facendo la Germania di fatto ingovernabile.
Lasciamo correre
i macachi politici fautori di questo bumerang che se lo son tirati da soli sui
denti e guardiamo al vero soggetto di questa tragedia politica la cui mano
finale è ancora tutta da giocare, cioè: L’Elettorato tedesco in se stesso.
A tutt’oggi, sempre ben coperto dalla maggioranza politica CDU/CSU;
ancora non si sa di che pasta sia fatto il classico elettore tedesco nella
Germania Postbellica, mancano punti di riferimento, fino ad ora si trovava nel
Limbo della CDU/CSU, Berlino pensava il Popolo eseguiva lavorava e credeva.
Da: La Storia di un inceneritore. La morte veglia su Monopoi. Di Franco
Parpaiola Edizioni Amazon Kindel.
ISBN-10: 1521285063 e ISBN-13: 978-1521285060 Versione cartacea ed
elettronica.
La Citta di Monopoli vanta una lunga e travagliata storia risalente al XV
Secolo a.c, vissuta attraverso un susseguirsi di occupazioni normanne,
spagnole, turche e anche di grandi stragi come quella perpetrata dal generale
greco Giorgio Maniace; verso la fine del 1042.
In questa parte dell’Italia Meridionale, bagnata dai Mari Adriatico e
Ionio, fortunatamente dotata di un clima prettamente mediterraneo e arricchita
da una terra fertile e gente ingegnosa, si è sempre vissuta una vita laboriosa
e impegnativa, sempre cercando la pace e la tranquillità.
Fu da queste parti che i rampolli aristocratici tedeschi furono istruiti
dai dotti e devoti frati nell’arte di leggere e scrivere, diventando così
provetti in Greco e in Latino e in tutte le scienze allora conosciute.
Sotto l’arguta guida dei severi frati, i giovani teutoni impararono l’arte
della diplomazia, dell’intrigo politico e dell’ipocrisia, assimilando il tutto
assieme a quella del governare e del tornaconto istituzionale.
Tra le tante cose, i frati, abili ed esperti nell’arte del disguido
com’erano, insegnarono ai giovani futuri reggenti e condottieri d’oltralpe che
il vero potere, si trovava nel sapere. Spiegarono loro l’importanza del
conoscere i veri fatti e insegnarono loro l’arte di approfondirli e analizzarne
le varie circostanze e sfaccettature; meglio dei loro avversari.
Seguendo l’inflessibile disciplina e assimilando le nozioni dei loro severi
ed esigenti insegnanti, i giovincelli appresero anche come usare il loro
sapere, impararono a dosarlo e a centellinarlo contro i loro avversari, secondo
le necessita ed eventuali opportunità del momento. Appresero come applicare la
forza della persuasione e della pressione psicologica. Compresero la sottile
finezza del disguido, della finzione, della calunnia, della dissimulazione e
della falsità, e impararono a usarle a scopo politico.
Capirono, con l’andare del tempo, che il sapere era un’arma potente e
impararono a impiegarla con destrezza ed efficacia.
Il lavoro fatto a quel tempo dai servi di Dio, dai frati, dai clerici e
dagli abati nei conventi nei castelli e monasteri delle Puglie non fu invano e,
ancor oggi a distanza di diversi Secoli, elargisce i suoi frutti nella Germania
attuale.
Mai prima d’allora nella Storia dei Popoli una moltitudine di piccoli clan
tedeschi in eterna lotta tra di loro, riuscì a unirsi in un solo Popolo come
fecero le varie tribù germaniche. Inquadrandosi dietro un unico vessillo, i
vari clan e tribù germaniche riuscirono in cosi poco tempo, solamente con la
loro forza di volontà e tenacia a raggiungere un alto tenore di vita e di
sicurezza economica unici al Mondo.
Nessun Popolo della terra prima d’ora è riuscito, solo con la voglia di far
meglio degli altri, a raggiungere traguardi così alti e orizzonti così ambiti
come il Popolo Tedesco.
Nessuna Nazione prima d’ora, al di fuori dell’odierna Germania, era
riuscita ad accumulare un così grande potere politico ed economico e tanto
benessere e prosperità da influenzare con la propria tecnologia non solo
l’Europa, bensì tutto il Pianeta e la vita dei popoli della Terra.
Ogni altro Popolo, tutti, perfino l’antica Roma con tutta la sua sapienza e
cultura, ebbe bisogno di orde di legionari per instaurare e stabilire e imporre
la sua Pax Romana nel Mondo allora conosciuto e mai senza prima di scatenare
una guerra di conquista e di occupazione dopo l’altra.
I giovani teutoni, invece, capirono che l’arma più potente era il sapere e
impararono a usarla con efficacia.
Le Nazioni Tedesche, guidate dai loro rampolli aristocratici allevati dai
frati tra gli uliveti delle Puglie, usando con sapienza le nozioni apprese e
con l’aiuto di Sancta Mater Ecclesia, con senso di responsabilità e profonda
percezione della natura umana, persuadendo e convincendo; si misero subito al
opera.
In poco tempo riuscirono, quasi senza guerre ne saccheggi e senza
distruzioni di altre civiltà e culture, a unificare l’Europa sotto il vessillo
del Sacro Romano Impero di Germania.
Incredibile come possa sembrare, ma quella fu la vera e unica Unione
Europea veramente funzionale.
Ovviamente, come durante la seconda e la quarta decade del Secolo scorso ad
esempio, ci furono momenti dove in Germania un paio di psicopatici spronati
dall’odio e da idee di superiorità razziale, ne combinarono di tutti i colori.
Usando l’imbecillità collettiva, che a volte amalgama la grande massa del
Popolo Bue, quasi fosse un rimasuglio della primordiale idiozia tipica dei
bifolchi illetterati che forgia in un unico compatto e malformato branco
d’idioti fanatici e senza cervello, chi per tornaconto o per paura, si rifiuta
di usare il cervello, l’aristocrazia e l’industria tedesca scatenarono per ben
due volte una Guerra su scala mondiale. Cercarono cosi facendo di conquistare e
soggiogare il mondo intero usando come copertura il fanatismo politico di una
banda di criminali patologicamente insani di mente e fanatici sanguinari unici
nella Storia dell’Umanità.
Difatti, tra i molti e i tanti ci sarà sempre qualcuno che si crede un
redentore delle Masse che cercherà di raggiungere il Trono credendosi guidato
dal destino e questo, purtroppo, sempre aiutato dai potenti interessi
finanziari; successe per ben due volte anche in Germania.
Dopo le sacrosante botte che per ben due volte piovvero loro sul groppone
da tutte le parti del mondo, i superstiti dell’ultima pazzia teutonica si
ricordarono degli insegnamenti dei frati dati ai loro antenati tra gli uliveti
delle Puglie e agirono di conseguenza.
Questa volta però, anche perché dalla loro ultima pazzia ne erano usciti
veramente piuttosto malconci e decimati, i superstiti teutonici, ricostruirono
la Germania, soprattutto con l’aiuto degli italiani.
Dopo la loro ennesima pagliacciata, anche gli italiani erano malmessi e
alquanto malridotti ma non tanto decimati quanto i tedeschi.
Alla fine della seconda Guerra Mondiale l’Italia era davvero solo una
Nazione allo sbando, dilaniata da un regolamento di vecchi conti politici e
privati mai ben definiti e ben nascosti sotto il mantello di una mezza guerra
civile sporca e vigliacca e mai veramente combattuta tra paesani e concittadini
se non nei cessi, nelle fogne, nei rigagnoli e nei bidoni della spazzatura del
bel paese.
E così, mentre ex commissari politici italiani al servizio di Stalin e del
partito comunista sovietico, cercavano di instaurare nel bel paese una
sottospecie di dittatura comunista, la gente semplice della strada, sia tedesca
sia italiana si mise all’opera per rimettere in sesto le infrastrutture
distrutte dalla loro stessa scellerata scempiaggine.
All’inizio, sia gli italiani sia i tedeschi superstiti, cominciarono a
rimettere di nuovo in piedi la Germania. Lavorando con diligenza e caparbietà
in meno di dieci anni, gli italiani e i tedeschi riuscirono a ricostruire tutte
le infrastrutture della nuova Repubblica Federale di Germania, cominciando dalle
fabbriche e strade, dalle ferrovie alle autostrade e dai porti marittimi.
Aiutate da volonterosi e capaci uomini del sud italiano ai quali, poi vista
la ciclopica impresa, si aggiunsero gli spagnoli, i portoghesi, i greci e i
turchi, le diligenti donne tedesche, durante il dopo lavoro scodellarono pure
un nuovo Popolo.
Era un popolo sano e forte quello che nacque in Germania a quei tempi,
spuntando dalle ceneri come la mitica Fenice. Ripudiando ogni velleità bellica
e da quegli anni in poi il nuovo popolo tedesco giurò di vivere sempre in pace
con il mondo intero, rigettando ogni forma di aggressione e guerra di conquista
futura.
Lavorarono e progredirono così dinamici e lesti che in manco di una decade,
la Germania ridivenne, questa volta con soli fini di pace e progresso,
nuovamente il punto di riferimento nel mondo della tecnica, nelle capacità
innovative del lavoro e nella ricerca scientifica.
Il sapere e le capacità tecniche tedesche erano di nuovo riconosciuti come
punto di riferimento da tutti e il mondo guardava nuovamente con ammirazione
questo Popolo che, dal tanto male che fece, ora progrediva e con lui, l’intera
Europa.
Dalla Germania degli anni cinquanta partirono i primi impulsi per una
ripresa economica di tutta l’Europa occidentale che rapidamente portò lavoro e
benessere a tutti i popoli occidentali.
Tutto funzionava e progrediva a meraviglia, la nuova Germania e la novella
Europa, quasi come due sorelle gemelle crescevano e prosperavano nel tempo,
influenzando e conteggiando con la loro voglia di sapere e di fare e questa
volta in modo positivo, il Mondo intero.
Tutto a posto allora?
Nix tuto bene, tutto Scheiße Kamaraden.
Gli anni delle vacche grasse finirono presto, non certo perché ci fu
un’altra crisi tipo anni venti, no, le cose non andarono esattamente così, nix
crisi tipo anni venti, i bei tempi finirono presto a causa di un imprevisto che
nessuno si aspettava o avrebbe mai potuto prevedere.
Il declino della Germania iniziò verso la fine degli anni settanta, appena
cinque lustri dopo la fine della seconda Guerra mondiale, con l’apparizione di
un prototipo di Homo Sapiens germanicus, a molti di noi, finora del tutto
sconosciuto.
Nessuno sa ormai dire con sicurezza da dove lo sconosciuto venisse, chi
l’avesse creato o di chi fosse figlio, di sicuro si sa solamente che,
improvvisamente, costui bussò alla porta della Storia portandosi appresso tanti
mentecatti come lui. L’arrivo dello sconosciuto diede il via all’attuale
decadenza. Da quel giorno, tutti i valori e virtù accumulati iniziarono a
vacillare e a degenerare e la Germania cominciò a perdersi di nuovo per strada.
Il nuovo arrivato si dimostrò presto un vero maestro del lamento e un
deplorevole, capace e abile menestrello della mala sorte. Bugiardo, cinico e
intrigante, furtivo e codardo, questo fariseo dell’umanità era venuto dal nulla
e niente aveva a che fare o veder con tutti i buoni propositi tedeschi dell’immediato
dopo guerra ma era arrivato per restare e la Germania non fu più la stessa.
Come un cancro con molte putride metastasi, questi prototipi dal basso
orizzonte si misero all’opera e infestarono, con il loro comportamento, non
solo la Germania e il mondo intero, ma anche la vera aria che noi tutti si
respira.
Questo l’ho scritto nel 2004 nel 2017 si è avverato ciò che già allora
temevo: IL frastuono politico e mediatico dell’elettorato della Germania.
L’unica possibile soluzione ora e una scissione netta tra la CDU e la CSU e
nuove elezioni.
Un Governo di minoranza va bene per
piccoli paesi scandinavi ma non per una Nazione di 80 Milioni di persone.
È la popolazione che ora deve
dimostrare il suo grado di maturità democratica e decidere che tipo di governo
desidera avere.
Berlino, come
tutta la mediocrità politica attuale deve capire che la Germania
postbellica deve finire con la Cancelliera Merkel e, che dalla scissione
della CDU e CSU, nel bene o nel male, deve nascere la vera Repubblica Federale
di Germania.
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