giovedì 29 agosto 2013

IL BUCO ESTIVO





 

La potenza dell'ignoranza

          Dicono che il sonno porta consiglio, l’estate invece, non ci porta solo il tanto sognato bel tempo del Mese di Agosto, di ferie e di riposo.

          Il mese di Agosto però; quasi volesse rovinarci le vacanze, ci regala in aggiunta anche le ferie politiche.

          Quello che in Germania si chiama “Das Sommerloch” ovvero il buco d’estate, infatti, non è altro che il tempo di ferie dei vari parlamenti e governi europei.

          In questo periodo, per le reti TV e la stampa, imperversa la canicola mediatica; i Governi e le opposizioni sono in ferie e i media sono a corto di notizie e di scoop giornalistici di rilevo.

          Questo è il tempo dei macachi della politica che presi da patriottico ardore nel vedersi i riflettori della ribalta puntati addosso e lusingati da tanto interesse mediatico per il proprio intelletto e argute idee politiche si aggiudichino una certa “flatrate” sulla propria idiozia, malvagia demagogia e stupidità e  fanno  a gara a chi di loro dice più bestialità e stronzate politiche in pubblico.

          Qualche anno fa, qui in Germania ci fu un cretino parlamentare di terza o quarta fila, che, poverino lui non si era mai visto una telecamera puntata addosso né tanto meno avuto uno straccio di giornalista che gli ponesse una domanda o gli chiedesse un’opinione; che con uno slancio d’ardore patriottico, arrivò inaspettatamente ad arrampicarsi sulla prima pagina di Bild-Zeitung.

          Il macaco politico ululava ai quattro venti che per sanare il debito pubblico tedesco bisognava istituire tre nuove tasse:

La prima tassa era quella sulla Bandiera.

          Lo scemo politico del giorno voleva imporre un obolo annuale a tutti i ristoranti e negozi di alimentari stranieri che nelle insegne dei loro negozi o menù mostrassero i colori nazionali.

         Il tricolore doveva sparire dai ristoranti italiani, la mezza Luna rossa da quelli turchi e i colori spagnoli dai ristoranti iberici und cosi via.

          La seconda tassa avrebbe dovuto essere sulla lingua usata nelle insegne e vetrine dei negozi che, essendo in Germania doveva essere rigorosamente nella lingua di Goethe, vale  a dire in tedesco.

          Pertanto una pizzeria avrebbe dovuto cambiare il suo nome in: “Fladenbrot mackerei”.

          Una paella spagnola si sarebbe chiamata “Reispfane mit allerlei” in altre parole: Risotto in padella con un po’ di tutto.

Un Dönner Kebab turco sarebbe diventato un “Gefülltenfladenbrotbötchenallerlei” (tutta una parola) ovvero: Panino piatto, con un po’ di tutto, und, un Hamburger da McDonald, sarebbe diventato una “Frikadelle”, ovvero, una volgare polpetta.

       Un altro obolo annuo da versare in anticipo all’ufficio delle imposte, s’intende, avrebbe portato all’istituzione di un “Sondergenemigung” o permesso speciale, che avrebbe permesso a un pizzaiolo napoletano di chiamare una Pizza Margherita, Pizza Margherita, und nix, “Fladenbrot nach Gänsenblümchenart”. 

Cazzo: ecco svelato il potere dei soldi.

         In uno slancio di patriottico ardore lo stesso macaco poi ne inventò un'altra di tassa, difatti per assuefare di nuovo il popolo tedesco alle pietanze della cucina locale, l’arguto cretino intendeva istituire una quarta tassa sui cibi esotici stranieri per renderli così inaccessibili ai portafogli della popolazione locale, come se quelli dei ristoranti italiani e spagnoli, sparsi in tutta la Germania, non lo fossero già.

          Il bello è che tutte queste menate ai barbari teutonici le hanno insegnate gli italiani stessi. 

          Le porcate politiche, i sotterfugi diplomatici, le menzogne anche se a volte applicate dai capoccioni e bifolchi bavaresi in modo goffo e disastroso; le hanno apprese dai frati nei monasteri sparsi tra gli uliveti delle Puglie, quando nel Medioevo l’aristocrazia tedesca di allora;  decise di mandare i propri rampolli da quelle bande, cioè; ha scuola dai frati.

          All’attento osservatore e conoscitore della mentalità tedesca non sfugge che tutto ciò che è rimasto inculcato nel DNA tedesco e che ancor oggi dà suoi frutti, infatti, l’uso della demagogia come arma di scaramucce diplomatiche e di ricatti politici, proviene dall’Italia.

          Sembra veramente che lo scolaro abbia surclassato il Maestro.

          Mentre però la demagogia italiana serviva a una certa delinquenza politica e clericale nostrana per sguazzare nel Bengodi; quella tedesca invece, incolpando come sempre il Mondo intero della propria nefandezza, sta di nuovo distruggendo la Germania e con lei, l’Europa intera.

Tratto dal mio Manoscritto: “Il Cantiere”
© Franco Parpaiola.

         …In questa parte dell’Italia Meridionale, bagnata dai Mari Adriatico e Ionio, fortunatamente dotata di un clima prettamente mediterraneo e arricchita da terra fertile e gente ingegnosa, si è sempre vissuta una vita laboriosa e impegnativa, sempre cercando la pace e la tranquillità.

          Fu da queste parti che i rampolli aristocratici tedeschi furono istruiti dai dotti e devoti frati nell’arte di leggere e scrivere, diventando così provetti in Greco e in Latino e in tutte le scienze allora conosciute.

          Sotto l’arguta guida dei servi frati, i giovani rampolli dell'aristocrazia tedesca  impararono l’arte della diplomazia, dell’intrigo politico e dell’ipocrisia, assimilando il tutto assieme a quella del governare e del tornaconto istituzionale.

          Tra le tante cose, i frati, abili ed esperti nell’arte del disguido com’erano, insegnarono ai giovani futuri reggenti e condottieri d’oltralpe che il vero potere, si trovava nel sapere.

          Spiegarono loro l’importanza del conoscere i veri fatti e insegnarono loro l’arte di approfondirli e analizzarne le varie circostanze e sfaccettature; meglio dei loro avversari.

          Seguendo l’inflessibile disciplina e assimilando le nozioni dei loro severi ed esigenti insegnanti, i giovincelli appresero anche come usare il loro sapere, impararono a dosarlo e a centellinarlo contro i loro avversari, secondo le necessita ed eventuali opportunità del momento.  
          
          Appresero come applicare la forza della persuasione e della pressione psicologica. Compresero la sottile finezza del disguido, della finzione, della calunnia, della dissimulazione e della falsità, e impararono a usarle a scopo politico.

          Capirono, con l’andare del tempo, che il sapere era un’arma potente e impararono ad impiegarla con destrezza ed efficacia.

          Il lavoro fatto a quel tempo dai servi di Dio, dai frati, dai clericali e dagli abati nei conventi nei castelli e monasteri della Puglia non fu invano e, ancor oggi a distanza di diversi Secoli, elargisce i suoi frutti nella Germania attuale.

          Mai prima d’allora nella Storia dei Popoli una moltitudine di piccoli clan tedeschi in eterna lotta tra di loro, riuscì a unirsi in un solo Popolo come fecero le varie tribù germaniche. 

          Inquadrandosi dietro un unico vessillo, i vari clan e tribù germaniche riuscirono in cosi poco tempo, solamente con la loro forza di volontà e tenacia a raggiungere un alto tenore di vita e di sicurezza economica unici al Mondo.

          Nessun Popolo della terra prima d’ora è riuscito, solo con la voglia di far meglio degli altri, a raggiungere traguardi così alti e orizzonti così ambiti come il Popolo Tedesco.
  
          Nessuna Nazione prima d’ora, al di fuori dell’odierna Germania, era riuscita ad accumulare tanta influenza politica e potere economico, da ispirare con la propria tecnologia non solo l’Europa, bensì tutto il Pianeta e la vita dei popoli della Terra. 

          Ogni altro Popolo, tutti, perfino l’antica Roma con tutta la sua sapienza e cultura, ebbe bisogno di orde di legionari per instaurare e stabilire e imporre la sua Pax Romana nel Mondo allora conosciuto e mai senza prima di scatenare una guerra di conquista e di occupazione dopo l’altra.

          I giovani teutoni, invece, capirono che l’arma più potente era il sapere e impararono a usarlo con efficacia.

          Le Nazioni Tedesche, guidate dai loro rampolli aristocratici allevati dai frati tra gli uliveti della Puglia, usando con sapienza le nozioni apprese e con l’aiuto di Sancta Mater Ecclesia, con senso di responsabilità e profonda conoscenza della natura umana, persuadendo e convincendo; riuscirono in poco tempo, quasi senza guerre ne saccheggi e senza distruzioni di altre civiltà e culture, a unificare l’Europa sotto il vessillo del Sacro Romano Impero di Germania.

          Incredibile come possa sembrare, quella fu la vera e unica Unione Europea veramente funzionale.

          Ovviamente, come durante la seconda e la quarta decade del Secolo scorso ad esempio, ci furono momenti dove in Germania un paio di psicopatici spronati dall’odio e da idee di superiorità razziale, ne combinarono di tutti i colori.

          Usando l’imbecillità collettiva che a volte amalgama la grande massa del popolino, quasi fosse un rimasuglio della primordiale idiozia tipica dei bifolchi illetterati che forgia in un unico compatto e malformato branco di idioti servili e senza cervello, dove, chi per tornaconto o per paura; si rifiuta di usare il cervello; l’aristocrazia e l’industria tedesca scatenarono per ben due volte una Guerra su scala mondiale, cercarono di conquistare e soggiogare il mondo intero usando come copertura il fanatismo politico di una banda di criminali e mostri fanatici unici nella Storia dell’Umanità.

          Difatti, tra i molti e i tanti ci sarà sempre qualcuno che si crede un redentore delle Masse che cercherà di raggiungere il trono credendosi guidato dal destino e questo purtroppo, successe per ben due volte anche in Germania.

          Dopo le sacrosante botte che per ben due volte piovvero loro sul groppone da tutte le parti del Mondo, i superstiti dell’ultima pazzia teutonica si ricordarono degli insegnamenti dei frati dati ai loro antenati tra gli uliveti puglisi e agirono di conseguenza.

         Questa volta però, anche perché dalla loro ultima pazzia ne uscirono veramente piuttosto malconci e decimati, i superstiti teutonici, ricostruirono la Germania, soprattutto con l’aiuto degli italiani.

         Dopo la loro ennesima pagliacciata, anche gli italiani erano malmessi e alquanto malridotti ma non tanto decimati quanto i tedeschi.

          Alla fine della seconda Guerra Mondiale l’Italia era davvero solo una Nazione allo sbando, dilaniata da un regolamento di vecchi conti politici e privati mai ben definiti, ben nascosti sotto il mantello di una mezza guerra civile sporca e vigliacca e mai veramente combattuta tra paesani e concittadini se non nei cessi, nelle fogne, nei rigagnoli e nei bidoni della spazzatura del Bel Paese e mai veramente finita.

          E così, mentre ex commissari politici comunisti al servizio di Stalin e del partito comunista sovietico, cercavano di instaurare nel bel Paese una sottospecie di dittatura comunista, la gente semplice della strada, sia tedesca sia italiana si mise all’opera per rimettere in sesto le infrastrutture distrutte dalla loro stessa scellerata scempiaggine.

          All’inizio, sia gli italiani sia i tedeschi superstiti, cominciarono a rimettere di nuovo in piedi la Germania. 

          Lavorarono con diligenza e caparbietà e in meno di dieci anni riuscirono a ricostruire tutte le infrastrutture, cominciando dalle fabbriche e strade, dalle ferrovie alle autostrade e ai porti marittimi.

          Aiutate da volonterosi e capaci uomini del sud, le donne tedesche, durante il dopo lavoro scodellarono pure un nuovo Popolo.

          Era un popolo sano e forte quello che nacque in Germania, spuntando dalle ceneri come la mitica Fenice. Ripudiando ogni velleità bellica, il nuovo popolo tedesco giurò di vivere, da quel momento in poi, sempre in pace con il mondo intero rigettando ogni forma di aggressione e guerra di conquista futura.

          Lavorarono e progredirono così dinamici e lesti che in manco di una decade, la Germania ridivenne, questa volta con soli fini di pace e progresso, nuovamente il punto di riferimento nel mondo della Tecnica, delle capacità innovative del lavoro e della ricerca scientifica.

           Il sapere e le capacità tecniche erano di nuovo riconosciuti come punto di riferimento da tutti e il Mondo guardò nuovamente con ammirazione a questo Popolo che, dal tanto male che fece, ora progrediva e insieme a lui e con lui, l’intera Europa.

          Dalla Germania degli anni cinquanta partirono i primi impulsi per una ripresa economica di tutta l’Europa occidentale che rapidamente portò lavoro e benessere a tutti i Popoli occidentali.

          Tutto funzionava e progrediva a meraviglia, la nuova Germania e la novella Europa, quasi come due sorelle gemelle crebbero e prosperavano nel tempo, influenzando e conteggiando con la loro voglia di sapere e di fare e questa volta in modo positivo, il Mondo intero.

          Tutto a posto allora?

         Nix tuto bene, tutto Scheiße Kamaraden.

          Gli anni delle vacche grasse finirono presto, non certo perché ci fu un’altra crisi tipo anni venti, no, le cose non andarono esattamente così, nix crisi tipo anni venti, i bei tempi finirono presto a causa di un imprevisto che nessuno si aspettava o avrebbe mai potuto prevedere.

          Il declino della Germania iniziò verso la fine degli anni settanta, appena cinque lustri dopo la fine della seconda Guerra mondiale, con l’apparizione di un prototipo di homo sapiens germanicus, a molti di noi, finora del tutto sconosciuto.

          Nessuno sa ormai dire con sicurezza da dove lo sconosciuto venisse, chi l’avesse creato o di chi fosse figlio, di sicuro si sa solamente che, improvvisamente, costui bussò alla porta della Storia portandosi appresso tanti mentecatti come lui. L’arrivo dello sconosciuto diede il via all’attuale decadenza. 

          Da quel giorno, tutti i valori e virtù accumulati iniziarono a vacillare e a degenerare e la Germania cominciò a perdersi di nuovo per strada.

          Il nuovo arrivato si dimostrò presto un vero maestro del lamento, un deplorevole, capace e abile menestrello della mala sorte. Bugiardo, cinico e intrigante, furtivo e codardo, questo fariseo dell’umanità era venuto dal nulla e niente aveva a che fare o veder con tutti i buoni propositi tedeschi dell’immediato dopo guerra ma era arrivato per restare e la Germania non fu più la stessa.

          Come un cancro con molte putride metastasi, questi prototipi dal basso orizzonte si misero all’opera e infestarono, con il loro comportamento, non solo la Germania e il mondo intero, ma anche la vera aria che noi tutti si respira.

          Sembra veramente che il ritorno dei lavoratori mediterranei e delle loro famiglie create in Germania insieme alla loro prole nelle loro terre di origine, coincida con l’apparizione del nuovo prototipo di homo sapiens germanicus. 
          
          Le malelingue, invece, assicurano che, in effetti, costui non fosse mai scomparso, insinuando anche che sia sempre esistito nel sottobosco delle strutture sociali tedesche, pronto a rispuntare come un fungo velenoso non appena e ogni qualvolta si presentasse l’occasione propizia.

Conseguente a questo deplorevole e nefasto “status quo” di cose, se è di questo che veramente in fondo si tratta e per quanto a me e ai miei colleghi tedeschi del tutto sconosciuto e da noi avvertito solo per sentito dire, mi meravigliò e non poco, di incontrare in quel di Monopoli un’intera squadra di questi nefasti personaggi teutonici…

          Ora  in Germania infuria  la campagna elettorale federale.

          La sindrome del buco d’estate, aggravata da tutte le sciocchezze della politica, è in pieno svolgimento.
Grazie a Dio però sappiamo che è breve.

          Dal 22 Settembre, in poi, come dopo il Mercoledì delle Ceneri, tutto sarà finito, poi, di nuovo nella Repubblica Federale, prevalgono di nuovo la pace e la tranquillità sociale, insomma: Business as usual.


          In Italia, invece, l’assurdità del buco estivo, aggravata dalla corruzione e dagli intrighi politici di tutta una banda di pendagli da forca, politici, sociali ed ecclesiastici, è presente durante tutto l'Anno.

 Amen to that

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