Dicono che il sonno porta consiglio, l’estate invece, non ci porta solo il
tanto sognato bel tempo del Mese di Agosto, di ferie e di riposo.
Il mese di Agosto però; quasi volesse rovinarci le vacanze, ci regala in
aggiunta anche le ferie politiche.
Quello che in Germania si chiama “Das Sommerloch” ovvero il buco d’estate,
infatti, non è altro che il tempo di ferie dei vari parlamenti e governi
europei.
In questo periodo, per le reti TV e la stampa, imperversa la canicola mediatica;
i Governi e le opposizioni sono in ferie e i media sono a corto di notizie e di
scoop giornalistici di rilevo.
Questo è il tempo dei macachi della politica che presi da patriottico
ardore nel vedersi i riflettori della ribalta puntati addosso e lusingati da
tanto interesse mediatico per il proprio intelletto e argute idee politiche si
aggiudichino una certa “flatrate” sulla propria idiozia, malvagia demagogia e
stupidità e fanno a gara a chi di loro dice più bestialità e
stronzate politiche in pubblico.
Qualche anno fa, qui in Germania ci fu un cretino parlamentare di terza o
quarta fila, che, poverino lui non si era mai visto una telecamera puntata
addosso né tanto meno avuto uno straccio di giornalista che gli ponesse una
domanda o gli chiedesse un’opinione; che con uno slancio d’ardore patriottico,
arrivò inaspettatamente ad arrampicarsi sulla prima pagina di Bild-Zeitung.
Il macaco politico ululava ai quattro venti che per sanare il debito
pubblico tedesco bisognava istituire tre nuove tasse:
La prima tassa era quella sulla Bandiera.
Lo scemo politico del giorno voleva imporre un obolo annuale a tutti i
ristoranti e negozi di alimentari stranieri che nelle insegne dei loro negozi o
menù mostrassero i colori nazionali.
Il tricolore doveva sparire dai ristoranti italiani, la mezza Luna rossa da
quelli turchi e i colori spagnoli dai ristoranti iberici und cosi via.
La seconda tassa avrebbe dovuto essere sulla lingua usata nelle insegne e
vetrine dei negozi che, essendo in Germania doveva essere rigorosamente nella
lingua di Goethe, vale a dire in tedesco.
Pertanto una pizzeria avrebbe dovuto cambiare il suo nome in: “Fladenbrot
mackerei”.
Una paella spagnola si sarebbe chiamata “Reispfane mit allerlei” in altre
parole: Risotto in padella con un po’ di tutto.
Un Dönner Kebab turco sarebbe diventato un
“Gefülltenfladenbrotbötchenallerlei” (tutta una parola) ovvero: Panino piatto,
con un po’ di tutto, und, un Hamburger da McDonald, sarebbe diventato una
“Frikadelle”, ovvero, una volgare polpetta.
Un altro obolo annuo da versare in anticipo all’ufficio delle imposte,
s’intende, avrebbe portato all’istituzione di un “Sondergenemigung” o permesso
speciale, che avrebbe permesso a un pizzaiolo napoletano di chiamare una Pizza
Margherita, Pizza Margherita, und nix, “Fladenbrot nach Gänsenblümchenart”.
Cazzo: ecco svelato il potere dei soldi.
Cazzo: ecco svelato il potere dei soldi.
In uno slancio di patriottico ardore lo stesso macaco poi ne inventò
un'altra di tassa, difatti per assuefare di nuovo il popolo tedesco alle
pietanze della cucina locale, l’arguto cretino intendeva istituire una quarta
tassa sui cibi esotici stranieri per renderli così inaccessibili ai portafogli
della popolazione locale, come se quelli dei ristoranti italiani e spagnoli,
sparsi in tutta la Germania, non lo fossero già.
Il bello è che tutte queste menate ai barbari teutonici le hanno insegnate
gli italiani stessi.
Le porcate politiche, i sotterfugi diplomatici, le menzogne anche se a
volte applicate dai capoccioni e bifolchi bavaresi in modo goffo e disastroso;
le hanno apprese dai frati nei monasteri sparsi tra gli uliveti delle Puglie,
quando nel Medioevo l’aristocrazia tedesca di allora; decise di mandare i propri rampolli
da quelle bande, cioè; ha scuola dai frati.
All’attento osservatore e conoscitore della mentalità tedesca non sfugge
che tutto ciò che è rimasto inculcato nel DNA tedesco e che ancor oggi dà suoi
frutti, infatti, l’uso della demagogia come arma di scaramucce diplomatiche e
di ricatti politici, proviene dall’Italia.
Sembra veramente che lo scolaro abbia surclassato il Maestro.
Mentre però la demagogia italiana serviva a una certa delinquenza politica
e clericale nostrana per sguazzare nel Bengodi; quella tedesca invece,
incolpando come sempre il Mondo intero della propria nefandezza, sta di nuovo
distruggendo la Germania e con lei, l’Europa intera.
Tratto dal mio Manoscritto: “Il Cantiere”
© Franco Parpaiola.
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ISBN: 9783844235340
ISBN: 9783844235340
…In questa parte dell’Italia Meridionale, bagnata dai Mari Adriatico e
Ionio, fortunatamente dotata di un clima prettamente mediterraneo e arricchita
da terra fertile e gente ingegnosa, si è sempre vissuta una vita laboriosa e
impegnativa, sempre cercando la pace e la tranquillità.
Fu da queste parti che i rampolli aristocratici tedeschi furono istruiti
dai dotti e devoti frati nell’arte di leggere e scrivere, diventando così
provetti in Greco e in Latino e in tutte le scienze allora conosciute.
Sotto l’arguta guida dei servi frati, i giovani rampolli dell'aristocrazia tedesca impararono l’arte
della diplomazia, dell’intrigo politico e dell’ipocrisia, assimilando il tutto
assieme a quella del governare e del tornaconto istituzionale.
Tra le tante cose, i frati, abili ed esperti nell’arte del disguido
com’erano, insegnarono ai giovani futuri reggenti e condottieri d’oltralpe che
il vero potere, si trovava nel sapere.
Spiegarono loro l’importanza del
conoscere i veri fatti e insegnarono loro l’arte di approfondirli e analizzarne
le varie circostanze e sfaccettature; meglio dei loro avversari.
Seguendo l’inflessibile disciplina e assimilando le nozioni dei loro severi
ed esigenti insegnanti, i giovincelli appresero anche come usare il loro
sapere, impararono a dosarlo e a centellinarlo contro i loro avversari, secondo
le necessita ed eventuali opportunità del momento.
Appresero come applicare la
forza della persuasione e della pressione psicologica. Compresero la sottile
finezza del disguido, della finzione, della calunnia, della dissimulazione e
della falsità, e impararono a usarle a scopo politico.
Capirono, con l’andare del tempo, che il sapere era un’arma potente e
impararono ad impiegarla con destrezza ed efficacia.
Il lavoro fatto a quel tempo dai servi di Dio, dai frati, dai clericali e
dagli abati nei conventi nei castelli e monasteri della Puglia non fu invano e,
ancor oggi a distanza di diversi Secoli, elargisce i suoi frutti nella Germania
attuale.
Mai prima d’allora nella Storia dei Popoli una moltitudine di piccoli clan
tedeschi in eterna lotta tra di loro, riuscì a unirsi in un solo Popolo come
fecero le varie tribù germaniche.
Inquadrandosi dietro un unico vessillo, i
vari clan e tribù germaniche riuscirono in cosi poco tempo, solamente con la
loro forza di volontà e tenacia a raggiungere un alto tenore di vita e di
sicurezza economica unici al Mondo.
Nessun Popolo della terra prima d’ora è riuscito, solo con la voglia di far
meglio degli altri, a raggiungere traguardi così alti e orizzonti così ambiti
come il Popolo Tedesco.
Nessuna Nazione prima d’ora, al di fuori dell’odierna Germania, era
riuscita ad accumulare tanta influenza politica e potere economico, da ispirare
con la propria tecnologia non solo l’Europa, bensì tutto il Pianeta e la vita
dei popoli della Terra.
Ogni altro Popolo, tutti, perfino l’antica Roma con tutta la sua sapienza e
cultura, ebbe bisogno di orde di legionari per instaurare e stabilire e imporre
la sua Pax Romana nel Mondo allora conosciuto e mai senza prima di scatenare
una guerra di conquista e di occupazione dopo l’altra.
I giovani teutoni, invece, capirono che l’arma più potente era il sapere e
impararono a usarlo con efficacia.
Le Nazioni Tedesche, guidate dai loro rampolli aristocratici allevati dai
frati tra gli uliveti della Puglia, usando con sapienza le nozioni apprese e
con l’aiuto di Sancta Mater Ecclesia, con senso di responsabilità e profonda
conoscenza della natura umana, persuadendo e convincendo; riuscirono in poco
tempo, quasi senza guerre ne saccheggi e senza distruzioni di altre civiltà e
culture, a unificare l’Europa sotto il vessillo del Sacro Romano Impero di
Germania.
Incredibile come possa sembrare, quella fu la vera e unica Unione Europea
veramente funzionale.
Ovviamente, come durante la seconda e la quarta decade del Secolo scorso ad
esempio, ci furono momenti dove in Germania un paio di psicopatici spronati
dall’odio e da idee di superiorità razziale, ne combinarono di tutti i colori.
Usando l’imbecillità collettiva che a volte amalgama la grande massa del
popolino, quasi fosse un rimasuglio della primordiale idiozia tipica dei
bifolchi illetterati che forgia in un unico compatto e malformato branco
di idioti servili e senza cervello, dove, chi per tornaconto o per paura; si rifiuta di
usare il cervello; l’aristocrazia e l’industria tedesca scatenarono per ben due
volte una Guerra su scala mondiale, cercarono di conquistare e soggiogare il
mondo intero usando come copertura il fanatismo politico di una banda di
criminali e mostri fanatici unici nella Storia dell’Umanità.
Difatti, tra i molti e i tanti ci sarà sempre qualcuno che si crede un
redentore delle Masse che cercherà di raggiungere il trono credendosi guidato
dal destino e questo purtroppo, successe per ben due volte anche in Germania.
Dopo le sacrosante botte che per ben due volte piovvero loro sul groppone
da tutte le parti del Mondo, i superstiti dell’ultima pazzia teutonica si
ricordarono degli insegnamenti dei frati dati ai loro antenati tra gli uliveti puglisi e agirono di conseguenza.
Questa volta però, anche perché dalla loro ultima pazzia ne uscirono
veramente piuttosto malconci e decimati, i superstiti teutonici, ricostruirono
la Germania, soprattutto con l’aiuto degli italiani.
Dopo la loro ennesima pagliacciata, anche gli italiani erano malmessi e
alquanto malridotti ma non tanto decimati quanto i tedeschi.
Alla fine della seconda Guerra Mondiale l’Italia era davvero solo una
Nazione allo sbando, dilaniata da un regolamento di vecchi conti politici e
privati mai ben definiti, ben nascosti sotto il mantello di una mezza guerra
civile sporca e vigliacca e mai veramente combattuta tra paesani e concittadini
se non nei cessi, nelle fogne, nei rigagnoli e nei bidoni della spazzatura del
Bel Paese e mai veramente finita.
E così, mentre ex commissari politici comunisti al servizio di Stalin e del
partito comunista sovietico, cercavano di instaurare nel bel Paese una
sottospecie di dittatura comunista, la gente semplice della strada, sia tedesca
sia italiana si mise all’opera per rimettere in sesto le infrastrutture
distrutte dalla loro stessa scellerata scempiaggine.
All’inizio, sia gli italiani sia i tedeschi superstiti, cominciarono a
rimettere di nuovo in piedi la Germania.
Lavorarono con diligenza e caparbietà
e in meno di dieci anni riuscirono a ricostruire tutte le infrastrutture,
cominciando dalle fabbriche e strade, dalle ferrovie alle autostrade e ai porti
marittimi.
Aiutate da volonterosi e capaci uomini del sud, le donne tedesche, durante
il dopo lavoro scodellarono pure un nuovo Popolo.
Era un popolo sano e forte quello che nacque in Germania, spuntando dalle
ceneri come la mitica Fenice. Ripudiando ogni velleità bellica, il nuovo popolo
tedesco giurò di vivere, da quel momento in poi, sempre in pace con il mondo
intero rigettando ogni forma di aggressione e guerra di conquista futura.
Lavorarono e progredirono così dinamici e lesti che in manco di una decade,
la Germania ridivenne, questa volta con soli fini di pace e progresso,
nuovamente il punto di riferimento nel mondo della Tecnica, delle capacità
innovative del lavoro e della ricerca scientifica.
Il sapere e le capacità tecniche erano di nuovo riconosciuti come punto di
riferimento da tutti e il Mondo guardò nuovamente con ammirazione a questo
Popolo che, dal tanto male che fece, ora progrediva e insieme a lui e con lui,
l’intera Europa.
Dalla Germania degli anni cinquanta partirono i primi impulsi per una
ripresa economica di tutta l’Europa occidentale che rapidamente portò lavoro e
benessere a tutti i Popoli occidentali.
Tutto funzionava e progrediva a meraviglia, la nuova Germania e la novella
Europa, quasi come due sorelle gemelle crebbero e prosperavano nel tempo,
influenzando e conteggiando con la loro voglia di sapere e di fare e questa
volta in modo positivo, il Mondo intero.
Tutto a posto allora?
Nix tuto bene, tutto Scheiße Kamaraden.
Gli anni delle vacche grasse finirono presto, non certo perché ci fu
un’altra crisi tipo anni venti, no, le cose non andarono esattamente così, nix
crisi tipo anni venti, i bei tempi finirono presto a causa di un imprevisto che
nessuno si aspettava o avrebbe mai potuto prevedere.
Il declino della Germania iniziò verso la fine degli anni settanta, appena
cinque lustri dopo la fine della seconda Guerra mondiale, con l’apparizione di
un prototipo di homo sapiens germanicus, a molti di noi, finora del tutto
sconosciuto.
Nessuno sa ormai dire con sicurezza da dove lo sconosciuto venisse, chi
l’avesse creato o di chi fosse figlio, di sicuro si sa solamente che,
improvvisamente, costui bussò alla porta della Storia portandosi appresso tanti
mentecatti come lui. L’arrivo dello sconosciuto diede il via all’attuale
decadenza.
Da quel giorno, tutti i valori e virtù accumulati iniziarono a
vacillare e a degenerare e la Germania cominciò a perdersi di nuovo per strada.
Il nuovo arrivato si dimostrò presto un vero maestro del lamento, un
deplorevole, capace e abile menestrello della mala sorte. Bugiardo, cinico e
intrigante, furtivo e codardo, questo fariseo dell’umanità era venuto dal nulla
e niente aveva a che fare o veder con tutti i buoni propositi tedeschi
dell’immediato dopo guerra ma era arrivato per restare e la Germania non fu più
la stessa.
Come un cancro con molte putride metastasi, questi prototipi dal basso
orizzonte si misero all’opera e infestarono, con il loro comportamento, non
solo la Germania e il mondo intero, ma anche la vera aria che noi tutti si
respira.
Sembra veramente che il ritorno dei lavoratori mediterranei e delle loro
famiglie create in Germania insieme alla loro prole nelle loro terre di
origine, coincida con l’apparizione del nuovo prototipo di homo sapiens
germanicus.
Le malelingue, invece, assicurano che, in effetti, costui non fosse
mai scomparso, insinuando anche che sia sempre esistito nel sottobosco delle
strutture sociali tedesche, pronto a rispuntare come un fungo velenoso non
appena e ogni qualvolta si presentasse l’occasione propizia.
Conseguente a questo deplorevole e nefasto “status quo” di cose, se è di
questo che veramente in fondo si tratta e per quanto a me e ai miei colleghi
tedeschi del tutto sconosciuto e da noi avvertito solo per sentito dire, mi
meravigliò e non poco, di incontrare in quel di Monopoli un’intera squadra di
questi nefasti personaggi teutonici…
Ora in Germania infuria la campagna elettorale federale.
La sindrome del buco d’estate, aggravata da tutte le sciocchezze della politica,
è in pieno svolgimento.
Grazie a Dio però sappiamo che è breve.
Dal 22 Settembre, in poi, come dopo il Mercoledì delle Ceneri, tutto sarà finito,
poi, di nuovo nella Repubblica Federale, prevalgono di nuovo la pace e la tranquillità
sociale, insomma: Business as usual.
In Italia, invece, l’assurdità del buco estivo, aggravata dalla corruzione
e dagli intrighi politici di tutta una banda di pendagli da forca, politici,
sociali ed ecclesiastici, è presente durante tutto l'Anno.
Amen to that
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