venerdì 20 luglio 2012

La Corte Costituzionale della Repubblica Federale di Germania. Das Bundesverfassungsgericht.


Il compito della Corte Costituzionale è di vegliare e controllare la costituzionalità delle Leggi e Decreti dei vari legislatori sia Federali sia di ogni Stato membro della Federazione stessa.
Fondata nel 1958, la Corte Costituzionale risiede a Karlsruhe e le sue sentenze e direttive sono irrevocabili e inappellabili e sono valide su tutto il territorio della Federazione.

Le sentenze della Corte oltre ad avere ripercussioni sociali hanno anche risonanze politiche che possono cambiare decreti di Legge e direttive ministeriali.

Ciò nonostante, e a prescindere dalle conseguenze politiche di tali decisioni, la Corte Costituzionale non è uno strumento politico, bensì sociale.

Infatti, il compito della Corte se interpellata è di controllare la costituzionalità delle delibere governative che regolano la Vita dei cittadini.

Un esempio concreto del lavoro che svolge la Corte Costituzionale e contemplato nella sentenza 1BvL 2/11 e 2BvL 2 /11 del 18.07.2012 riguardante il sussidio ai richiedenti di asilo politico e dei rifugiati politici riconosciuti tali in Germania.

In questo momento in Germania ci sono 130 mila rifugiati politici in attesa di tale riconoscimento, e oltre ottanta mila rifugiati politici, riconosciuti tali.

Ogni rifugiato politico o aspirante tale ha diritto a una sistemazione umanamente decente; sia in alloggi comuni e campi di raccolta e dove possibile; specialmente per i nuclei famigliari; in alloggi adeguati al caso.

Ogni singolo rifugiato o presunto tale riceve un sussidio mensile di 235 €, dove, per i nuclei famigliari sono previsti altri sussidi secondo il nucleo famigliare, dove; le spese condominiali e l’assistenza medica; sono a carico dello Stato.

Succede ora oggigiorno che il minimo previsto dal legislatore per vivere una Vita semplice ma decorosa, è di 374 € mensili.

Con la sentenza del 18.07.2012, la Corte Costituzionale ha deliberato; che vigendo in Germania l’eguaglianza di diritti e doveri, allora anche ai rifugiati politici spettano 374€ mensili, come minimo necessario per un sostentamento decoroso; senza stenti o patire la fame.

Ai rifugiati politici è proibito lavorare e per chiunque assuma in nero tali persone è perseguitato secondo Legge.

Il caso si complica con certe Signore africane che non hanno un datore di lavoro e lavorano in proprio su e giù per i marciapiedi e contrade della Repubblica.

Da qui il termine: Lavoro nero, queste sono difficilmente perseguitabili giacché; per poterlo fare bisognerebbe coglierle in fragranti, pardon; al lavoro.

Avendo però la Germania, non certo refrattaria alla crisi economica, dimezzato le forze di polizia e pubblica sicurezza, e tagliato loro anche gli straordinari, ora si trova a non avere Forze dell’ordine sufficienti per eseguire i dovuti e doverosi controlli, da qui il prolificare del lavoro nero o più o meno variopinto, internazionale, multirazziale e religioso in tutto il territori Bundesrepubblicano. (nuova parola appena coniata dal sottioscritto)

Bisogna anche dire che non tutti gli aspiranti allo statuto di rifugiato politico lo ricevano, ogni singolo caso però, è attentatamene esaminato da apposite commissioni governative e il loro giudizio è appellabile.

Lo svolgimento di una pratica di rilascio o negazione di asilo può anche durare diversi anni, (ora a 374 Euro a testa, più spese condominiali e assistenza medica) dove alla fine, se rigettato: il richiedente è subito e senza mezzi termini rimpatriato.

Ogni richiedente di asilo politico in Germania costa mensilmente oltre 1136 Euro o giù di lì moltiplicato 130 mila.

Il tutto senza naturalmente contare gli ottantamila riconosciuti tali.

Ultimamente, specialmente per rifugiati politici kosovari e albanesi si sono avuti dei casi piuttosto incresciosi e socialmente disumani, dove, intere famiglie con adolescenti nati e cresciuti in Germania furono rimpatriate dopo che tutte le petizioni di esame previste dalla Legge si erano esaurite.

Forse questo aiuterà a capire il perché la Germania si oppose alla richiesta dell’Italia sulla libera circolazione dei “clandestini” che approdano sulle coste italiane.

In questo caso Maroni ha suo tempo ha giocato sporco, molto sporco ed è tornato a casa dopo aver sentito quattro madonne dal Ministro degli Interni Federali Herr Fridrich e dai suoi “colleghi” europei che esortarono il Bengodi ad assumersi le proprie responsabilità, con le pive ne sacco.

I clandestini muniti di soggiorno in Italia sarebbero venuti tutti in Germania, non vi pare?

Troppo facile direi, o mi sbaglio?











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