Immaginate un giorno qualunque in una birreria dei grandi maestri birrai bavaresi, i frati predicatori Domenicani del convento di Andechs e magari in una delle tante piovigginose giornate di prima estate di cui Bremen ne è famosa.
Dal Manoscritto n°10 “Von anderen Geschichten und Epilogen”
…la birreria ha i suoi affezionati habitué, per lo più arzilli pensionati in libera usciata nella tarda mattinata, ma anche la terza età femminile e ben rappresentata.
Verso mezzogiorno gli avventori cambiano, i pensionati vanno a casa e sono avvicendati dai clienti del pranzo a prezzo fisso.
Questi ultimi, sono in gran parte liberi professionisti, magistrati e notai del luogo, s’incontra pure qualche Senatore e alcune austere Signore di mezza età con uno sguardo guardingo e distante; impeccabilmente vestite in un Tailleur blu o nero, quelle bevono al massimo un bio-cappuccino e nien’altro.
Dai frati Andechs si mangia bene: Zampone di maiale con i crauti e una polpetta di pane e patate, ad esempio per soli 7 Euro, oppure, secondo il Menù del giorno; mezzo pollo con le patate fritte, o una braciola, sempre con le immancabili patate lesse o fritte in padella, per soli 6,75 Euro, iva del 19% inclusa e bevande a parte.
I turisti sono per lo più bifolchi della Bassa Sassonia, venuti a Bremen ad annusare un po' di civiltà, e qualche rara volta, alcuni turisti stranieri.
Siedo come mia abitudine a un tavolo accanto alla balaustra della Rotonda nel bel mezzo del locale, non lontano dal banco della birra, da dove senza tanti discorsi e preamboli; mi è servita una nuova birra ogni venti minuti.
Non c'è nemmeno bisogno che io la chieda, il personale mi conosce da diversi anni ormai e così finche non dico basta; loro mi servono una birra fresca ogni volta che il mio bicchiere da 0,25 cl, è vuoto, cioè, ogni venti minuti.
Seuto sul solito seggiolone al tavolo in mezzo al locale nei pressi della rotonda, che nasconde la scala di marmo a chiocciola che porta agli Uffici e ai servizi sanitari, di solito ripasso con calma ciò che ho scritto durante la notte.
Rivedo mentalmente quanto sono solito denunciare nei miei manoscritti riguardo la misera situazione in cui si trova la marina mercantile tedesca e della criminale idiozia, che la gran parte degli armatori tedeschi ha dimostrato di possedere; rovinandola in meno di due decenni.
A volte prendo degli appunti; butto giù su una salvietta o un pezzo di carta qualche nota frettolosa, una o due frasi che mi son balzate in mente, prima che me le dimentichi di nuovo.
Spesso però capita, che me ne stia semplicemente seduto lì tranquillo senza pensare un granché, in quei momenti mi guardo intorno, così, quasi disinteressato del Mondo intero; senza pensare a niente di preciso o di importante.
E fu così che con il tempo, senza manco che me ne accorgessi e proprio grazie alla mia abitudine di sedermi a un tavolo posto in quella posizione strategica, vicino al banco della birra, che sovrasta l’ampio locale; mi specializzai nell'arte di individuare dall’espressione dei loro visi, tutti quelli che volendo andarci, non sapevano, dove dirigersi.
L'Andechs è una delle migliori birrerie di Bremen, veramente; il locale è effettivamente Top of the Pop.
La sua cucina è molto apprezzata, ma il tutto ha una piccola macchia: Quando si vuole andare, quando veramente si deve farlo ed anche alla svelta, cosa che per via della buona Birra; accade con regolarità a tutti; non è facile riuscire a trovare dove ci si deve andare.
Nessuno proibisce a nessuno di andare, è previsto che ci si debba andare, solo che prima di andarci; si dovrebbe sapere, dove si deve andare, altrimenti non si va da nessuna parte, il che naturalmente complica un poco la situazione fino a raggiungere livelli d’emergenza davvero pericolosi.
Eppure i servizi igienici nella birreria dei frati Andechs ci sono e sono pure belli e spaziosi e freschi e profumanti alla lavanda o all’acqua di rose, o di ciclamino e prati in fiore. Gli spruzzatori di profumi campagnoli nei pisciatoi dai frati Andechs a Bremen sono controllati da un programma variabile secondo le stagioni e del tempo che fa, ma per andarci, bisogna solo riuscire a sapere dove si trovano, tutto li.
È proprio così che stanno le cose: nella Birreria dei frati Andechs, ricavata dai resti di un Convento dei frati predicatori costruito nel lontano 1200, parte delle quali sono ancora visibili, se non si conosce qual è la direzione giusta da prendere, nix, non si fa la pipì.
Così mi trovai, da bravo osservatore dell'animo e necessità umane, non solo a studiare i visi della Gente per carpire loro i più intimi segreti, ma anche a spiare le loro espressioni per arrivare a intendere i loro più intimi desideri come ad esempio; quello sacrosanto di andare a pisciare e saper interpretare con infallibile precisone; loro cosi detto body-speach.
Così facendo, potei con un certo divertimento costatare come molti forestieri, quasi presi dal panico, dopo un giro per la capiente Birreria e annesso Ristorante, senza saper in realtà che pesci prendere, o, a che Santo rivolgersi in cerca di aiuto; cosa questa ultima che, vista la devota passata storia delle mura, non dovrebbe risultare loro difficile, mostravano chiaramente di essere in un frangente di acuta emergenza vescicolare.
Dal loro sul viso ed espressione spaesata, si legge chiara l'angoscia per il timore di farsela addosso, ma; evidentemente bloccati dalla caparbia volontà di riuscire a trovare da soli la ritirata salva tutto, cocciuti e ottusi come solo i bifolchi della Bassa Sassonia sanno essere, non pensano minimamente di chiedere a una delle tante graziose ragazze di servizio ai tavoli, quasi fosse un crimine chiedere un informazione simile a delle giovani fanciulle; dove cazzo i cessi,.
Successe allora; che dopo un po' di tenace e risoluto allenamento, mi ritrovai un bel dì, specializzato nel dirigere il traffico dei bifolchi verso i gabinetti
Imparai in questo modo a riconoscere il tipo arrogante che con quel non so che di, "fermi tutti che io devo andare a pisciare", stampato in faccia gira imperterrito almeno un paio di volte per il locale, diventando sempre più rosso in quasi poanzano in viso e che; solo dopo diversi pellegrinaggi tra le devote mura; vede sotto una pia arcata in mattoni rossi un cartello con scritto toeletta e una bella freccia che indica in basso.
Esattamente in quel preciso istante per l'austero e altero galantuomo cominciano i guai seri, sì perché quello segue con lo sguardo e con cipiglio da uomo di mondo la freccia fin sul pavimento e scopre che indica proprio su due belle ciotole di terracotta, una con dell'acqua e una con del mangime per cani.
In questo in realtà non c'è niente di strano, le ciotole sono messe lì dal personale di servizio, quale cortesia verso i fedeli amici dell'uomo che diversi pensionati del luogo si portano appresso durante la loro passeggiata mattutina tra le birrerie di Bremen, ma l'uomo di mondo oltre alle ciotole per i cani; non trova ahimè nessun pisciatoio appeso al muro, figuriamoci poi una semplice turca.
In genere e solo in quel momento, l’uomo seguendo finalmente il perentorio ammonimento della sua vescica a non scherzare troppo con la sua prostata, si degna con voce severa e fare da ammazzasette, di chiedere a una delle leggiadre pulzelle dietro il banco della birra, dove sono i gabinetti.
A un tipo simile io non dico un bel niente, che si arrangi, a un tizio arrogante e pieno di sé con quel non so che di, "fermi tutti che devo andare a pisciare", ben stampato in faccia; che poi non è neanche gentile, io dico un bel niente, per quel che mi riguarda tipi così; si possono pisciare anche nelle braghe.
Chi vuol far la pipì nella birreria Andechs quando ci sono io, deve essere gentile e educato; altrimenti rischia di farsela addosso.
Al contrario, esiste il tipico avventore del tavolo accanto che tra una birra e un'altra, deve subito correre spronato dalla sua prostata che rischia di scoppiare.
Anche quello è un tipo che riconosco a colpo d'occhio sin da lontano, difatti, si vede subito che è un buontempone; un compagno di ventura ed è pertanto più che naturale, che a un mattacchione simile; io indichi subito la giusta via della salvezza.
C’è pure la giovane donna che sicura di se con far da granatiere e dritta di schiena va in cerca della toeletta.
Una Donna così fa un unico giro del vasto locale e poi si ferma davanti al banco e chiede con voce ferma e sicura, dove sono i cessi.
A quelle feline, basta che dia loro un impercettibile cenno e subito sprintano subito via come tigri, con un sorriso di ringraziamento stampato sulle fauci.
A volte invece può capitare anche la grazia in persona, la giovincella, la personificazione della primavera, che leggiadra e fresca come una farfalla si destreggia, quasi volasse sospesa a pochi centimetri dall'antico e venerando pavimento e percorre vispa e serena e speranzos almeno un paio di volte il giro delle sacre mura.
Gira e svolazza, timida e fresca; finche anche lei pudicamente guardando, non scopre il fatidico cartellino con la sua inesorabile freccia che, implacabile e feroce segna all'ingiù verso le ciotole di terracotta sul pavimento.
D'incanto, come un colibrì colpito da un fulmine a ciel sereno, la giovincella si ferma e arrossendo fino alla radice dei capelli, si guarda terrorizzata attorno e con sguardo pietoso implora aiuto e clemenza a tutti i Santi del paradiso.
Mi duole il cuore vederla li, davanti alla crudele inesorabile freccia, che senza pietà alcuna; indica imperativa e malvagia verso una scodella di terracotta rossastra colma di cibo per cani o a preferenza, verso un'altra con dell’acqua dentro.
È logico dunque che corra subito in suo aiuto, non si sa mai, forse proprio quella potrebbe essere la brava ragazzina che ha un forte e salutare complesso del nonno, di cui sento spesso parlare e che da sempre cerco; potrebbe veramente essere lei la fata turchina con tanto di bacchetta magica, incline a bersi una o due birre con me e farmi un po' di compagnia, non è vero?
Chiaro che l'aiuto, logico no?
Così, a mo’ di cospiratore, le indico con un impercettibile cenno della mano, la via da prendere, e quella di rimando, con decente pudore, arrossisce ancora di più e sussurrando con lo sguardo un pudico ringraziamento, spicca il suo volo verso la salvezza, und la mia giornata di marittimo pensionato di fresco; alla sola vista di tanta sublime grazia; è sazia e paga.
Un po' più tardi, verso la decima Birra o su di lì, esco dalle celesti mura e mi avvio un po' stanco dalle tante, ma tante, corse su e giù per le scale, verso casa.
Vado dove noi, i gloriosi quattordici viviamo e mi rinchiudo in quella nella mia stanza con lavandino che, come gli altri tredici miei colleghi, mi sono affittato alla casa del marinaio.
La stanza la chiamo la mia area disastrata o come fa Maria, una delle perle delle pulizie: La cueva del Lobo; e, dopo aver acceso la televisione, mi sbatto in cuccetta.
Il mio giorno di marittimo un po’ spaesato e pensionato di fresco termina lì.
La mia giornata riprenderà solo a notte fonda, quando riprendo a scrivere le mie memorie e a lanciare i miei pepati anatemi contro tutti quei figli di puttana che hanno distrutto in poco tempo; la Marina mercantile e la cantieristica navale tedesca, creando oltre 100 mila disoccupati.
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